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L’Italia continuerà a foraggiare la Libia per torturare i migranti

Italia-Libia, domenica 2 febbraio il rinnovo per tre anni del memorandum. Rapporto Oxfam sul fiume di soldi per il contenimento brutale dei migranti

Negli ultimi 4 anni oltre 1 miliardo di euro, il 26% degli aiuti totali del Trust Fund, siano stati deviati dal loro scopo umanitario per finanziare politiche nazionali di brutale contenimento dei flussi migratori. In tre anni circa 40 mila uomini, donne e bambini innocenti sono stati deportati nei “lager libici”, dove sono quotidianamente esposti a torture e abusi indicibili. Dalla firma dell’accordo Italia-Libia, inoltre abbiamo speso la cifra record di 570 milioni euro per esternalizzare la gestione dei flussi migratori e per finanziare le missioni navali italiane ed europee.

Il nuovo rapporto Oxfam – “Il Trust Fund Ue per l’Africa intrappolato tra difesa delle frontiere e politiche di aiuto“ – arriva a poche ore dal rinnovo automatico dell’accordo Italia-Libia che il governo M5s-Pd-Leu-Iv aveva giurato di voler riformare. Firmato tre anni fa l’accordo, avallato dal summit Ue della Valletta, serve alla cosiddetta esternalizzazione delle frontiere. Nel caso della Libia, in particolare, si è trattato di risorse usate per la Guardia costiera, che si è rivelata complice dei trafficanti di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo centrale e ha operato in mare per riempire i lager per migranti.   Nello stesso periodo, solo 56 milioni di euro – meno dell’1,5% del valore totale del Trust Fund – sono invece serviti a finanziare canali migratori regolari.

Degli oltre 4,5 miliardi di euro stanziati per i 26 paesi africani beneficiari, 328 milioni sono stati destinati alla Libia che risulta essere quindi il principale paese destinatario delle risorse, prima di Somalia e Niger. Di questi 328160,13 milioni sono esplicitamente stati usati per la gestione dei flussi migratori e il rafforzamento delle frontiere. Un impegno di risorse, sul punto, doppio rispetto agli stanziamenti verso gli altri Paesi destinatari. Una gestione dunque tesa molto più a impedire gli arrivi che a creare le condizioni per evitare morti in mare e violazioni di diritti umani in Libia dove migranti sono usati come scudi umani e in alcuni casi sono stati anche arruolati in milizie legate alle parti in conflitto. È urgente un piano di evacuazione dal paese per i migranti detenuti nei centri ufficiali e non ufficiali.

L’Italia ha avuto gestione diretta delle risorse del Trust Fund, in particolare: 77,3 milioni dal Ministero degli Interni per programmi di gestione dei flussi migratori e controllo dei confini; solo 22 milioni dal Ministero degli Esteri (attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) per programmi di sviluppo socio economico dei paesi africani.

E’ il fallimento ennesimo di ogni speranza di discontinuità riposta, anche da pezzi di sinistra radicale, nel Conte bis. Una discontinuità che viene agognata ogni volta che sembra mutare qualcosa in quello che viene soprannominato partito di “sinistra” dalla stampa e dal ceto politico. Si pensi a certi entusiasmi per la vittoria di Zingaretti che, poche ore dopo, li ha freddati marciando a Torino con le madamin Sì Tav. Oppure a Bonaccini che, dopo aver incassato la vittoria alle regionali di domenica scorsa, ha annunciato che la marcia per l’autonomia differenziata non si fermerà. Ma è sui decreti Salvini, sulla questione migranti e sulla repressione del conflitto sociale, che la continuità di questo governo è ancora più impressionante (oltre che sulle politiche di austerità).

Domenica 2 febbraio è previsto il rinnovo, senza modifiche, del memorandum Italia-Libia. Nonostante il 6 novembre scorso, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, avesse annunciato modifiche, l’accordo stipulato nel 2017, sarà rinnovato alle stesse condizioni per altri 3 anni. Per questo le organizzazioni umanitarie protestano, chiedendo al Governo Conte un atto di coraggio, nel bloccare l’Intesa.

«È lo stesso memorandum che, negli stessi tre anni, tutte le organizzazioni e agenzie internazionali per i diritti umani hanno condannato per il rischio effettivo che rappresenta per la tutela dei diritti delle persone migranti – sottolinea Emergency in una nota rilanciata dall’agenzia Redattore sociale – come è ormai documentato, in Libia vengono sistematicamente violati i diritti fondamentali di migliaia di persone, detenendole abusivamente e sottoponendole a violenze e torture di ogni tipo. Il racket delle migrazioni, la corruzione e, negli ultimi mesi, l’inasprirsi della guerra escludono nel modo più assoluto che la Libia possa essere considerata il “porto sicuro” in cui rimpatriare i migranti che vengono intercettati in mare dalla guardia costiera”. L’ong ricorda che, dopo le proteste della società civile, lo scorso novembre il governo italiano aveva riconosciuto la necessità di rinegoziare l’accordo costituendo una commissione italo-libica che garantisse la trasparenza dell’operato della guardia costiera e lo svuotamento dei centri di detenzione. «Ma il tavolo è fallito, le autorità libiche non hanno risposto, e l’accordo verrà rinnovato così come è, compresi i finanziamenti di questo sistema disumano. L’Italia dice di aver fatto la sua parte, ma non è così. Non ha mantenuto la promessa di modificare il memorandum rendendo il nostro Paese complice – se non il committente – delle innumerevoli violazioni dei diritti umani perpetrate in Libia». Emergency condanna il rinnovo di quello che considera un «vergognoso accordo con la Libia» e chiede all’Italia e all’Europa di dare risposte serie e credibili per affrontare ciò che avviene ogni giorno nei luoghi di detenzione libici e nel Mediterraneo. «È necessario ripensare le politiche sull’immigrazione in Italia e in Europa, che non possono essere più delegate a Paesi che violano i diritti umani su mandato. Se vogliamo veramente parlare di cambiamento di rotta, è imprescindibile fare scelte civili forti, per le quali non possiamo più aspettare».

Anche la campagna Io Accolgo, lanciata da Arci e altri soggetti, smentisce la versione ufficiale di Palazzo Chigi: «In un quadro simile, qualsiasi governo serio deciderebbe di sospendere immediatamente l’accordo, mancando l’interlocutore con cui quell’accordo è stato contratto. E invece il la Farnesina interviene per dichiarare esattamente l’opposto e cioè che quel Memorandum rappresenta il quadro di riferimento per la collaborazione ancora in atto con la Libia sui temi migratori e che resterà in vigore fino a quando non saranno possibili interventi migliorativi. Il 2 febbraio, quindi, il Memorandum verrà automaticamente rinnovato, nonostante gli impegni a modificarlo assunti tre mesi fa. Si continuerà dunque a finanziare la guardia costiera libica – per lo più formata da quegli stessi trafficanti che si dice di voler fermare – perché riporti i migranti in fuga nei lager dove sono sottoposti a ogni tipo di tortura e dove si può morire a causa dei bombardamenti. Crediamo che l’unica scelta “umana” da compiere subito sarebbe quella di svuotare i lager e trasferire chi vi è trattenuto Chiediamo dunque l’evacuazione di tutti i migranti trattenuti nei centri libici, l’apertura di corridoi umanitari europei, il ripristino di un’operazione vera di soccorso in mare, un’Italia e un’Europa impegnate nell’accoglienza, il rispetto dei diritti umani fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita. Domattina lanceremo un’iniziativa di mail bombing, invitando a inviare in tante e tanti una mail al ai ministri Di Maio e Lamorgese con queste richieste».

«Volendo bloccare le migrazioni ad ogni costo – riprende anche un comunicato di Oxfam –  i governi europei adottano politiche di corto respiro che fanno male a chi ha più bisogno. Ai paesi africani sono di fatto negati gli aiuti che dovrebbero ridurre la povertà, prevenire i conflitti e migliorare le loro condizioni di vita. Il risultato è che finiscono in secondo piano gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni africane, di sviluppo e crescita economica, che possono alla radice prevenirne la necessità di migrare.

Quando la strategia di sviluppo è legata a obiettivi di politica interna europea, si perde di vista la centralità che devono avere la resilienza, lo sviluppo economico e la mobilità umana, fattori chiave per contribuire a migliorare la vita delle persone in Africa.

Chiediamo quindi alle istituzioni dell’Unione Europea e ai suoi stati membri un’inversione di rotta nei metodi di implementazione del Trust Fund per l’Africa, adeguandosi agli obiettivi umanitari e di sviluppo dell’Unione Europea».

Dall’entrata in vigore dell’accordo tra Italia e Libia, Oxfam ha prodotto 3 rapporti che documentano la continua violazione dei diritti umani in Libia e le enormi responsabilità italiane:

«Inaccettabile rinnovo di accordi con un paese che viola i diritti umani», dice Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. «Sono numerosi i report delle Nazioni Unite – confermati anche dalle testimonianze dei migranti che riescono a lasciare il paese –  che riportano come episodi di violenza, abuso, torture e riduzione in schiavitù siano all’ordine del giorno nei centri di detenzione in Libia. Pertanto i trasferimenti o i rimpatri nel paese di migranti, soprattutto se minorenni, condotti dalla Guardia Costiera libica, sono assolutamente inaccettabili. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo e l’Italia ha il dovere di costruire una politica di gestione dei flussi migratori in collaborazione con l’Europa, che metta il tema del rispetto dei diritti umani come priorità e che questo sia il faro nella valutazione del rinnovo di questi accordi».

Checchino Antonini

da popoff

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