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Detenuto sconvolto dalla morte di moglie e figlio si impicca in cella a Napoli

«Un detenuto italiano, A.P., nato nel 1957 e con un fine pena nel 2030 per reati vari, sabato notte si è tolto la vita nel Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano ». È quanto afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria), spiegando che qualche giorno fa l’uomo «aveva dato fuoco alla sua cella, evidentemente dopo la tragica notizia della morte della moglie e del figlio, e anche per questo era stato spostato in altra camera “liscia”, dove sabato notte si è impiccato con alcuni stracci alla finestra».
Il Sappe torna a denunciare la «tensione nelle carceri italiane, sempre più invivibili. Non è più il tempo delle parole – sottolinea Capece – è il momento di agire concretamente. Denunciamo quasi quotidianamente che quasi tutte le regioni italiane sono “fuori legge”, ospitano cioè un numero di persone superiore al limite “tollerabile” delle strutture carcerarie. Tutto questo è inaccettabile».
Il Sappe «da tempo chiede al ministro della Giustizia Severino di sollecitare l’attenzione del Parlamento su ogni utile soluzione legislativa che possa decongestionare concretamente le carceri, a cominciare proprio dalla calendarizzazione del provvedimento sulle depenalizzazioni».
fonte: il mattino

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