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Pavia: Vigliaccata dei fascisti, assalto di massa a 10 bambini rom

Manifestazione di Forza Nuova contro il centro di accoglienza che ospita 17 persone (10 bimbi)
C’era persino il segretario nazionale Roberto Fiore alla manifestazione indetta da Forza Nuova davanti ai cancelli del centro diocesiano di Pieve Porto Morone (vicino Pavia) che da due settimane ospita un gruppo di rom sgomberato dalla ex Snia. I rom erano in 48, ne sono rimasti 17 (sette adulti e dieci bambini). Gli altri hanno accettato i 1300 euro offerti dalla Caritas per tornare in Romania. I diciassette vivono imprigionati. Oltre al lancio notturno di mattoni e petardi contro le finestre, ora vengono terrorizzati dal proprietario del campo confinante, che da giorni siede sotto un ombrellone con un fucile da caccia in mano e che all’occasione minaccia di sgozzarli facendo un gesto inequivocabile con la mano.Gli adulti non possono uscire per lavorare, i figli non possono frequentare la scuola: erano iscritti negli istituti di Pavia, che però dista 25 chilometri. E ieri sera hanno dovuto subire l’ennesima manifestazione xenofoba. Se c’era un senso dell’onore nelle vecchie squadracce fasciste – una certa idea del combattimento, del rischio, della sfida, magari del machismo – quel senso dell’onore Forza Nuova l’ha perduto definitivamente in questa piccola frazione delle campagne pavesi. Trecento ragazzotti muscolosi e rapati che circondano una casa minacciando donne e bambini: chissà se il principe Borghese e i suoi della X-Mas avrebbero approvato un blitz così vigliacco…Se non fosse per i volontari cattolici e laici, i rom sarebbero abbandonati a se stessi. La sindaca Piera Capitelli ha annunciato che probabilmente non presenzierà alla assemblea comunale di lunedì 17, la prima dopo il calvario estivo dei rom. Si può comprendere il timore della sindaca: con il Prc uscito dalla giunta, l’equilibrio è molto precario.La consigliera comunale di Pavia Irene Campari, un tempo iscritta a Rifondazione, ha reso nota la delibera con la quale la giunta stanziava 40mila euro per affrontare l’emergenza post-sgombero. Con quel denaro è probabile venga pagato il vitto e l’alloggio ai rom di Pieve Porto Morone, 10 euro al giorno per ogni ospite, ma nessuna istituzione ammette ufficialmente di fornire assistenza agli sgomberati, per timore di una nuova rivolta popolare. Campari chiede che le 17 persone rimaste vengano spostate al più presto «in un luogo sicuro e protetto», lontano dalle minacce. Di parere contrario Giovanni Giovannetti, presidente del circolo Pasolini: «Significherebbe cedere alla piazza e alla follia collettiva».Lunedì il prefetto Buffoni incontrerà a Pavia una commissione governativa rumena guidata dal primo segretario del premier rumeno Calin Pospescu Tariceanu, allarmato dai media del suo Paese che per giorni hanno dedicato molto spazio alla emergenza rom della ex Snia. Fortunata la famiglia di Cristinel Tanase, che da ieri mattina occupa un piccolo appartamento nella foresteria della Prefettura, per volontà di Buffoni. Cristinel lavora come manovale per una cooperativa milanese, le tre figliolette cominceranno finalmente ad andare a scuola.

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