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Milano: Sala chiama Gabrielli ma per quale sicurezza e quale coesione? Per chi?

L’ex capo della polizia Franco Gabrielli è stato nominato delegato del sindaco di Milano per la sicurezza e la coesione sociale.

di Salvatore Palidda

Giuseppe Sala lo ha annunciato lunedì 2 ottobre informando anche della nascita di un comitato strategico composto da lui, Gabrielli, l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè e il titolare della Sicurezza Marco Granelli (da articolo del corriere).

«Sono riuscito a portare a casa il migliore che c’è » ha detto Sala. “La sinistra deve dare risposte alla richiesta della sicurezza che viene dalla gente e non può essere solo repressione … Oggi la sicurezza è cambiata e anche la festa del liceo Leonardo si trasforma in una situazione per mettere a rischio chi è lì. La società sobbolle». A sostegno di Sala, Majorino ha aggiunto: “quelle di Sala sono due scelte molto importanti in materia di Sicurezza per Milano. L’obiettivo è coniugare sicurezza, cultura della legalità e coesione sociale».

Da queste frasette si capisce bene che la sicurezza di Sala e Majorino prescinde totalmente da una minima attenta osservazione della realtà milanese (come di quasi tutte le città italiane e del mondo). Quali sarebbero le insicurezze secondo questi emeriti amministratori? A chi si devono attribuire? Quale sicurezza e quale coesione sociale proteggere? Per chi? (vedi pp. 162 e segg. del libro Polizie, sicurezza e insicurezze).

Come abbiamo potuto studiare in un seminario di Effimera alla casa della cultura di Milano il 4 marzo 2023, Milano è più che mai la città travolta dalla spaccatura flagrante fra da un lato i poveri -sempre più numerosi nella fila in attesa di un sacchetto di cibarie al “pane quotidiano”, i giovani etichettati come neo-delinquenti del trap del quartiere San Siro e altrove (vedi libro Saitta), i ragazzi del Beccaria, gli uberizzati e il “popolo della precarietà” (compresi gli studenti che non possono pagarsi un letto) e dall’altro lato il “popolo della speculazione finanziaria immobiliare che vive nei quartieri leccati fra dehors e le torri che proliferano. Il modello che ha perseguito questa amministrazione comunale -dopo l’abdicazione liberista di Pisapia- è appunto quello che ha favorito e esasperato questa spaccatura e peraltro anche il degrado dell’ecosistema (Milano è sempre più in testa fra le città più inquinate d’Europa non solo per l’aria ma anche per le acque ecc.).

Appare chiaro allora che quando Sala e Majorino parlano di sicurezza e coesione sociale pensano unicamente al “popolo” della Milano delle torri e dei quartieri ricchi. Come scrive anche Fiorello Cortiana su ArcipelagoMilano: “… lui (Sala) della zona San Siro vede solo l’area oltre Piazza Segesta dove è stata approvata dalla sua giunta la delibera di pubblico interesse per la costruzione di un nuovo impianto affiancato da un distretto multifunzionale, finanziato da Inter e Milan e dal valore di 1,2 miliardi di euro”.

Se pensassero agli ALTRI dovrebbero dare la priorità assoluta allo sviluppo dei servizi socio-sanitari e degli effettivi aiuti sociali ai meno abbienti, a cominciare dall’offrire alloggi gratuiti o veramente a prezzi accessibili a redditi oggi ridotti al miserabile da questo liberismo imperante incarnato da Milano all’ennesima potenza. No, l’idea di sicurezza di mister Sala e mister Majorino non ha nulla a che fare con il contrasto delle vere insicurezze che affliggono gran parte della popolazione, non è sicurezza per proteggere chi è super-sfruttato, chi è stato affossato nella povertà al di sotto della soglia minima di sopravvivenza. Dal punto di vista di Sala recuperare Gabrielli è un colpo mediatico certo e in più dice lui “per tutta la sinistra”, cioè per quella ex-sinistra che da D’Alema, a Violante, a Minniti, a Guerini che da oltre 30 anni ha sposato la causa della lobby militaro-poliziesca. E certo sarà rassicurante per quel popolo caro a chi ha ridotto Milano a “modello” liberista compiuto.

pubblicato anche su Effimera

 

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