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Migranti: Nuova strage al largo di Lampedusa

Recuperati 13 corpi. Dispersi 8 bambini

I cadaveri di tredici donne, alcune incinte, sono stati recuperati a un miglio dalle coste di Lampedusa dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Sono stati messi in salvo, e già trasferiti in porto, i 22 superstiti del naufragio, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. Secondo alcuni testimoni tra i dispersi ci sarebbe anche 8 bambini e altre donne in gravidanza. Una delle superstiti ha raccontato di avere perso la sorella più grande e la figlia di quest’ultima, di appena 8 mesi. A bordo dell’imbarcazione c’erano circa 50 persone. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella ha spiegato: «L’imbarcazione non era in condizioni di affrontare la traversata. Nessuno a bordo sembra avesse strumenti di soccorso individuali e in questi casi un salvagente ti salva la vita. Sono stati molto bravi gli equipaggi che sono intervenuti. Se solo le persone a bordo avessero avuto un giubbotto o soltanto un salvagente sarebbero oggi vivi».

Parole che sembrano spazzare via ogni dubbio sui soccorsi, confermando la dinamica della tragedia, determinata, secondo le ricostruzioni, dalle cattive condizioni meteo e dall’agitazione a bordo dei migranti, affollatisi su un lato del natante. E mutano le ipotesi di reato dopo che il procuratore aggiunto, sul posto ieri mattina, ha sentito alcuni naufraghi e ha ricevuto le informative di Guardia costiera e Guardia di finanza: in luogo di naufragio e omicidio plurimo colposo, vengono indicati il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte per conseguenza di altro reato.

Inevitabili le polemiche su questa altra tragedia. «Non si può morire in questo modo. Occorre individuare canali, favorire azioni che rendano il Mediterraneo più sicuro. Servono scelte concordate per impedire queste tragedie. Una strage insensata e dolorosa», è lo sfogo amaro del sindaco di Lampedusa, Totò Martello.

Mediterranea Saving Humans su Facebook scrive: «Liberate le nostre navi bloccate in porto da provvedimenti assurdi e illegittimi, liberate l’umanità. Fatelo subito». Il presidente e fondatore di Open Arms, Oscar Camps, ha denunciato «l’inazione» delle autorità, comprese quelle italiane.

Ma per Matteo Salvini «chi riapre i porti è complice dei trafficanti. Quei morti sono sulla coscienza di quelli che dicono che in Italia possono arrivare tutti».

da il dubbio

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