Mercoledì 14 ottobre – Approvati i provvedimenti decisi dal gabinetto di sicurezza israeliano contro la rabbia dei giovani palestinesi, vere e proprie punizioni collettive che colpiscono un’intera comunità, quella di Gerusalemme Est, dove le proteste sono riprese con forza poco fa nonostante lo smarrimento dell’Anp e la repressione congiunta di governo e coloni israeliani.
Le misure di Netanyahu ricordano quelle dei tempi più bui della storia. Ai palestinesi che compiono atti contro israeliani saranno revocati i diritti di residenza permanente e le loro proprietà confiscate. Non solo: i cadaveri dei palestinesi morti non saranno resi ai loro famigliari, e i quartieri arabi occupati dal 1967 potranno essere chiusi dall’esterno a piacimento di Tel Aviv.
Inoltre unità militari saranno dislocate in rinforzo alla polizia in alcune zone, centinaia di guardie di sicurezza saranno messe in campo. Almeno sei le compagnie mobilitate nelle strade, in particolare attorno ai mezzi di trasporto pubblico. E’ stato approvato anche l’immediato reclutamento di 300 guardie civili su bus e treni. Si è riunito infine oggi il consiglio di difesa per mettere a punto nuove misure punitive nei confronti del Movimento islamico in Israele.
Nei territori occupati si segnalano nuovi attacchi dei coloni, coperti dall’esercito e intenzionati, come hanno dichiarato diversi loro leader, a sfruttare la situazione per “prendersi la Cisgiordania”. E mentre i cosiddetti laburisti propongono misure ancora più dure, come un’aggressiva guerra militare e la chiusura della Spianata delle Moschee, l’ultradestra di governo punta alla reintroduzione del governo militare nelle zone abitate per lo più da arabi israeliani e a Gerusalemme, come fu nel decennio successivo al 1948.
Secondo la polizia israeliana nel pomeriggio di oggi si sarebbe verificato un nuovo tentativo di accoltellamento di un agente da parte di un giovane palestinese. Anche questa volta il ragazzo palestinese è stato ucciso dalla polizia. Un altro presunto assalitore sarebbe poi stato ucciso, sempre dalle forze di sicurezza israeliane, alla stazione centrale degli autobus di Gerusalemme.
Nel silenzio della politica, nonostante l’annuncio dell’arrivo in Medio Oriente del segretario di stato Usa Kerry, il popolo palestinese è solo, incapace di fronteggiare la disperazione di chi si fa ammazzare pur di compiere un accoltellamento: una moltitudine di persone senza identità, mai trattate come israeliane e ormai dimenticate dalla leadership palestinese.
Il commento di Cinzia Nachira, saggista ed analista di questioni medio-orientali. Ascolta o scarica.
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