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NoExpo: No all’estradizione dei 5 studenti in lotta. L’appello dell’assemblea #free5 di Atene

#free5Pubblichiamo il testo dell’appello con cui si è conclusa l’ assemblea di solidarietà ai cinque studenti di Aghia Paraskevi del 15-11-15 per i quali vi è richiesta la estradizione dalle autorità giudiziarie italiane. L’assemblea ha avuto luogo all’aula Mach del Politecnico di Atene ed in modo collettivo ha compilato il presente testo per fare il punto sulla situazione e sul da farsi. Questo il sito della campagna contro l’estradizione: http://free5.gr e questo l’hashtag twitter #free5.

No all’ estradizione dei 5 studenti in lotta

A giovedi 12 novembre, giorno di sciopero generale, la polizia accompagnata da magistrato, fanno irruzione nelle case di cinque studenti da Aghia Paraskevi e gli arrestano, secondo la richiesta dello stato italiano e dopo il Mandato Europeo di Cattura emesso contro di loro.

Lo stesso giorno, a Milano, la polizia italiana arresta cinque italiani accusati per lo stesso delitto. L’ accusa in sostanza riguarda esclusivamente la loro partecipazione alla manifestazione No Expo di Milano, al 1mo maggio 2015. Dalle autorità giudiziarie elleniche, e in via indiretta dallo stesso governo greco, viene richiesta la estradizione dei cinque giovani per un processo in Italia, senza che ci sia ancora rinviato l’ intero fascicolo d’ inchiesta al consiglio della Corte d’ Assise che deciderà se accogliere o meno la richiesta di estradizione.

L’ unico elemento accusatorio “rilasciato” è la vaga affermazione che sono stati visti partecipare in scontri, senza specificare né il chi lì ha visti né cosa si sono visti fare. Questi °dettagli° sono rimasti alla discrezione e la volontà politica dei magistrati della corte d’ assise, per decidere se bastano a consolidare l’accusa o meno.

No Expo – Come dire ya basta!

Che cos’era allora questa manifestazione a cui partecipavano i cinque studenti? Durante in 2015 ha toccato a Milano ospitare la esposizione mondiale Expo. Queste fiere sono esposizioni internazionali organizzate a tempi fissi e città ogni volta diverse, per mostrare i vari prodotti e le meraviglie del capitalismo, e fare business di ogni sorta.

In poche parole è un altra ancora delle ben note feste (chiamale Olimpiadi, La Coppa del Mondo, La Biennale ecc.) durante le quali lo champagne scorre in abbondanza, servita da servili e non pagati volontari, barzellette si raccontano tra pellicce e gioielli e le nuove condizioni di sfruttamento dei sudditi sono firmate con penne d’ oro dalle elite mondiali capitalistiche.

Per codesta festa è ovvio che non son mancate le mazzette e i tangenti tra politici, mafiosi e grandi appaltatori, gli scandali e i buchi neri ai bilanci, in parallelo con le infami condizioni del lavoro – spesso non pagato – prima e durante la esposizione, la dislocazione di popolazioni impoverite delle borgate, le misure speciali di sicurezza ecc. Ma, verrà così tanta gente! Non possiamo permettere alla miseria e allo sfruttamento del quotidiano che ci guasti le festività! Non dimentichiamo che tutto questo spendere e spandere, con i milioni che volano a destra e manca, avviene proprio quanto il governo italiano passa misure di austerità e chiede dai poveri di tirare ancora di più la cinghia!

Se tutto questo sa un po’ di greco (Olimpiadi, crisi, memorandum) non è a caso, si chiama capitalismo mondiale…Contro tutta questa festa di svalutazione delle nostre vite, migliaia di persone da tutta Italia e da altri paesi hanno deciso di unire le loro voci e i loro sforzi in un collettivo “ya basta!”, basta con lo sfruttamento! Fu indetta un corteo al giorno di inaugurazione del Expo, chiamata No Expo e appoggiato dalla totalità dei movimenti e le forze del lavoro in concomitanza anche con la manifestazione del 1° maggio. Succede sempre a queste manifestazioni che coesistono diverse logiche e pratiche, che compongono un multiforme movimento di resistenza sociale.

Ma che avevano da fare li i 5 del Aghia Paraskevi?

Ι cinque studenti accusati partecipano al movimento studentesco greco, sono attivi nelle assemblee del loro quartiere e hanno preso parte nelle numerose lotte sociali/operaie/di classe scoppiate nel paese negli ultimi anni. In altre parole, sono tra quelle migliaia di persone scese per le strade negli ultimi anni in lotta per la dignità e la solidarietà sociale.

Sono una goccia nel oceano dei milioni di persone, organizzate o spontanee, che resistono allo sfruttamento e lo svalutarsi delle loro vite, alla violenza quotidiana del potere, che arriva fino all’ assassinio (i morti sul lavoro oppure le esecuzioni a freddo poliziesche, in Grecia, in Argentina, la Tunisia, l’Egitto, la Bosnia, la Turchia, il Messico, il Brasile e altrove. Mentre in Italia, era naturale che i cinque politicamente attivi studenti partecipassero alla manifestazione contro i piani dei padroni. Il giorno dopo , durante un rastrellamento di massa, sono stati fermati davanti a un bar, con il criterio che uscivano da uno spazio sociale occupato. In seguito, sono stati obbligati a dare le impronte digitali e materiale genetico (DNA), senza nessuna presenza di interprete.

Quando i “sotto” si svegliano, i “sopra” tremano

Le resistenze generalizzate dei subalterni è ovvio che non lasciano indifferenti i meccanismi dello stato, anzi, fanno aumentare per loro la posta in gioco. L’ attacco contro i diritti lavorativi e a tutte le premesse per una vita dignitosa si intensifica, così che aumenti lo sfruttamento e la paura, e quindi si limitino le possibilità di reagire. In poche parole ci vogliono obbligare di tenere la testa bassa, mendicare per le briciole e dire pure grazie, per non avere né il tempo né la forza né l’ energia di organizzare le nostre resistenze.

Si preparano pure dal punto di vista della violenza di stato e della repressione, con le polizie nazionali che assomigliano sempre di più, nelle tattiche e negli armamenti, a degli eserciti. ‘

E’ lo stesso filo rosso che unisce l’ assassinio di Grigoropoulos, l’ operato feroce dei MAT(Celerini, forze antisommossa), dei ΔΕΛΤΑ/ΔΙΑΣ(reparti motorizzati che speronano manifestanti a volontà) e altri tipi di sbirri durante gli scioperi generali in Grecia.

E pure altrove, con gli assassini nelle favelas di Brasile, i ghetto americani ed i sobborghi francesi, , l’ assassinio di Carlo Giuliani a Genova a 2001, senza contare i migranti morti in Mediterraneo, nei cosiddetti “naufragi”. ‘E sempre lo stesso cartello di avvertimento che lampeggia sopra le teste dei dannati di questa terra, che dice «State buoni, le vostre vite per noi non valgono nulla».

Il sistema infine prepara la repressione dal punto di vista giudiziario. Il Mandato di Cattura Europeo, dal quale si avvale la magistratura italiana per chiedere la estradizione dei 5 studenti, è entrato in vigore con la seconda legge antiterrorismo (2004).

Le leggi antiterroristiche calpestano i diritti umani più elementari, come per esempio la mancanza in Italia di un certo termine di custodia cautelare.

Se i 5 studenti vengano estradati, potranno passare 5 anni nelle carceri italiane, lontano dai loro cari, e con il processo essere prosciolti, come è il più probabile in base alle prove inesistenti che presentano gli inquirenti. La loro estradizione comporterà l’ isolamento totale, la rovina economica loro e di loro famiglie, e la impossibilità di difendersi (altra lingua, altro diritto).

La integrazione europea costruisce un Guantanamo generalizzato, vorrebbe moltissimo tutte/i noi, che riempivamo le strade e le piazze di Atene tutti questi anni per le lotte sociali, gli scioperi e le manifestazioni, di vederci chiusi dentro!

E’ chiaro che l’ unica accusa rivolta ai 5 studenti è che hanno unito le loro voci con migliaia di altri a Milano e altrove, è che hanno deciso di resistere alla sorte che hanno preparato per tutti noi i potenti di questo mondo!

E’ altrettanto chiaro che la nostra solidarietà alle persone che lottano non è negoziabile!

No all’ estradizione dei 5 studenti in lotta di Aghia Paraskevi

Cessazione di ogni procedimento nei loro confronti

Solidarietà ai 5 italiani accusati per lo stesso caso

Martedì 24/11 Manifestazione all’ambasciata italiana 18.00, Sekeri & Bas. Sofias

Sabato 28/11 Corteo Monastiraki 12.00, in occasione della giornata paneuropea di solidarietà agli arrestati del No Expo

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