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Migranti: barconi lasciati alla deriva nel mediterraneo

Sono annegati quattro dei trenta migranti che, alla vista delle navi militari italiane a largo di Linosa il 13 luglio, si sono gettati in mare. La conferma è arrivata nel pomeriggio, da fonti libiche. La stessa Libia che avrebbe lasciato morire una donna e un bambino che erano a bordo di un gommone in difficoltà. Lo denuncia l’ong catalana Proactiva Open Arms pubblicando video e foto dei due corpi in mare, tra i resti di una barca.

‘La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone – ha scritto il fondatore della Ong Oscar Camps – ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette’. Una donna e un bambino, di soli 5 anni, sono morti.

Tratta in salvo da Open Arms, invece, l’altra donna, Josephine, originaria del Camerun.

L’Ong denuncia “un’omissione di soccorso” da parte del “mercantile Triades (ora a Misurata) e della guardia costiera libica. Ieri, lunedì, il mercantile e la guardia costiera libica avrebbero parlato più volte via radio di due gommoni in difficoltà. In serata la guardia costiera libica avrebbe detto al mercantile di ripartire perché sarebbero intervenuti loro. Cosa, però, non avvenuta.

Per Proactiva si tratta della “conseguenza diretta del fatto che l’Europa ritenga la Libia un paese con un governo e che abbia una guardia costiera capace di intervenire”, oltre che dell’aver impedito alle Ong di restare nel Mediterraneo. Quei morti sono conseguenza della politica dell’Italia e della Ue”.

A Giorgia Linardi, responsabile italiana dell’ong Sea Watch, abbiamo chiesto un commento su quanto sta accadendo nel Mediterraneo oltre che di spiegarci, concretamente, l’operato delle ong, strette tra la guardia costiera libica da un lato e le politiche ultrarepressive della Fortezza Europa dall’altro. Ascolta o scarica qui

Ancora migranti. Sono 50.872 – meno della metà dei 110mila dell’anno scorso – i migranti giunti in Europa via mare in 7 mesi. 1.443 persone sono morte. A dirlo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). La rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia resta la più letale, con 1.104 vittime, 4 volte il numero di annegamenti sulla rotta per la Spagna (294), benché i numeri siano quasi identici. Il numero di migranti arrivati in Italia nel solo mese di giugno è inoltre crollato a 3.000, l’87% in meno di giugno 2017. Per la prima volta la rotta del Mediterraneo occidentale diventa la più battuta: in Spagna 6.400 migranti, il 166% in più di giugno 2017. La rotta dell’Est del Mediterraneo invece vede arrivi stabili a giugno: 3.600.

I migranti quindi continuano ad arrivare, non conoscendo barriere: dalla Grecia all’Italia, e da lì alla Spagna. Una logica oltre i confini che è la stessa di Abriendo Fronteras, Aprendo Frontiere, piattaforma di oltre 100 collettivi spagnoli in questi giorni arrivata, con circa 300 attiviste e attivisti, nel Sud Italia, per scambiare pratiche e saperi con le realtà antirazziste e le comunità migranti. Ieri sera partecipato corteo a Palermo. Fino a giovedì la carovana sarà a Catania, poi andrà a Riace, in Calabria, Civitavecchia e infine tornerà a Barcellona, domenica.

da Radio Onda d’Urto

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