G8 Genova: Durissime le motivazioni ad una sentenza che condanna il ministero dell´Interno
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Il ministero – che ha come capo di gabinetto, è bene ricordarlo, nientemeno che Gianni De Gennaro, all’epoca dei fatti capo della polizia – è stato condannato a pagare 23 mila euro di risarcimento a Simona Coda Zabetta, pestata e percossa in piazza Manin, dov’era stata allestita una ‘piazza tematica’ sulle contestazioni al G8 da parte della Rete Lilliput. Il giudice Claudio Viazzi, nella sentenza, ha scritto fra l’altro che la donna “fu ferita da più manganellate nell’ambito di una carica violentissima, indiscriminata e diretta contro un bersgalio che non era tale”. Secondo il giudice “nessuna giustificazione o esimente può ritenersi applicabile alla condotta della polizia. Quel che è successo è riconducibile a gravi negligenze, approssimazioni e omissioni in tutta l’operazione di ‘ordine pubblico’ compiuta”.
Il pestaggio di Simona Coda Zabetta è avvenuto nel quadro della carica documentata molto bene nel video O.P. Genova 2001 realizzato dalla segreteria del Genoa Legal Forum: il documentario riporta anche la registrazione delle chiamate intercorse fra gli agenti impegnati nell’operazione e la centrale operativa che ordinava: “Fate prigionieri, fate prigionieri”.
Quella di ieri è la sesta condanna del ministero dell’Interno per i fatti del G8 nell’arco di pochi mesi. Amato, a quanto pare, paga e tace, impegnato com’è sulla piaga dei tremendi lavavetri che tendono agguati ai cittadini fermi ai semafori.
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