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NoTav: perquisizioni e fogli di via ad attivisti della Valle

Quattro militanti notav hanno subito accurate perquisizioni, altri tre militanti notav della Valle hanno visto recapitarsi  fogli di via, tutti del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno. Ermelinda, Stefano e Andrea, residenti a Bussoleno non potranno andare a Venaus, Giaglione e Chiomonte per tre anni su decisione arbitraria del Questore di Torino. Tutte operazioni l’ambito di una nuova inchiesta intesa ad indebolire il movimento in questa delicata fase di passaggio, con un’estate di lotta alle porte e la volontà di accelerare i lavori espressa dal governo di “larghe intese”.
Titolari dell’inchiesta, i soliti Pm Rinaudo e Padalino (quest’ultimo agli onori delle cronache in questi giorni per l’accanimento contro il csa Murazzi, nonché sempre in attesa di entrare nella politica istituzionale nei paraggi della Lega Nord).

I quattro compagni perquisiti sono acusati di aver effettuato minacce contro un operaio di una delle ditte che lavorano al cantiere di Chiomonte.
Inutile dire che questi compagni, la citata vittima neanche la conoscono e che quindi “l’unitaria regia” atta a perseguitare il malcapitato è un’invenzione bell’è buona e che non si capisce quale sia la “frangia violenta del movimento no tav”, dal momento che esiste un solo ed unico movimento che si esprime e assume le proprie responsabilità nelle forme di lotta che mette in campo.
In molti/e sono andati/e in questi anni alle reti del cantiere per denuniarne l’illeggittimità, tentare di smontarlo e sabotarlo. In molti/è hanno anche richiamato questi lavoratoti (crumiri!) pronti a svendere il loro territorio per trenta denari alle loro responsabilità. Da qui a costruire un’inchiesta per “minacce” ce ne passa un bel po’…!
Del resto, in molti hanno ben presente la miseria e piccolezza umana di questo personaggio che si vota al vittimismo mediatico (un’intervista con sottofondo musicale strappalacrime ad un giornalista della Stampa). Basta poco per orchestrare un’inchiesta che non andrà da nessuna parte ma che subito permetterà di costruire la notizia dei “Notav che minacciano gli operai!”.

D’altronde, si capisce meglio qual è il vero intento dell’operazione: sequestrare un po’ di materiale informatico, audiovisivo e magari un po’ di prove scomode… visto che alcuni sono militanti riconosciuti del movimento (Lele Rizzo, Alberto di Condove) ed uno di loro (Pier Paolo Pittavino) è anche consulente per gli avvocati del pool notav nel processo del 3 luglio…
In Valle c’è una situazione paradossale, di diritti sospesi e siamo arrivati al punto che gli spostamenti all’interno della Valle li decide il Questore. Bisogna ricordarlo, il foglio di via è una privazione della libertà personale comminata senza processo su sola discrezione della questura. Prove, dibattimenti, presunta innocenza non esistono, digos e funzionari decidono del destino di chiunque senza appello.

Esiste il ricorso a questo procedimento, ma costa 1000 euro a persona e raramente (sopratutto dalle parti della Procura torinese), viene accolto. Il non rispetto di una norma che risale all’epoca fascista, sancita dal Codice Rocco, costa mesi di carcere e multe salatissime.
Insomma un procedimento ad uso e consumo della Questura e degli sfizi di qualche funzionario. Abbiamo avuto di tutto in merito: chi non poteva uscire dal proprio paese, chi non poteva andare a Torino, chi poteva andare in tutta la Valle tolto Chiomonte e via discorrendo a seconda della fantasia. Il dato di fatto reale è che la libertà di circolazione delle persone, sancita nella carta costituzionale, è sospesa di fatto, nel silenzio complice dei tanti garantisti dei quali non si sente mai una voce dissonante dallo spartito suonato Questura e Procura.


Giù le mani dai notav: il movimento non si intimidisce!

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