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È in carcere e la madre muore, negata la visita del figlio detenuto

Livorno, la denuncia di Andrea Calloni in cella in attesa del processo: ho fatto richiesta e due solleciti ma sono stato ignorato. L’ok solo per il funerale

Marusca Tarquini aveva 67 anni ed è morta giovedì pomeriggio intorno alle 18 all’ospedale di Livorno dopo una lunga malattia. Suo figlio si chiama Andrea Calloni (nella foto), ha 42 anni, è detenuto dal 18 settembre scorso, e non ha potuto salutarla per l’ultima volta, almeno da viva. Colpa di quella «richiesta ignorata» dal Tribunale di Livorno che non gli ha concesso il permesso necessario per uscire da una cella del carcere delle Sughere – dov’è in attesa dell’inizio del processo – per recarsi in ospedale.

Lo sfogo per questa delusione che considera «una vera ingiustizia», Calloni l’ha consegnato al suo difensore, l’avvocato Barbara Luceri che sta preparando la prima udienza del dibattimento che inizia giovedì e dove il suo cliente è accusato anche di associazione per delinquere.

«Sono deluso dal sistema giudiziario – fa sapere il quarantaduenne – io sono in carcere per reati contro il patrimonio. E soprattutto sono in attesa di giudizio. Quindi fino a quel giorno per la legge italiana c’è la presunzione di innocenza. Ecco perché non capisco il motivo di questo torto. Si tratta di un’ingiustizia che poteva essere evitata solo usando il buon senso e un po’ di umanità».

La corsa contro il tempo e la burocrazia per riuscire a fare visita alla madre è iniziata lo scorso 19 maggio quando la donna è stata ricoverata in ospedale per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. «I medici – spiega l’avvocato – hanno detto molto chiaramente che non c’erano molte speranze. Le condizioni della donna erano gravissime, ma in alcune circostanze riusciva ancora ad essere presente a sé stessa».

Così, appresa la cattiva notizia, Andrea Calloni dal carcere ha preso foglio e penna e lo stesso giorno del ricovero della madre ha fatto richiesta all’autorità competente per avere un permesso che gli consentisse di andare a trovare la madre. «Visto che non ho ricevuta alcuna risposta – prosegue il racconto di Calloni dal carcere – ho fatto altri due solleciti il 21 e il 23 maggio. Ma nonostante queste richieste non c’è stata alcuna decisione: la richiesta è stata ignorata». Cinque giorni più tardi è arrivata in carcere la notizia del decesso della donna.

Solo ieri Andrea Calloni è potuto uscire dal carcere per andare al funerale della madre. E darle l’ultimo saluto. Diverso e più amaro di quello che avrebbero voluto entrambi.

da il tirreno

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