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Manifestazioni per George Floyd. Cortei attaccati dalla polizia in Africa e in Sri-Lanka

Repressa dalla polizia una manifestazione antirazzista in Sri-Lanka in solidarietà alle proteste in corso negli USA a seguito della morte di George Floyd. Inevitabilmente anche il continente africano è stato scosso dal brutale assassinio dell’afroamericano George Floyd.

Il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, commentando l’omicidio di George Floyd per mano della polizia, ha detto che gli “Stati Uniti devono intensificare gli sforzi per eliminare le forme di discriminazione etnica e che l’UA respinge le pratiche discriminatorie in corso nei confronti dei cittadini neri degli Stati Uniti”.

Una retorica che non corrisponde alla realta’ dei fatti accaduti durante le manifestazioni di protesta che si sono tenute nel continente.

Centinaia di persone hanno manifestato l’8 giugno a Nairobi, capitale del Kenya, contro la brutalità della polizia. In marcia attraverso le baraccopoli di Mathare, i manifestanti hanno chiesto giustizia per le vittime di omicidi extragiudiziali. Secondo l’autorità indipendente di sorveglianza del Kenya, almeno 15 persone sono state uccise dalla polizia da quando le autorità hanno imposto il coprifuoco di coronavirus a fine marzo. Le forze di polizia del Kenya sono spesso accusate da gruppi di diritti civili di usare la forza eccessiva e di compiere omicidi illegali, specialmente nei quartieri poveri. Prima della pandemia di coronavirus, Human Rights Watch ha documentato otto casi di omicidi della polizia in meno di due mesi. “I poveri di Mathare sono solidali con i poveri d’America, i neri d’America. Vogliamo che sappiano che questa lotta è una di queste “, ha affermato Juliet Wanjira, 25 anni, co-fondatrice del Mathare Social Justice Center. Mentre le proteste globali hanno contesti localizzati, Wanjira vede un tema comune. “Questa è una lotta dei poveri”, ha detto. “I poveri sono trattati come criminali e non hanno dignità”. I manifestanti si sono fermati nei luoghi in cui le persone erano state uccise. La manifestazione si è conclusa vicino al condominio del tredicenne Yasin Moyo, che è stato ucciso dalla polizia a colpi di fucile mentre stava giocando sul suo balcone dopo il coprifuoco a marzo. Alla fine della marcia, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Sabato scorso attivisti del gruppo Economic Fighters League (Fighters) e attivisti antirazzisti avevano manifestato nella capitale del Ghana, Accra, in memoria di George Floyd. La polizia è intervenuta sostenendo che la manifestazione non era autorizzata e ha arrestato il leader del gruppo. I manifestanti si sono quindi diretti verso la stazione della polizia per chiederne la liberazione e per tutta risposta sono stati accolti da colpi di arma da fuoco. Una donna è rimasta ferita e soccorsa in ospedale. Secondo la polizia i colpi sono stati sparati da “una banda di agenti ribelli che sono saltati fuori da un pick up della polizia che si è scagliato contro la folla”.

Sostenitori del movimento “Black Lives Matter” si sono riuniti mercoledì 4 giugno davanti al parlamento sudafricano a Città del Capo. I manifestanti hanno anche reso omaggio oltre che a George Floyd anche a Collins Khosa, un uomo sudafricano brutalmente picchiato dai soldati impegnati a fare rispettare le misure di blocco a causa del COVID-19 ad aprile. L’uomo in seguito morì in ospedale. “La campagna di solidarietà nera vuole stabilire un processo di costruzione del movimento. Lo stato finale sarà la creazione di un movimento anti neo-coloniale, antimperialista, anti movimento di nuovo ordine mondiale. Dobbiamo iniziare da qualche parte, alcune persone nel mondo sono molto più avanti di noi. Ma solo perché alcune persone sono molto più avanti di noi, ciò non significa che non possiamo iniziare. È meglio tardi che mai “, ha detto Mategali, un manifestante.

Alberizzi Massimo Direttore Quotidiano Online Africa Express  Ascolta o scarica

La mattina del 9 giugno 2020 era prevista una iniziativa sotto l’ambasciata USA nella capitale del  Sri-Lanka, Colombo, promossa dal Partito Socialista Frontista (FSP), ma con il pretesto dell’emergenza legata alla diffusione di Covid19 la polizia ha dapprima vietato e poi arrestato alcune decine di manifestanti che avevano deciso di mobilitarsi ugualmente, annunciando di farlo mantenendo le distanze e utilizzando dispositivi di protezione.

Dopo questi primi arresti ne sono seguiti altri di avvocati che  si sono recati ai commissariati per chiedere le ragioni della detenzione.

In solidarietà alle arrestate e arrestati una nuova manifestazione è stata promossa poco dopo in un’altra zona della città. Anche in questo caso è intervenuta la polizia, picchiando i manifestanti e facendo nuovi arresti.  Al momento il bilancio della repressione è di 42 persone arrestate.

Nuove iniziative di solidarietà con le persone detenute si stanno realizzando e lanciando in altri paesi del mondo dove il FSP è presente.

Ci racconta quanto accaduto Vijith, compagno srilankese  dell’FSP, fra i curatori della trasmissione di Radio Onda d’Urto “Radio Vivara”, in onda ogni sabato alle 20.30 sulle nostre frequenze. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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