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Il paese delle archiviazioni.

La Procura del tribunale di Genova ha deciso di archiviare 222 denunce di manifestanti per violenze avvenute in strada durante il G8 genovese del 2001. Sono passati 12 anni,spiegano i magistrati, in molti casi non sono stati trovati i responsabili e poi non c’è abbastanza personale per fare indagini più approfondite.
Su queste violenze non fu mai aperto un processo nonostante le denunce. Sull’argomento ospitiamo un commento del sociologo Salvatore Palidda, esperto di polizie.
In un modo o nell’altro, per una ragione o per un’altra, com’è come non è, le polizie e il potere la fanno quasi sempre franca e anche quando vengano puniti, le sanzioni sono di fatto più simboliche che di sostanza. Dopo averne viste e sentite di tutti i colori, tanti avevano coltivato l’illusione che si potesse avere quantomeno un po’ di giustizia per i fatti del G8 di Genova. E invece ecco un nuovo colpo assai duro che fa ripiombare nella nuda e cruda realtà dell’amministrazione della giustizia del cosiddetto stato di diritto democratico, quasi come ad essere buttati giù da una finestra.
Sì, è questo che tanti giuristi avallano; è questo che provano alcuni giovani ancora sanamente ingenui e speranti di una “giustizia giusta”.
Poi, cari signori delle toghe e grandi autorità giuridiche e caro Presidente della Repubblica che fai sempre tanti discorsi roboanti, non Vi dovrete meravigliare se qualcuno finisce per diventare violento e Vi considera criminali così come Voi sembrate pensare delle persone accusate di distruzioni e saccheggio durante quel disgraziatissimo G8 di Genova, di tanti NOTAV e di altri ancora.
Insomma, sembra chiaro che non Vi rendiate conto del danno che provoca la mancata giustizia o l’ingiustizia o la giustizia diseguale (vedi caso Cucchi): un effetto devastante tanto quanto Voi dite di considerare l’attentato alle istituzioni democratiche o un cosiddetto attacco terrorista.
Voi che continuamente Vi riempite la bocca per dimostrare di essere campioni della difesa della democrazia, che cosa avete fatto per dimostrare che la giustizia può essere uguale per tutti?
Vi rendete conto di che significa per una persona che ha subito vessazioni, protervia, abusi di potere, violenze per giunta vigliacche, costatare che i responsabili di questi reati non saranno scalfiti da alcuna minima sanzione? E che continueranno a vestire la divisa di ufficiali dello stato dotati di quel potere discrezionale che può permettere loro di usare la forza e quindi anche le armi, una discrezionalità che vedi caso facilmente scivola verso il libero arbitrio? E Vi rendete conto che a forza di lasciar correre i crimini di operatori delle polizie, ve ne saranno sempre di più a pensare di poter agire allegramente con altrettanta libertà sulla pelle di chi non gode di alcuna tutela? Cosa direste a vostra/o figlia/o se fosse stata/o fra i massacrati da più agenti delle polizie pur non avendo commesso alcun reato? Cosa dovrebbe pensare questa persona se un giorno re-incontra gli stessi operatori in servizio che lo fermano per “controlli”?

I magistrati responsabili di questi procedimenti archiviati sono gli stessi che sono stati considerati esemplari per la loro tenacia nel perseguire anche alti dirigenti di polizia per i loro reati alla Diaz e a Bolzaneto. Senza affrontare il bilancio di tutta la storia giudiziaria sui fatti del G8 di Genova, appare comunque emblematico che il sabotaggio delle indagini a carico del personale delle polizie responsabile di molteplici reati è stato sfacciato, ma è passato inosservato e nessuna autorità giuridica o politica vi ha prestato attenzione; e come mai il processo a carico dei manifestanti sia stato più veloce di quello per i reati degli operatori delle polizie? Alla fine della fiera, anche i magistrati considerati fra i più valenti democratici gettano la spugna. Giustizia è fatta.
Chi ancora aveva qualche illusione, forse, deve rassegnarsi a capire che lo stato di diritto democratico non è altro che un coarcervo di qualche piccolo spiraglio di giustizia e soprattutto di tante ingiustizie, tanto più quando gli attori forti condizionano l’esercizio di ogni potere e quindi del potere giudiziario. Che cos’è l’archiviazione? L’Italia è probabilmente il paese campione in questo campo. Ogni tanto il potere ha cercato la connivenza popolare con le sanatorie e qualche archiviazione soprattutto a beneficio di tanti reati amministrativi o da codice civile. E così la legittimazione dell’illecito dei poteri diventa lecita, trova copertura legale.
E’ come con l’anamorfosi, ossia il gioco dello specchio deformante che permette di storcere o raddrizzare un’immagine. Una giustizia davvero formidabilmente creativa.
Lasciate ogni speranza a voi che entrate! E’ questo il messaggio ai giovani?
Salvatore Palidda da manifestiamo.eu



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