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Francia: “Un potere che manganella la gioventù è debole e spregevole”

Richiesta la proroga dello stato di emergenza fino al 16 luglio, giorno della fine di Euro 2016 di calcio. E’ quanto ha richiesto il premier Manuel Valls, “il muscolo duro della disciplina” nella schiera del governo Hollande, ci spiega Cesare Piccolo ai nostri microfoni.

Lo stato d’emergenza, che vieta manifestazioni e dà mano libera alla polizia di intervenire, è in vigore dagli attacchi del 13 novembre scorso. Sarebbe dovuto terminare il 26 maggio, dopo una prima proroga di fine febbraio.

Sembra l’ultima arma in mano al governo francese quella della strategia securitaria della paura, con il vano tentativo di diffondere allarmismo e una forzosa autorità sul popolo francese. Ma è di questi giorni la polemica di giornali ufficiali e opinione pubblica riguardo alle violenze della polizia, si riconosce la gravità e l’onnipotenza di questa mano armata perpetua nelle piazze e nella vita quotidiana francese. Un articolo firmato da un collettivo di 300 universitari, artisti e associazioni, del giornale francese Liberation titola il 18 aprile: “un potere che manganella la gioventù è debole e spregevole”.

Non accennano infatti ad affievolirsi le mobilitazioni del Nuit Debout: al secondo mese di mobilitazione e protesta il nuovo movimento francese si sta radicalizzando ed espandendo anche in altri territori, coadiuvati da una forte coesione extraparlamentare del movimento operaista e di quello studentesco, accompagnati da un’opinione intellettuale che mantiene coerenti e forti i progetti e le parole d’ordine contro il Jobs Act francese.

In collegamento con noi Cesare Piccolo, giornalista e nostro collaboratore da Parigi, che propone un quadro sulla situazione francese tra strategie della tensione e smascheramento da parte del movimento. Ascolta o Scarica.   (da Radio Onda d’urto)

Francia, campagna contro la polizia: “Deve proteggere i cittadini, non picchiarli”

Un manifesto sul sito del principale sindacato francese, la Cgt, rilancia le numerose denunce delle violenze delle forze dell’ordine durante le recenti manifestazioni di lavoratori e studenti. Molti i video in rete. Dilapidato il consenso popolare nei confronti degli agenti seguito agli attentati terroristici

“La polizia deve proteggere i cittadini, non picchiarli”. E’ un manifesto choc quello che ha pubblicato sul suo sito la Cgt, il principale sindacato francese. Nell’immagine si vede del sangue che imbratta la strada e un manganello. Il riferimento è alle violenze delle forze dell’ordine durante le ultime manifestazioni di studenti e sindacati. Da giorni circolano in rete video di alcuni pestaggi che ci sono stati a margine dei cortei contro la riforma del governo sullo statuto dei lavoratori. Alcuni filmati sono stati girati davanti al liceo Henri-Bergson, istituto del diciannovesimo arrondissement occupato dai ragazzi. In un caso si vede un ragazzo spinto a terra da un agente mentre gli altri lo colpiscono. In un altro un giovane si prende un pugno in faccia e cade a terra, il volto insanguinato. Un liceale ha raccontato di essere stato morso all’orecchio da un poliziotto. “Se non avessimo visto le immagini non ci avremmo creduto”, ha commentato Gweanael Cau, rappresentante dei genitori nel liceo parigino. Le famiglie dei ragazzi, alcuni fermati, hanno deciso di pubblicare i filmati su YouTube che sono subito diventati virali.

Il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha ordinato accertamenti da parte dell’Inspection générale de la police nationale (Igpn). Un poliziotto, ripreso il 24 marzo davanti al liceo e identificato, sarà processato per direttissima. La tensione sociale in piazza mostra come sia ormai lontano quel consenso intorno alle forze dell’ordine visto dopo gli attentati a Charlie Hebdo quando tre poliziotti erano stati uccisi dai terroristi. Durante la manifestazione contro il terrorismo dell’11 gennaio 2015 gli agenti erano stati applauditi in place de la République e il sito ufficiale del ministero aveva ricevuto centinaia di messaggi di sostegno. Un anno e mezzo dopo, place de la République è occupata dai giovani del movimento Nuit Debout che si guardano di traverso gli uomini in uniforme che sorvegliano la piazza. E quell’inedito record di popolarità dei “flics”, i poliziotti, sembra in parte svanito come dimostra il manifesto della Cgt accolto con molte polemiche. Il ministro Cazeneuve si è detto “scioccato” da una campagna che vuole “distruggere il legame di fiducia” tra cittadini e agenti. Gli altri sindacati della polizia hanno chiesto al governo di denunciare la Cgt. In Francia non esistono statistiche ufficiali sulle violenze della polizia. A metà marzo l’associazione Acat, ong contro la tortura e la pena di morte, aveva pubblicato un primo rapporto sulla base di centinaia di testimonianze raccolte. Da allora l’Igpn si è impegnato a raccogliere in una banca dati i casi su cui è aperta un’indagine interna. (da La Repubblica)

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