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Francia: Rapporto sulla violenza della polizia

L’Osservatorio delle pratiche di polizia di Tolosa (OPP) ha appena pubblicato il suo terzo rapporto sul mantenimento dell’ordine e sulla sua deriva liberticida e violenta. Le sue conclusioni non consistono solo nell’osservare e denunciare gli eccessi che si discostano dalla legge, ma anche nell’individuare il loro impatto sulle condizioni concrete di esercizio della democrazia

(scarica da qui:  Maintien de l’ordre, Une dérive liberticide et violente, par l’Observatoire toulousain des Pratiques Policières, 3ème rapport, 102 pages.)

di Yves Faucoup da Mediapart

Il 28 novembre si è tenuta a Tolosa una conferenza stampa per presentare il rapporto dell’Osservatorio delle pratiche di polizia di Tolosa sugli abusi delle forze di polizia. La data di martedì 28 novembre è una scelta simbolica perché oggi si è aperto a Niort il processo contro gli 8 imputati di Sainte-Soline, dove sono presenti osservatori testimoni. Il documento è stato inviato poco prima della conferenza stampa alla Direzione dipartimentale della Pubblica Sicurezza (DDSP) e poi alla Prefettura e al Monisero dell’Interno. L’OPP è stato avviato alla fine del 2016 su iniziativa degli attivisti della Fondazione Copernic, della Lega per i Diritti Umani (LDH) e poi del Syndicat des Avocats de France (SAF), nel proseguimento delle mobilitazioni seguite alla morte nel 2014 di un manifestante a Sivens (Tarn), ucciso da una granata lanciata da un gendarme, e quelli della primavera 2016 contro la legge sul lavoro (di François Hollande) già duramente repressa dalla polizia. Alla periferia di Tolosa, nel dicembre 2016, una simpatica manifestazione familiare contro la costruzione di un “mega-centro commerciale” della Val Tolosa a Plaisance-du-Touch, provocò un dispiegamento del tutto sproporzionato di polizia: “idranti e reti antisommossa schierate in rue de Metz, equipaggiate con CRS, squadre BAC motorizzate, centro città completamente “isolato” dalle forze di polizia”, come ricorda il rapporto dell’OPP. Così nasce l’Osservatorio il 4 marzo 2017 da un comunicato stampa della LDH e della Fondazione Copernic.

Dopo aver descritto l’approccio scientifico e impegnato, trasparente e pubblico che regola il funzionamento dell’Osservatorio (status di osservatori indipendenti, protocolli di osservazione, presenza dichiarata nei siti dimostrativi, neutralità comportamentale, metodo di lavoro), gli autori, Pascal Gassiot (Fondazione Copernic) e Daniel Welzer-Lang (accademico e LDH), mostrano come il lavoro consista in un andirivieni tra osservazioni e analisi, scoperte e decrittazione. Dalla creazione dell’OPP sono apparsi altri osservatori delle libertà pubbliche e delle pratiche di polizia: Angers, Bordeaux, Caen, Corrèze, Lille, Montpellier, Rennes, Nantes, Nizza, Parigi, Perpignan, Seine-Saint-Denis, Poitou-Charentes. Dopo gli avvenimenti di Sainte-Soline, ha avuto luogo una prima osservazione nazionale che ha riunito diversi osservatori, consentendo uno scambio di pratiche, che ha creato un “inter-osservatorio in azione”. Alcuni osservatori si concentrano maggiormente su questioni di diritto, altri, come quello di Tolosa, cercano di cogliere “il significato sociale” di questo fenomeno che consiste nella repressione violenta del movimento sociale, anche se ciò significa approfondire questioni giuridiche. L’OPP afferma di voler rifiutare il “virilismo”, vale a dire qualsiasi comportamento degli osservatori che cerchino di scontrarsi con la polizia o si abbandonino a commenti omofobici. Gli osservatori sono di età diverse, di origini sociali diverse, ma fanno attenzione ad essere tolleranti tra loro, in rapporti pacifici e benevoli, tenendo conto del soggettivo, delle emozioni provate, nello spirito delle organizzazioni di disobbedienza civile.

Le manifestazioni di Tolosa

Il rapporto dell’OPP affronta innanzitutto la violenza nei quartieri. La repressione contro le rivolte dell’inizio di luglio 2023 (in seguito alla morte del giovane Nahel) ha raggiunto un livello mai conosciuto prima, nemmeno durante le rivolte del 2005. Il rapporto cita Mediapart che elencava i manifestanti gravemente feriti (o uccisi, Mohamed a Marsiglia ). Si occupa anche della repressione contro il movimento sociale (repressione poliziesca molto violenta contro i manifestanti che a milioni hanno marciato per le strade in seguito all’appello dell’intersindacale contro la riforma delle pensioni). Dopo aver ambientato, per così dire, la scena, il rapporto affronta la realtà di Tolosa. L’OPP ha coperto 212 manifestazioni di piazza a Tolosa dal marzo 2017 al 23 ottobre 2023 (e tre manifestazioni esterne: una a Sainte-Soline e due a Vendine e Saïx, contro l’autostrada A69). Ci sono state (a metà del 2021) manifestazioni contro il lasciapassare sanitario, con il ritorno, come durante i Gilet Gialli, di “manganelli, granate e massicce nubi di gas lacrimogeno”. Emblematica la manifestazione del 24 luglio 2021, con l’aggressione contro osservatori e fotoreporter maltrattati. Quella dell’8 gennaio 2022: un agente di polizia lancia un lacrimogeno contro gli osservatori al bar Gli americani, un altro, del BAC; scivola da solo, cado a terra sotto i lanci dei manifestanti; si rialzano sconvolti e lanciano poi un granata da accerchiamento (GNL), un’arma difensiva totalmente ingiustificata in una situazione del genere. All’inizio del 2023 ci saranno manifestazioni contro il disegno di legge sulla riforma delle pensioni, le più grandi degli ultimi 30 anni. I primi due mesi sono stati tranquilli, con i dispositivi della polizia lontani, fuori dal campo visivo dei manifestanti. Poi, in relazione alla situazione politica nazionale (approvazione forzata della legge in Parlamento nonostante la massiccia opposizione dell’opinione pubblica), la pressione della polizia e dei gendarmi ha pesato sul regolare svolgimento delle manifestazioni, che presto hanno portato a scontri e disordini in gran parte della Città Rosa. Ciò ha permesso a chi era al potere e ad alcuni media di “avere una giornata campale” saturando lo spazio mediatico con immagini destinate a gettare nel panico la popolazione (mostrando con compiacenza una manciata di individui in nero, noti come Black-bloc) e screditando così il movimento. Questa è la strategia della tensione che Olivier Filleule e Fabien Jobard illustrano bene in La politica del disordine,

La polizia delle manifestazioni in Francia. Inoltre, una nuova pratica delle forze dell’ordine, chiamata “immersione” dall’OPP, consiste nel concentrare in un unico luogo le forze di polizia e di gendarmeria, fino a 150 agenti, raggruppati prima di effettuare cariche per disperdere un piccolo numero di manifestanti. Si descrive più particolarmente una manifestazione, quella del 28 marzo 2023, dove i gendarmi mobili attaccano brutalmente senza motivo Boulevard Leclerc, senza l’obiettivo di proteggere i manifestanti da qualsiasi pericolo, dove si vede chiaramente che l’obiettivo evidente delle autorità è quello di far degenerare il movimento.

Il rapporto constata il mancato rispetto della legge sull’esposizione del RIO (numero individuale), il comportamento offensivo di alcuni agenti di polizia, e teme l’arrivo di un Brav-M a Tolosa, come a Parigi (già presenza di veicoli motorizzati si è notato che agenti di polizia arrivavano addirittura a inseguire i manifestanti sui marciapiedi). Vengono descritte le ferite causate… nonché le armi utilizzate: gas lacrimogeni, granate di dispersione o disaccerchiamento, granate LBD, GM2L, veicoli blindati, elicotteri, fucili segnalatori. Il rapporto teme che un giorno verranno utilizzate armi da fuoco (gli agenti di polizia di Sainte-Soline portavano mitragliatrici FAMAS). L’obiettivo della pubblicazione di tale rapporto è quello di richiamare alcune questioni fondamentali e prima fra tutte la libertà di manifestare messa in discussione dalla violenza durante la manifestazione ma anche dagli schieramenti di polizia a monte che consentono l’accesso ad una manifestazione, seppure non vietata, quasi impossibile ( numerosi esempi a sostegno di ciò).

Il rapporto fornisce anche un resoconto dettagliato delle osservazioni fatte altrove: a Sainte-Soline (25 marzo 2023) dove migliaia di granate sono state lanciate contro i manifestanti (cioè quasi una per manifestante, secondo i dati del Ministero degli Interni), mentre la maggior parte dei manifestanti si sono espressi in modo non violento (con richiami a ciò che fu Malville nel 1977, morte di Michal Vitalon e Sivens nel 2014, morte di Rémi Fraisse); a Vendine e Saïx (29 aprile e 21 ottobre 2023), contro il progetto dell’autostrada A69 che collega Tolosa-Castres.

Il rapporto si conclude con il timore di un uso sempre più repressivo delle forze dell’ordine per sedare la protesta sociale, la lotta contro le cause e le conseguenze del riscaldamento e del cambiamento climatico, la moltiplicazione di leggi liberticide, come quella sul “separatismo”, il tentativo la concessione della presunzione di innocenza agli agenti di polizia che hanno usato armi da fuoco, le dichiarazioni quasi “faziose” dei principali sindacati di polizia, la corsa a più repressione, più discriminazione, il tutto in complicità con “la frangia più “nauseante” dell’arco politico ”, segno di una “radicalizzazione del sistema neoliberista di cui il governo Borne/Darmanin è la perfetta espressione”.

Il rapporto permette di avere un inventario preciso nonché elementi di analisi, l’Osservatorio delle pratiche di polizia di Tolosa, pur impegnandosi a proseguire il proprio lavoro: Vi si esprime l’auspicio che i cittadini siano “in grado di difendere, passo dopo passo, giorno dopo giorno, ovunque nei loro luoghi di vita e di lavoro, le libertà di fronte alle minacce alla [loro libera espressione]”. Non è un esercizio di stile, la questione della violenza della polizia è un tema importante per la Repubblica con i suoi principi disprezzati: “La legge della granata e del manganello, della registrazione e del controllo, non può continuare. Si tratta delle condizioni concrete per l’esercizio della democrazia”.

traduzione a cura di Salvatore Palidda

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