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I garanti dei detenuti insorgono: “Indignarsi non basta più”

Il documento appello con le proposte per uscire dalla crisi. Il portavoce Ciambriello: “Subito misure deflattive”

La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha diffuso un documento-appello dal titolo “Indignarsi non basta più!”, rivolto alla politica, alla magistratura e al dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.

Ecco le quattro proposte principali dei Garanti: approvare immediatamente misure deflattive del sovraffollamento; intervenire urgentemente per migliorare le condizioni detentive attuali; attenuare l’applicazione della circolare sul riordino del circuito media sicurezza; intervenire per rendere praticabile il diritto all’affettività in carcere, anche con più telefonate e videochiamate.

‘Rispetto all’indifferenza della politica e all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, chiediamo l’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento, l’accesso alle misure alternative ai detenuti che stanno scontando una pena o un residuo pena inferiore ai tre anni, progetti di inclusione socio lavorativa, attività culturali ricreative e relazionali – spiega il portavoce della Conferenza nazionale e Garante campano Samuele Ciambriello Chiediamo subito l’aumento di telefonate e videochiamate e chiediamo misure alternative urgenti per i detenuti tossicodipendenti e malati di mente. Ci sono pene sproporzionate per i reati minori, reati minori anche in famiglia che hanno pene maggiori! Rispetto ai suicidi, ai tentativi di suicidio e agli atti di autolesionismo, occorrono figure di sostegno psicologico e psichiatrico, occorrono assistenti sociali che fanno da ponte tra il dentro e il fuori. Occorrono mediatori linguistici per gli immigrati”.

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