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Fascisti in Inverno

Inchiesta. Tra il 7 gennaio e il 4 febbraio, la destra neofascista punta a imporsi come opzione politica di massa contro il governo Monti. Slogan demagogici ma resi credibili dalla realtà, rissosità interna, inviti alla ribellione anche “attraverso lo stadio del sangue”.
E’ entrata decisamente in fibrillazione quella che si autodefinisce “l’area nazional rivoluzionaria”. Dopo il campeggio di luglio a Monte Livata (vicino Subiaco), noto alle cronache come il primo Forum Nazionale della Solidarietà Sociale”, sono proseguite le “riunioni del martedi” nella sede storica di Acca Larentia per dare seguito alla decisione di convocare una manifestazione nazionale “dell’area” il prossimo sabato 7 gennaio a Roma, in occasione dell’anniversario dei morti di Acca Larentia del 7 gennaio 1978.
Questa infatti era stata l’unica indicazione concreta emersa dal comunicato finale dell’incontro neofascista tenutosi sui monti Simbruini nella seconda metà di luglio, un comunicato firmato da diverse organizzazioni e associazioni “di area”, di cui le principali rimangono Forza Nuova e Casa Pound in aperta competizione tra loro da quando nel 2006 maturò la rottura tra i due gruppi. Gli altri firmatari del comunicato di luglio sono: Movimento Patria Nostra (attivo soprattutto in Campania), il neocostituito gruppo Confederatio (nato nel dicembre del 2010 a Monticchiello, vicino Siena), Le associazioni culturali Zenit, Fons Perennis,Solidarietà Sociale (Roma), l’associazione Passepartout (Latina), Spazio Ribelle (Lambrate), Comunità Castelli Romani, Militanti Sociali Italiani Uniti e NoiOltre (1)
Si tratta a ben guardare di una area fortemente identitaria del neofascismo italiano sopravissuto alla fortissima conflittualità interna e alle lacerazioni dovute al pubblico e spudorato collateralismo dei gruppi noefascisti con il governo e il sottobosco berlusconiano e del Pdl. Questo infatti è stato uno degli elementi di polemica e rottura anche intorno al campeggio di Monte Livata a luglio. Alcuni gruppi, come quello di Socialismo Nazionale, erano usciti da Confederatio – del quale pure erano stati i co-fondatori nel meeting di Monticchiello – alla vigilia del meeting a Monte Livata proprio perchè aveva deciso di partecipare al forum di luglio dove c’erano gruppi fascisti molto collusi con l’allora governo Berlusconi e il circuito di prebende e finanziamenti che questo – a cascata dal centro fino ai municipi – aveva fatto arrivare ai gruppi neofascisti (2).
Questi gruppi “dell’area nazional rivoluzionaria” del neofascismo italiano, guardano con sospetto, antipatia e competizione – ampiamente corrisposti – alla destra sociale di Storace e Buontempo.
Anche se un esponente della Destra ha partecipato alle riunioni del martedi ad Acca Larentia (l’ultima a metà dicembre), viene precisato che lo ha fatto “a titolo personale”. Ma la Destra di Storace e Buontempo non nasconde di temere la possibilità che questa area si compatti e in qualche modo entri in campo rubandogli la scena e lo spazio politico dell’opposizione al governo Monti. Per questo motivo la Destra ha convocato una manifestazione nazionale per il 4 febbraio contro il “governo dei banchieri”. Una preoccupazione resa ancora più forte dal recente congresso tenuto da Forza Nuova il 10 e 11 dicembre al Grand Hotel Duca D’Este di Tivoli (dopo, forse del tutto casualmente, il 2 gennaio hanno sparato all’ex Nar Francesco Bianco ritenuto vicino a Forza Nuova). Il congresso di quella che appare l’organizzazione più forte e “più ricca” del neofascismo italiano, ha ruotato “sulla lotta ai poteri forti bancari, l’opposizione al governo Monti, sovranità monetaria e moneta di popolo” oltre che sul consueto armamentario ultrareazionario sul diritto alla vita fin dal concepimento, crescita demografica, lotta contro l’immigrazione. Insomma tutti temi che da un lato sottrae spazio alla Destra “ufficiale” e dall’altro candida un’area dei fascisti italiani a rappresentare l’opposizione sociale e popolare al governo unico delle banche. E su questo aspetto si apre un problema che – a sinistra in questo caso – non va affatto sottovalutato.
E’ vero che nel mosaico neofascista italiano ci sono ancora molte recriminazioni e rissosità. Per alcuni i fascisti de la Destra sono dei traditori e ”travestiti”, per altri l’ostilità arriva fino a Forza Nuova, per altri invece Forza Nuova è l’elemento indispensabile per far riuscire gli “eventi d’area”. In un blog, un certo Claudio Modola (di Linea Ovest, nucleo W.Darrè-Etruria), tra i fondatori di Confederatio, interroga però gli altri fascisti chiedendogli se “sono pronti a fomentare sistematicamente disobbedienza di massa, ribellione popolare vera,passando con tutta probabibilità attraverso lo stadio del sangue”. Lo stesso Modola avanza l’ipotesi più inquietante quando afferma che “oggi la componente che più appartiene alla comunità Nazional Socialista Europea, gode di un alto coefficente di applicabilità e questo come conseguenza degli orrori dei regimiliberal-democratici che torturano l’Europa da quasi tre quarti di secolo… Questo è il nostro tempo”. (3)
Dentro uno scenario in cui la crisi sta colpendo duramente settori popolari sempre più ampi ed in cui la disgregazione prodotta dalla precarietà ha rotto identità sociale e politiche collettive forti del movimento operaio ed ha creato una sorta di esteso, multiforme e moderno lumpenproletariat privato di identità di classe, i fascisti possono inserirsi con maggiore facilità cavalcando obiettivi contro l’euro, il signoraggio delle monete, l’Europa delle banche etc. che – avendo basi materiali vere – possono essere portati a sintesi con segni e percorsi di tipo reazionario piuttosto che emancipatore. Al nord questa operazione è resa difficile dal radicamento di un movimento reazionario a forte insediamente territoriale come la Lega, ma nel centro-sud i fascisti potrebbero trovare maggiori spazi per affermare la loro “opzione politica”. E’ un serio campanello d’allarme quello che intendiamo far suonare. Occorre che le organizzazioni della sinistra di classe e i sindacati conflittuali entrino in campo con determinazione nell’opposizione al governo Monti, che sappiano coniugare al meglio una complessità alla quale non ci si può sottrarre con una sintesi semplice delle parole d’ordine che possano essere comprese anche dalla “pancia” dei settori popolari. Nella crisi, storicamente, le opzioni reazionari hanno sempre tratto vantaggio quando non hanno trovato davanti e contro di sé opzioni alternative e vere sul piano dell’anticapitalismo.
Nel prossimo periodo continueremo il nostro lavoro di monitoraggio, inchiesta e controinformazione sui neofascisti, ma avanziamo uno strenuo appello affinche l’antifascismo militante sia una attività irrinunciabile ma non esclusiva. Come si desume dalle precedenti osservazioni, i fascisti possono diventare un problema ma non sono affatto l’unico problema che abbiamo.

Note:
1. Il comunicato ufficiale unificato diel meeting neofascista di Monte Livata è del 24 luglio 2011 dei “rappresentanti delle maggiori sigle legate alla cosiddetta “area nazional rivoluzionaria” scrive che “Nuove e vecchie generazioni si sono ritrovate ed hanno espresso per la prima volta la volontà di realizzare progetti in partecipazione comune, pur mantenendo ognuno la propria identità e progettualità politica”. Il primo obiettivo comune sarà la manifestazione del 7 gennaio 2012 per ricordare Acca Larentia.

2.Confederatio afferma di nascere sulla base di un “patto di onore” tra alcuni gruppi fascisti e nazisti stilato nel 19 dicembre 2010 a Monticchiello, vicino Siena. A questa confederazione aderiscono alcuni gruppi, alcuni di ispirazione apertamente nazista. Si tratta di Linea Ovest, Nuovo Ordine Nazionale (seguaci delle idee di Paolo Signorelli), Cursus Honorem, Socialismo Nazionale (che usciranno da Confederatio alla vigilia del campeggio di Monte Livata del luglio 2011)
3.vedi i dibattiti sul sito “Fascinazione” curato da Ugo Maria Tassinari nel quale confluisce in qualche modo la discussione di quella che Tassinari definisce la “fascisteria”. Serve un po’ lo stomaco di ferro, ma è utilissimo per capire cosa si muove tra i neofascisti italiani.


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