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“Gli studenti devono pagare i danni”. Circolare di Valditara contro le occupazioni

Il Ministro dell’Istruzione e del merito Valditara manda un documento alle scuole superiori dove detta la linea di fronte alle lotte e occupazioni.

Il Ministro Valditara ha deciso di mettere nero su bianco, tramite una circolare che è stata recapitata per e-mail, i principi ai quali si deve ispirare la risposta dei dirigenti scolastici: primo, se ci sono reati vanno denunciati; secondo, a pagare i danni – pulizie comprese – devono essere gli studenti responsabili dell’occupazione, terzo; più misure disciplinari e punizioni per tutti, tra abbassamento dei voti in condotta e sospensioni.

Dobbiamo ridare ai presidi la copertura per un’azione a difesa della legalità” ha spiegato Valditara al al capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, che nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione sulle ultime occupazioni

Anche in quest’anno scolastico alcune scuole sono state teatro di occupazione da parte di gruppi di studenti che hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni, per periodi considerevoli, ledendo il diritto costituzionale allo studio della maggior parte degli studenti non aderenti alle occupazioni e causando, in molti casi, danni consistenti agli arredi sia fissi che mobili, alle dotazioni laboratoriali e alle strutture” si legge nella circolare “L’occupazione espone gli studenti a possibili reati, anche legati al danneggiamento di beni pubblici”.

La circolare mandata ieri (lunedi 5 febbraio) mostra un chiaro obiettivo che il Ministro si sta ponendo nell’ultimo anno che è quello della criminalizzazione di qualsiasi forma di dissenso all’interno degli ambienti scolastici.” commenta Paolo, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi “È chiaro che gli studenti nell’ultimo anno hanno tentato diverse forme di proteste anche per far emergere i dubbi e le criticità su quelli che sono i provvedimenti”.

Il ministro dell’Istruzione (e merito) Valditara, che da tempo opera per un ritorno dell’autoritarismo nelle scuole, ne ha approfittato per rilanciare la sua riforma della condotta e le altre misure repressive che intende adottare. «Ho proposto al ministro della Giustizia una norma che prevede, laddove vi siano state aggressioni, atti di violenza, reati nei confronti di personale della scuola, che si possa agire in giudizio civilmente per ottenere una riparazione dei danni da immagine che l’istituzione scolastica ha subito» ha detto ieri durante un incontro in Puglia.

Annuncio che ha fatto seguito alla circolare di lunedì con la quale ricordava ai dirigenti di «segnalare alle autorità» gli occupanti per il reato di danneggiamento di proprietà pubblica. Sempre a supporto del pugno duro, il ministero ha anche per la prima volta comunicato i numeri della banca dati che ha istituito a Viale Trastevere: «Nell’ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi ora, dopo 5 mesi, siamo a 27 con un aumento del 111% degli atti di violenza nei confronti del personale della scuola, mentre sono in diminuzione gli atti di violenza commessi da studenti, meno 11%». Aggiungendo poi che si deve «ragionare sul fatto che nelle nostre scuole sia in crisi il concetto di autorità».

Forse proprio a questo ragionamento è dovuta l’ultima proposta del ministro sui poliziotti a scuola, lanciata dalle pagine del Messaggero: «Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole». In realtà, presidi delle forze dell’ordine nelle piazze di spaccio vicino le scuole già ci sono e i numeri dell’organico della polizia non fanno pensare a un possibile dispiego di massa. Ma la sparata ha subito trovato il sostegno delle associazioni dei presidi. DirigentiScuola, oltre a ringraziare il ministro «per la disponibilità all’ascolto», fa appello al Parlamento «affinché si approvino subito le norme in discussione».

L’Associazione nazionale presidi si dice «favorevole all’iniziativa del ministro» ma aspetta di «leggere in dettaglio per poter esprimere una valutazione compiuta». La Flc Cgil denuncia: «Forze dell’ordine a protezione delle scuole e l’inasprimento delle pene: ancora una volta risposte di tipo repressivo che trascurano la complessità del fenomeno». Il sindacato contesta il metodo indicato dalla destra per restituire autorevolezza alla scuola: «Dopo anni di cattive riforme – dice la Flc – serve un nuovo posizionamento sociale, servono investimenti per una ristrutturazione dell’intero sistema, recuperare la missione costituzionale». La proposta non ha convinto neanche il Movimento italiano genitori, Moige, di solito su posizioni molto conservatrici: «Attenzione a non trasformare le scuole in fortini». Contrarie anche le associazioni studentesche. «Già con i decreti sicurezza di Salvini – scrive l’Unione degli Studenti – abbiamo visto aumentare le forme di repressione nei confronti del corpo studentesco con perquisizioni, sanzioni, cani anti droga. Aumentare le forme punitive non serve a contrastare la violenza ma solo a marginalizzare chi vive situazioni di disagio».

Il commento a Radio Onda d’Urto di Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi Ascolta o scarica

 

 

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