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Processo Omicidio Cucchi, ritorsioni contro il carabiniere testimone ” Mi trasferiscono”

La denuncia in diretta su Fb, Riccardo Casamassima, il militare che con la sua testimonianza ha permesso la riapertura dell’inchiesta

Con due dirette su Facebook, Riccardo Casamassima, il carabiniere che, insieme alla sua collega Maria Rosati divenuta poi sua compagna, ha permesso la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi che ha portato all’incriminazione di 5 militari, ha denunciato le «ritorsioni» che a suo dire starebbe subendo per aver testimoniato contro alcuni suoi colleghi.

Nel primo video appariva, in maglietta, visibilmente scosso, mentre nel secondo, indossata la divisa («perché ci tengo»), il militare ha spiegato con più calma: «Avevo manifestato la mia paura ad andare a testimoniare. Mi avevano detto di stare attento perché dal comando generale c’erano troppe pressioni. Eccole, le pressioni: un altro trasferimento. L’ultima cosa che mi sarei immaginato».

«Mi ascoltino», ha supplicato il militare che insieme a Maria Rosati, sua moglie e collega, ha rotto il muro di omertà che esisteva attorno alla morte del giovane geometra romano avvenuta nell’ottobre 2009 e ha permesso l’apertura del processo bis a carico di cinque carabinieri suoi colleghi. Ma che ora si ritrova a subire un trasferimento alla scuola allievi con un demansionamento che la stessa Ilaria Cucchi, schierandosi ieri al fianco dell’appuntato, ha definito «umiliante», nonché accompagnato da una «consistente decurtazione dello stipendio».

Poi ha annunciato che tenterà di parlare con il nuovo comandante generale dell’Arma, Nistri, prima di recarsi di nuovo in procura. «Ci sono altri carabinieri che devono essere ascoltati nel processo Cucchi», perciò, ha fatto notare, «una qualsiasi azione fatta contro di me va a compromettere il processo».

Eleonora Martini

da il manifesto

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