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G8 Genova 2001: Vincenzo Vecchi è definitivamente libero. La procura generale francese rinuncia

Nello stesso giorno in cui la Cassazione francese metteva definitivamente fine alla richiesta di estradizione per i dieci esuli politici italiani in Francia altro duro colpo per il “partito della vendetta. La procura generale francese rinuncia al ricorso sull’estradizione di Vincenzo Vecchi. Ora la sentenza è definitiva e Vincenzo è definitivamente libero.

La Procura generale francese ha rinunciato a sostenere la richiesta italiana di estredizione per il militante no global Vincenzo Vecchi che quindi è ora un uomo libero e non potrà più essere estradato in Italia dove deve scontare 10 anni per devastazione e saccheggio per i fatti relativi al G8 di Genova.

La notizia è arrivata dal comitato ‘Soutien Vincent’ che in questi anni ha supportato con presìdi e incontri informativi il 49enne italiano, da 13 anni residente in Francia. Venerdì scorso la Corte d’appello di Lione aveva infatti respinto la richiesta delle autorità italiane, ma il futuro del militante restava ancora in mano alla procura generale che ha tuttavia rinunciato al ricorso.

Il mandato d’arresto europeo era stato spiccato nel 2016 dall’Italia affinché Vecchi, da molti anni residente Oltralpe, tornasse in Italia a scontare la pena di 10 anni di carcere. Ma per la terza volta una sentenza di Corte d’Appello, in questo caso quella di Lione , ha detto che Vecchi non può essere estradato.

Nella terza sentenza sul caso (arrivata dopo due ricorsi in Cassazione e una pronuncia della Corte di Giustizia) i giudici francesi erano entrati nel merito nel formulare la decisione dicendo che l’estradizione “rappresenterebbe un oltraggio sproporzionato al rispetto della sua vita privata e familiare“. Vincenzo Vecchi infatti “è radicato da 13 anni in Francia – hanno spiegato i giudici – dove ha “una famiglia, un lavoro da falegname in una cooperativa” e partecipa “alla vita associativa e culturale” della comunità.

La sua estradizione sarebbe quindi sproporzionata tenendo conto “che sono passati più di 21 anni dai fatti” e che, d’altro canto, “la gravità concreta del reato” è “oggettivamente moderata” e riguarda il danneggiamento di una banca e l’incendio di un’auto”.

Tra i sostenitori del militante ‘no-global’, c’erano fra gli altri anche la Premio Nobel per la Letteratura, Annie Ernaux e l’ex magistrata, Eva Joly. La procura generale ha tre giorni di tempo per ricorrere in appello.

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