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Catania: in corteo contro Frontex, chiediamo diritti e dignità per i migranti.

Il 18 aprile 2015 centinaia di migranti morivano mentre il loro barcone affondava nel Canale di Sicilia.

Le scellerate politiche di respingimento dei nostri fratelli e sorelle migranti non hanno fatto altro che fomentare odio e violenza, hanno portato all’uso della forza per prendere le impronte digitali, applicando ottusamente l’odioso regolamento di Dublino. Adesso i governi europei vorrebbero rimpatriare 400.000 migranti ritenuti “irregolari”. 

La Fortezza Europa ha deliberatamente scelto di trasformare il Mediterraneo in un mare di morte, mentre nell’Est europeo le frontiere vengono blindate con chilometri di filo spinato, e chi prova ad attraversarle viene brutalmente picchiato e respinto. Emblematico il caso di Idomeni, dove persino i bambini sono rimasti intossicati dai fumogeni e dai lacrimogeni lanciati dalla polizia. 

Nel frattempo l’agenzia militare Frontex, nella veste di “polizia di frontiera europea”, ha già aperto 5 hotspot nel territorio siciliano (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta, Trapani): territorio che si sta lentamente trasformando in un arsenale di guerra a cielo aperto, con la crescente militarizzazione dell’isola dovuta all’installazione del Muos a Niscemi, all’utilizzo della base militare di Sigonella a vantaggio dei droni americani diretti in Libia. “Allo stesso modo l’apertura dei CIE e del Cara di Mineo hanno reso la Sicilia il più grande lager d’Europa, dove donne e uomini migranti, attendono in media 18 mesi l’esame della commissione, subiscono violenze fisiche e psicologiche e in più aumentano le migranti indotte alla prostituzione.”

Contro l’apertura di una sede di Frontex nella città di Catania è scesa ieri in corteo quella parte della città antirazzista, meticcia e solidale, al grido di “Ma quale Frontex, ma quale sicurezza, noi non vogliamo nessuna Fortezza!”. Per ribadire ancora una volta che nessun essere umano è illegale. 

Frontex è un programma militare dell’Unione Europea volto alla chiusura delle frontiere e al respingimento dei migranti, che non ha nulla a che vedere con l’accoglienza. “L’utilizzo di uno spazio pubblico, come il Monastero di Santa Chiara, per ospitare la sede dell’agenzia militare Frontex è un insulto all’intera città che vede sempre più ridursi gli spazi sociali destinati a scuole, a servizi sociali, all’aggregazione. E’ vergognoso che  il Sindaco Bianco si permetta di regalare uno degli immobili più importanti della città per il coordinamento di operazioni militari per il respingimento di migranti”.

L’appello alla mobilitazione, lanciato dalla Rete Antirazzista Catanese e da numerose altre associazioni, tra cui i No Muos e le Carovane Migranti, ha visto la partecipazione di un folto gruppo internazionale di manifestanti, scesi in piazza per chiedere dignità e diritti per i nostri fratelli migranti. Tra loro anche le madri e i padri dei desaparecidos tunisini, messicani, marocchini.

 

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Questa donna è venuta in rappresentanza di altre 504 madri tunisine, tutte con lo stesso quesito: DOVE SONO I NOSTRI FIGLI? Sanno che sono arrivati vivi in Italia, ma hanno perso le loro tracce. Potrebbero essere morti, potrebbero essere in un qualsiasi carcere italiano.

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Dal Messico in Italia: verità e giustizia per Ayotzinapa, per i 43 studenti sequestrati dalla polizia e brutalmente torturati (i corpi di alcuni sono stati rinvenuti bruciati, gettati in una fossa): vivos se los llevaron, vivos los queremos!

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Quest’uomo ha raccontato il naufragio del barcone su cui si trovava suo figlio, appena ventenne e ad oggi disperso: mentre la barca affondava, hanno chiamato la Guardia Costiera, che non ha fatto nulla per salvarli ma è intervenuta soltanto dopo, quando la metà dei migranti era già morta. Circa settanta persone sono invece sparite nel nulla. E’ stata aperta una Commissione d’Inchiesta, ma chi restituirà a questi genitori i loro figli?

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Moltissimi manifestanti hanno sfilato portando le foto dei migranti, accostate all’interrogativo “Dove sono?”.

Il corteo è partito dall’area portuale nel pomeriggio, e come al solito abbiamo assistito ad uno spropositato schieramento delle forze di polizia. Una manifestazione davvero internazionale (i cori sono stati cantati in spagnolo, italiano, arabo), che ha sfilato lungo le vie di Catania per poi concludersi in Piazza Federico di Svevia, davanti il Castello Ursino. In una traversa della piazza si trova appunto la sede di Frontex, che era protetta da due camionette e un cordone di agenti schierati in tenuta antisommossa. 

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La piazza dove si trovavano i manifestanti è stata letteralmente cinta d’assedio, circondata da agenti e camionette. Come si può vedere in foto, due camionette e un cordone di agenti armati di scudi e manganelli hanno impedito al corteo di raggiungere la sede di Frontex, mentre dall’altra parte la Guardia di Finanza e i carabinieri hanno letteralmente chiuso i manifestanti nella piazza: nel caso in cui ci fossero stati scontri, non avremmo avuto alcuna via di fuga.

Non appena giunti in piazza, il corteo si è diretto di fronte il cordone di polizia e ha deposto per terra le foto dei migranti.

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Anche dopo la fine della manifestazione, alcune vie della città vicine alla “zona calda” sono state militarmente interdette dalla celere: ad alcuni ragazzi che si dirigevano verso la piazza dove poco prima si era conclusa la manifestazione è stato impedito di passare. 

 

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*Foto di Mariaconcetta Bombaci

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