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Di Pietro invoca una legge reale bis…… Maroni appalude e approva

Il bravo Tonino Di Pietro, ex poliziotto e ex magistrato ora leader dell’Idv. dopo aver votato il macello sociale in Europa con l’approvazione del Six Pack non trova di meglio che annunciare una legge reale per recintare ancora di più il conflitto sociale in questo paese e fornire su un piatto d’argento al governo un ulteriore giro di vite contro i diritti. Una bella proposta, tanto ganza che Maroni non se la lascia scappare e annuncia che già da domani presenterà in consiglio dei ministri nuove pene e misure restrittive.
«Pensare di affrontare e spazzare via i tumulti di piazza con la semplice repressione e nuove leggi speciali è pura follia: significa alimentare una spirale che già negli anni ’70 consegnò una generazione alla lotta armata. Maroni e Di Pietro cerchino di placare le loro pulsioni autoritarie. Non c’è bisogno di nessuna Legge Reale Bis. Già la prima ha fatto abbastanza morti». Lo afferma Francesco Caruso, ex portavoce della rete noglobal ed ex parlamentare di Rifondazione Comunista. «Bisogna piuttosto colmare un vuoto politico attraverso l’azione, la mobilitazione e l’autorganizzazione delle vittime della crisi – sostiene – per evitare che la distanza tra il disagio emergente e le strutture organizzate della società venga riempito dall’autolesionismo militante dei giovani esasperati dalla mancanza di prospettive e di futuro. Cambiare il mondo purtroppo -conclude – è più complicato di incendiare un blindato della polizia».
“La proposta avanzata da Di Pietro di riesumare la Legge Reale è una sciocchezza. L’idea di abbandonare lo stato di diritto non è mai una buona idea: già negli anni scorsi ha fatto danni. In più, l’idea di ridurre ad un problema di ordine pubblico quello che è un problema politico determinato dal fallimento delle politiche neoliberiste è proprio il contrario di cosa è opportuno fare”. dichiara Paolo Ferrero segretario nazionale del Prc “Dopo la manifestazione di sabato mi sarei aspettato piuttosto da Di Pietro una autocritica rispetto al voto favorevole dato dall’Italia dei Valori nel Parlamento Europeo sul Six Pack, cioè sulla stangata decisa qualche settimana fa che obbligherà l’Italia a tagli di oltre 20 miliardi di euro all’anno per vent’anni. Questo è il problema politico da affrontare, non certo le leggi sull’ordine pubblico.”

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