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Piazza del Popolo, sabato 28 febbraio: tra farneticazioni e apologie di fascismo

Sabato 28 febbraio si sono svolte a Roma una serie di manifestazioni senza apparenti problemi di ordine pubblico, anche se,  all’inizio delle kermesse, verso le 13 c’è stato un gruppetto di 4/5 fascisti che dalle parti della stazione Termini ha sonoramente mazzolato un giovane dall’aria di sinistra.

Ma non è vero che non è accaduto nulla di irrilevante.

piazza del popolo simboli fasci1Il Corriere della Sera ieri scriveva, a proposito dei fascisti del III millennio, che si recavano in corteo a Piazza del Popolo “I camerati di CasaPound marciano giù dalle rampe del Pincio, ranghi compatti in fila per cinque, formazione da parata più che da corteo, Ray-Ban a specchio e giubbotti neri (..). Slogan duri e drappi con le croci celtiche, ma niente saluti romani: perché gli ordini sono ordini e oggi è stato deciso così”. Ma già ai fascisti romani di CasaPound era già stato consentito un corteo da Via Napoleone III fino al Pincio. Dunque un lungo corteo, non autorizzato, per Roma: cosa inusuale… Con questo non si vuole contestare la possibilità di autorizzare brevi manu da parte delle forze di polizia cortei o deviazioni di percorso, ma un percorso così lungo che percorre mezza Roma lascia alquanto stupiti. Inoltre la parte finale del corteo non autorizzato si è caratterizzata come una parata paramilitare con tanto di ostentazione di bandiere con la celtica. E’ ben noto piuttosto che l’esibizione della celtica rientra tra quei simboli la cui ostentazione viene dalla Legge mancino ricondotta alla finalità della discriminazione razziale e realizza il reato di apologia del fascismo ogni qualvolta si esteriorizzi. Le mostrine della celtica erano tra l’altro caratteristiche della divisa dei boia rivoltanti e fanatici della Legione SS Charlemagne. Comunque sempre dal Corriere della Sera apprendiamo che l’armistizio sul saluto romano dura poco; a un invito dal palco di piazza del Popolo a salutare Salvini, ecco la risposta: “Quelli di CasaPound non resistono. Hanno come un riflesso condizionato. Braccia tese scattano nel saluto romano. Le nuove legioni sono schierate “.

Nessuna delle forze di Polizia ha visto quello che ha visto il giornalista del Corriere della Sera? Non ci sono le foto e i video? Non scattano o non scatteranno le denunce per apologia di fascismo da parte di individui facenti parte di una adunata sediziosa dall’aspetto paramilitare? Mah…vedremo.

salvini-sap-Il palco di Piazza del Popolo. Da quel palco, sapientemente montato assai avanti, per dare una falsa idea di piazza piena, sono state dette parole a vanvera, chiamate ad adunate, insulti a go go. Ma un intervento è stato pesante e ingombrante: quello di Gianni Tonelli del SAP, un sindacato di polizia. Il diritto di parlare in pubblico da parte di un sindacalista in comizi a carattere sindacale è un indice forte di democrazia (ricordiamo benissimo quando MSI e destra DC hanno impedito per decenni e volevano impedire la smilitarizzazione della PS e la possibilità degli agenti di iscriversi a un sindacato), il parlare però a un comizio politico da parte di un sindacalista di PS è cosa assai più discutibile, il comiziare di politica da un palco politico da parte di uno che porta la divisa, come ha fatto Tonelli, è cosa ancora più discutibile.

Analizziamo alcune frasi altisonanti pronunciate dal Tonelli. “I poliziotti sono stanchi di essere considerati un’entità negativa, un ammasso di bruti insensibili da rieducare e normalizzare. Ogni asino che raglia finiamo alla sbarra”. Chi è il complemento d’agente, non citato, che considera i poliziotti una “entità negativa”? I comunisti, Amnesty international, le zecche, ACAB, Lord Dart fener, Topo Gigio? La coerenza logica del secondo periodo è disarmante, degna di noio e voio di De Filippo/Totò: ogni asino è il soggetto con ellisse forse di ogni qualvolta che? Chi sono i ragliatori individuati dal Tonelli? Forse i PM che di tanto in tanto inquisiscono qualche agente per abusi più o meno gravi? O forse il Tonelli si riferisce come ragliatore al Capo della Polizia Pansa che etichettò come cretino l’agente di polizia che un anno fa a Roma calpestò già a terra un inerme manifestante dei centri socali? Ah, l’identità del ragliatore saperla, saperla…Ma non è finita qui: il Tonelli aggiunge: “il partito dell’antipolizia ha portato in parlamento insensate proposte di legge che se approvate ci perseguiteranno, ci impediranno di servire la brava gente. Brava gente come noi”. Qui si raggiunge l’apoteosi gaudiosa. In Italia esisterebbe un partito dell’antipolizia: farneticazioni pure! Questi antipolizia hanno “portato in parlamento insensate proposte di legge” (gli insulti al Parlamento sono stati evidenti e feroci ma né madame Boldrini né Sua Eccellenza Grasso hanno profferito una parola sdegnata finora): chissà forse nel suo linguaggio involuto il Tonelli voleva sparare a zero sulle proposte di accoglimento delle normative antitortura, in vigore in gran parte degli stati occidentali e presenti in alcune direttive europee, da noi disattese. E di quale brava gente affabula il Tonelli? Della gente in piazza, della gente con lui nel palco? Con lui nel palco c’era Maroni, il famoso mozzicatore di polpacci di poliziotti a Via Bellerio (condannato definitivamente nel 2004), il famoso indagato nel luglio 2014 per Milano expo? Brava gente sul palco: Bossi rinviato a giudizio un mese fa col tesoriere Belsito tra l’altro per truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato. Quel Bossi condannato definitivo al processo per i fatti di via Bellerio del 1996, quando i leghisti opposero resistenza agli agenti di polizia che cercavano documentazione nella sede della Lega su ordine della magistratura di Verona, Bossi è stato condannato a 4 mesi, 20 giorni in meno rispetto a Roberto Maroni. Quel Bossi condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla in più occasioni, il 26 luglio e il 14 settembre 1997, pubblicamente offesa usando, nella prima occasione la frase “Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo”. Deve essere stato ben contento il Tonelli di avere in piazza la brava gente di Casapound che ostentava celtiche e saluti romani! Bei tempi quelli di una volta dell’Italietta tranquilla, linda senza manifestanti e negri, quella in cui però che se eri ebreo o comunista finivi nei campi di sterminio ad Auschwitz o a Maathausen!

Nei paesi democratici europei esistono le famose e dure sezioni disciplinari. Di quella tedesca e francese, gli amanti dei serial TV sanno tutto (Squadra speciale Cobra 11, Derrick, Commissario Cordier). Per un intervento sgangherato come quello nel comizio di Tonelli ci sarebbe stato l’intervento immediato della disciplinare in tanti altri paesi: ma in Italia sembra piuttosto di essere come nell’Ungheria di Orban o nella Russia di Putin.

Tra piazza Cola di Rienzo e piazza Risorgimento nel quartiere Prati a Roma sempre il 28 febbraio si è svolto il corteo di qualche decina persone, non si comprende se autorizzato o no, in memoria di Mantakas. C’erano molte sigle fasciste e naziste, non solo italiane, presenti al corteo, ma una era sovrastante: l’MSE. La Repubblica ci fa sapere di “saluti romani, fiaccole e   il grido Boia chi molla”. Anche qui le forze dell’ordine non hanno videato nulla? Non ravvisano reati? Comunque sempre a Prati durante la notte i simpatici nazifascisti hanno danneggiato la sezione del PRC di Via Caracciolo, ultimo avamposto antifascista in zona, tra l’altro adiacente alla location della stessa via, dove viene spesso ospitata la potente organizzazione estremista antisemita Zenit.

La manifestazione/corteo dei #MaiConSalvini, ha visto una partecipata presenza di svariate migliaia di persone. Combattiva, misurata, senza incidenti, una manifestazione, a detta anche a denti stretti dei principali mass media, più partecipata come numero di persone di quella nazionale fascioleghista di Piazza del Popolo. Il terrorismo del giorno precedente di alcuni giornali contro i centri sociali sé è rivelato per quello che era: propaganda di basso livello, come avevamo anticipato tre giorni fa!

Il giorno precedente a Piazzale Flaminio si erano avuti degli scontri, di bassa intensità tra coloro che manifestavano contro i fascioleghisti e forze dell’ordine, dove ci sono stati degli arresti, di cui domani ci saranno le udienze per la convalida degli arresti stessi. Mi domando: ci sarà proporzionalità per l’attribuzione dei reati e la serenità necessaria nei giudizi? Voglio sperare di sì. Questi ragazzi arrestati non hanno morso i polpacci dei poliziotti, non ostentano i simboli delle SS, non dichiarano di pulirsi il culo col tricolore italiano, non sono truffatori come i bolsi protagonisti del nuovo nazionalismo farlocco e parolaio di Piazza del Popolo: si sia seri per un volta…

Barone di Leutrum

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