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Decreto Liberalizzazioni: il governo privatizza le carceri

Nel decreto “liberalizzazioni” il governo Monti, all’articolo 44, ha previsto persino la privatizzazione del sistema penitenziario.
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati.

In pratica il piano potrebbe essere realizzato attraverso “un contratto di disponibilità” che conferisce ai privati la proprietà dell’opera per la quale la Pubblica Amministrazione potrà prevedere dopo un certo numero di anni un canone di locazione in grado di consentire ai privati di recuperare il costo dell’investimento. Di questo argomento se ne parlerà, lunedi 23 gennaio, alla Bocconi durante un convegno sul tema delle infrastrutture dove è prevista la partecipazione di Mario Ciaccia, l’ex-amministratore delegato e direttore generale di Banca Infrastrutture di IntesaSanPaolo, che adesso affianca come viceministro Corradino Passera. Qualcuno potrebbe chiedergli se è vero che il Piano carceri nelle mani di Angelo Sinesio, il nuovo Capo della segreteria tecnica del ministero dell’Interno, sia stato messo a punto da parecchi mesi dentro gli uffici di IntesaSanPaolo.
Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che: “al fine di assicurare il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell’infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia”.
Questo significa che la gestione carceraria, esclusa la polizia penitenziaria, è affidata a privati imprenditori. E chiaramente per fare profitto il carcere dovrà essere sempre pieno altrimenti non conviene.
Inoltre: “Il concessionario nella propria offerta deve prevedere che le fondazioni di origine bancaria contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il 20 per cento del costo di investimento“.
In soldoni, è fatto obbligo di far partecipare le banche alla spartizione della torta. Torta di denaro pubblico, perché è sempre lo Stato che paga. A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall'”imprenditore carcerario”.
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Ma, oltre a ritenere l’idea di privatizzare le carceri una aberrazione, vogliamo porre anche delle domande in particolar modo al Ministro Passera:  è vero che il piano carceri da 400 milioni di euro sia stato messo a punto  da parecchi mesi dentro gli uffici di Banca Intesa? E forse questo uno dei motivi perché il progetto è finito nelle pieghe del decreto liberalizzazioni? Tutto questo non è conflitto d’interressi? Presidente Monti e Ministro Severino non avete nulla da dire a proposito?

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