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Israele ordina, Gentiloni esegue: il Giro d’Italia non riconosce il popolo palestinese

Gentiloni, quatto quatto, è riuscito ad essere più sionista dei sionisti: in un colpo solo vieta l’ingresso a Leila Khaled in Italia e fa partire il Giro di Italia nella Palestina occupata accettando il veto israeliano sulla dicitura di “Gerusalemme ovest” che, evidentemente, Israele pretende tutta per sé, in totale spregio al diritto internazionale.

In seguito alla nostra richiesta alla direzione del Giro d’Italia, ci felicitiamo della sua rapida decisione di rimuovere la definizione di ‘Gerusalemme ovestdalle sue pubblicazioni ufficiali. Gerusalemme è la capitale di Israele, non esiste est e ovest”, hanno dichiarato, soddisfatti, i ministri israeliani dello sport e del turismo.

Come al solito Israele si fa un baffo della legalità e del diritto internazionale visto che tutti i tentativi di proclamazione unilaterale di Gerusalemme capitale sono stati condannate dalle Risoluzioni dell’ONU e nelle sentenze delle Corti internazionali, e ciò perché la città di Gerusalemme comprende territori non riconosciuti come israeliani dal diritto internazionale.

Nel 2002 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione 1322 confermando tutte le precedenti Risoluzioni 476 e 478 del 1980, 672 del 1990 e 1073 del 1996 e “tutte le proprie altre Risoluzioni rilevanti”. Nella Risoluzione ONU n. 478 si legge testualmente:”tutte le misure amministrative e legislative intraprese da Israele e volte ad alterare lo status di Gerusalemme, inclusa la ‘legge base Israeliana’ che dichiara Gerusalemme quale propria capitale, costituiscono una violazione del Diritto internazionale”.

La Corte Internazionale di Giustizia ha confermato, poi, nel 2004, che i territori occupati dallo Stato di Israele oltre la “Linea Verde” del 1967 continuano ad essere “territori occupati” e dunque con essi anche la parte est di Gerusalemme.

Ma tutto ciò non è bastato a Paolo Gentiloni e ad Angelino Alfano(sic) per cercare di suggerire ad RCS Sport – organizzatrice del Giro d’Italia 2018 – una decisione diversa. “Tale dicitura era priva di alcuna valenza politica”. Per loro ne era priva di sicuro.

Ma per un popolo senza terra da più di 69 anni, calpestato, umiliato e vittima di uno strisciante genocidio, la valenza di questa decisione è enorme, soprattutto perchè segna un deciso cambio di passo nella storia delle relazioni tra il popolo Palestinese e l’Italia.

Una storia, di certo, controversa, ma che non si era mai spinta ad un tale livello di soccombenza nei confronti del peggiore sionismo da parte di un nostro governo. Ecco la com’è ridotta la nostra politica internazionale. Nel confronto impietoso con ciò che fu un tempo ed al cospetto di queste povere comparse sbiadite, tutto ad un tratto, anche Craxi ed Andreotti ci appaiono come giganti della storia.

Sergio Scorza

da contropiano

 

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