Menu

Messico: l’instancabile lotta della comunità indigena di Ostula

Un vero movimento sociale non dimentica mai i suoi morti, non smette di cercare i suoi scomparsi e lotta instancabilmente per la libertà dei suoi prigionieri politici.

Le rivendicazioni della comunità nahua di Ostula non sono nuove. Difendere il proprio territorio dalle complicità tra governi, transnazionali e delinquenza organizzata è costata negli ultimi quattro anni la vita a 34 comuneri e la scomparsa di altri sei, oltre all’incarcerazione di Cemeí Verdía Zepeda, comandante della polizia comunitaria di questa località del litorale del Pacifico michocano.
Nessuna volontà governativa, la mancanza dell’adempimento degli impegni presi con l’assemblea di questo popolo organizzato, li porta a riprendere di nuovo misure di pressione per ottenere l’immediata e incondizionata libertà di Verdía, prigioniero dal 19 luglio 2015; la cancellazione degli ordini d’arresto contro gli altri poliziotti comunitari e le autodifese della regione; la smilitarizzazione della Costa-Sierra del Michoacán; castigo per i poliziotti e i militari che hanno assassinato un bambino, hanno ferito dei comuneri e hanno distrutto i beni comunali, con la relativa riparazione del danno; arresto di El Lico ed El Chacal, capi del cartello templare, la disarticolazione politica ed economica di questa cellula criminale; e certamente, la presentazione in vita dei loro scomparsi e il castigo dei colpevoli dell’assassinio dei comuneri. I processi delle autodifese nel Michoacán uniscono forze e unificano strategie.
Le polizie comunitarie di Aquila, Coahuayana, Chinicuila e Coalcomán chiedono il rispetto della loro organizzazione e di fermare la creazione di gruppi di scontro. La polizia comunitaria di Ostula, rivendicata fin dal recupero delle proprie terre con un processo assembleare nel 2009, avverte che ora le sue azioni cresceranno se non si dà una soddisfacente risposta alle sue richieste di giustizia.

Lo scorso 1° dicembre hanno occupato la strada federale 200 e 250 comuneri si sono trasferiti a Morelia per chiedere l’immediata libertà del loro comandante. I comuneri della regione della Costa-Sierra del Michoacán non ha smesso di denunciare le operazioni nelle loro terre del cartello dei Cavalieri templari che, affermano, si muove con “la complicità di funzionari corrotti”. Un’altra richiesta è il chiarimento della morte di Hedilberto Reyes, di 12 anni, assassinato lo scorso 19 luglio, da membri dell’Esercito durante una manifestazione a Ixtapilla. Oggi gli abitanti della costa nahua del Michoacán chiamano alla solidarietà. La loro lotta è anche per fermare la guerra di sterminio contro i popoli originari, per il rispetto delle comunità zappettaste e per la fine del paramilitarismo.

da comitatocarlosfonseca.noblogs.org

Leave a Comment

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>