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Portogallo, l’amnistia e la visita del Papa

La curiosa storia dell’amnistia concessa ai giovani carcerati in omaggio alla visita di Papa Francesco a Lisbona il prossimo agosto.

di Jamila Baroni

Mi trovo davanti alla sede del parlamento portoghese, Assembleia da Republica, nel quartiere di São Bento a Lisbona. Sono con i parenti dei reclusi nelle carceri portoghesi che hanno deciso di incontrarsi qui per protestare contro la legge che il mese scorso ha approvato una nuova amnistia.

Protestare? Perché l’amnistia non dovrebbe essere un’ottima notizia?

Certo, ma questa amnistia ha alcuni aspetti curiosi e altri profondamente discriminatori.

La decisione nasce per la prossima visita di Papa Francesco in Portogallo, dal 2 al 6 agosto in occasione della GMG, giornata mondiale della gioventù 2023. Sarà la prima GMG ospitata in terra lusitana.

La Chiesa cattolica ha spesso favorito la concessione di atti di amnistia o indulto. Anche in Portogallo la visita del pontefice è stata spesso accompagnata da un provvedimento di amnistia, successe per le visite del 1967, 1982 e 1991. Questa quindi è la quarta amnistia che coincide con la visita di un Papa.

Da molto tempo in Portogallo non si promulgava un’amnistia, dal 1999. Negli anni passati vi furono molte richieste, che non arrivarono a concretizzarsi. Già in occasione della visita di Papa Francesco a Fatima nel 2017 fu promossa una richiesta di amnistia, anche in seguito a una petizione popolare, ma senza successo.

Quest’anno è andata meglio, la visita del Papa in Portogallo è stata la motivazione per questa decisione: “Le misure di clemenza proposte, incentrate sui giovani, si collocano nell’ambito della Giornata Mondiale della Gioventù in Portogallo, alla quale parteciperà Sua Santità Papa Francesco, la cui testimonianza di vita e di pontificato è fortemente segnata dall’esortazione al reinserimento sociale delle persone in conflitto con la legge penale.” [i]

Viene graziato un anno di reclusione per le condanne fino a otto anni e sono amnistiati i reati con pena inferiore a un anno e quelli sanzionati con una multa fino a mille euro. È stato definito un elenco dei reati esclusi dal provvedimento, come l’omicidio, l’infanticidio, la violenza domestica, ecc.

Oltre a essere difficile comprende la motivazione di collegare un’amnistia alla visita di un’autorità religiosa in un paese laico, questo provvedimento, a differenza dei precedenti, pone come paramento di attuazione l’età dei detenuti. Possono beneficiarne solo i giovani dai 16 ai 30 anni.

Perché solo i giovani?  Il governo si giustifica per l’analogia con la natura della Giornata Mondiale della Gioventù. Sono stati sollevati dubbi di incostituzionalità, essendo in contrasto con il principio generale di uguaglianza. I costituzionalisti ne discutono da giorni, sottolineando la necessità di rivedere il testo del provvedimento.

Ma sono soprattutto le persone direttamente interessate, detenuti e familiari, a contestare il limite dell’età. Chiedono che l’amnistia sia “para todos e todas”, per tutti e tutte.

Da tempo protestano per le condizioni di sovraffollamento, la mancanza di cibo e di acqua, la carenza di attività, l’assenza di misure di supporto al reinserimento. La situazione nelle carceri portoghesi è orribile e questa “mini” amnistia suona come una crudele beffa.

[i] https://www.portugal.gov.pt/pt/gc23/governo/comunicado-de-conselho-de-ministros?i=558&fbclid=IwAR0nqd6_0240ztA73k2xjavjXOYiJCi4mAm2vW10WlKTksV-LRomaHoDouo

 

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