Police abolition. Corso di base sull’abolizione della Polizia
Edizione italiana a cura di Italo di Sabato. Postfazione di Italo di Sabato e Turi Palidda. Illustrazioni di Noah Jodice. Momo Edizioni
Partendo dall’interrogarsi la polizia a cosa serve? A chi serve? A che serve tutta questa meticolosa militarizzazione del territorio, tutta questa sorveglianza dei comportamenti, tutta questa brutalità istituzionalizzata? Perché la polizia è così violenta nell’approccio con le classi subalterne?
Per il curatore la polizia difende con tutti i mezzi a sua disposizione un certo tipo di ordine e di società che esercita il suo ricatto di paura e sicurezza sugli individui soli, diseredati e quindi deboli prodotti dal mondo dell’economia. Lungi dal creare sicurezza, la polizia è sempre stata un mezzo per affermare il controllo. Oggi, la polizia rimane la forza in prima linea che reprime le manifestazioni per la pace, il clima, la giustizia sociale, e l’imperativo del pericolo rimane uno strumento potente per spiegare le loro azioni. Ma la polizia non è solo il braccio armato dello stato e del governo, è la garanzia che ognuno rimanga al posto che gli spetta. I regimi democratici, in evidente crisi di legittimazione, tendono a incrementare l’uso delle forze di polizia come risposta ai movimenti sociali e di protesta, perciò i governi esitano quando si parla di riformare i corpi e cambiare le regole di ingaggio. Che la funzione sociale della polizia sia mantenere un certo ordine mondiale è un dato di fatto. Ciò che continua ad essere meno compreso, tuttavia, è l’affermazione da cui dipende la loro esistenza, la più grande menzogna antropologica: che senza il loro esercizio di violenza “legittima” non saremmo in grado di darci regole di vita comuni e ci uccideremmo a vicenda alla prima opportunità.
Secondo Italo Di Sabato l’unico modo per affrontare il problema della polizia oppressiva è abolirla. Poter togliere i finanziamenti alla polizia, e investire nei servizi sociali e di cura, può significare anche rinunciare ai modelli produttivi che ci danneggiano e che sono basati sulla difesa dei privilegi e investire invece nel benessere delle comunità. Certo, non sono trasformazioni praticabili dall’oggi al domani ma, se quel che conosciamo non funziona e meno ancora ci piace, potrebbe essere arrivato il momento di ragionarci un po’ su.
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