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Cos c’è dietro l’outing di un blitz militare italiano in India?

Si tratta di eventi accaduti qualche giorno fa. In un talk show televisivo giovedì 8 ottobre il pregiudicato faccendiere Luigi Bisignani, in una trasmissione di cui non si trova il video sul web, avrebbe fatto intendere che nel passato sarebbero avvenuti dei tentati blitz militari italiani per liberare i due marò detenuti (o meglio ai “domiciliari” nell’ambasciata italiana a New Delhi).

Sabato 10 ottobre in contemporanea tre giornali di destra riprendono e amplificano se possibile la notizia: il Tempo, il Giornale d’Italia e Libero.

Il Tempo così scrive dalla prima pagina “Di mezzo, inoltre, ci sarebbe anche un blitz andato male degli incursori della Marina che avrebbero tentato militarmente di risolvere il caso. A proporre questa versione è Luigi Bisignani che giovedì sera, ospite di un talk show, ha puntato il dito contro quella che ha definito «una mossa del governo per abbassare la tensione mediatica dopo tutto quello che non si è fatto per i marò»(…) Altre fonti, contattate da Il Tempo, aggiungono dettagli alla vicenda. Parallelamente al blitz della Marina, infatti, ne sarebbe stato avviato uno dei nostri servizi segreti, egualmente fallito. Due piani alternativi, che avrebbero dovuto evitare la via giudiziaria, ad oggi non ancora conclusa. E poi, in un cassetto «segreto» all’interno del «palazzo» ci sarebbe stato anche un terzo piano, di cui non è dato sapere i dettagli, mai messo in pratica”.

L’ex ministro Mario Mauro sentito da Il Tempo fa delle affermazioni pure degne di nota: «Durante il governo Letta non si sono mai discussi interventi di chicchessia. Per quella che è stata la durata, che come è noto breve, abbiamo proceduto nel solco di un negoziato che aveva consentito, pur continuando a rivendicare la giurisdizione, di confrontarsi nell’aula di giustizia della Corte suprema, appunto sui temi di giurisdizione. Se durante il governo Monti ci sono state invece queste cose – aggiunge – io non glielo so dire, ne sono completamente allo scuro. Se poi si dice che a prescindere ogni Paese o nazione ha dei piani per situazioni di emergenza, è come parlare dell’aria fritta, perché stiamo parlando di cose che tutti gli stati maggiori avranno nel cassetto». Un «cassetto» che ritorna quindi, ma del cui contenuto nessuno dà conferma ufficiale.”.

Emergono dei profili inquietanti.

Bisignani è noto come oscuro e potente faccendiere, ma non come un raccontatore di panzane. Perché ne avrebbe raccontata una così grossa suscita evidente perplessità interpretativa. Comunque essendo stato radiato dall’ordine dei giornalisti Bisignani neanche potrebbe opporre il segreto professionale. Non si comprende perché su una fattispecie così grave di balla nessun inquirente non abbia arrestato Bisignani e messo sotto indagine l’intera vicenda.

Ma forse la verità è un’altra, sotto due plausibili angolature. La prima, bassamente probabile, è che i blitz effettivamente sono stati portati molto avanti e poi falliti: questo corrisponderebbe a una violazione gravissima della Costituzione con un atto di guerra senza mandato parlamentare utilizzando all’estero le Forze Armate, cosa che avrebbe in ogni caso portato l’Italia alla rottura dei rapporti diplomatici con svariati paesi asiatici mezzo mondo con impensabili ritorsioni commerciali.

La seconda, più probabile. Esistono circoli reazionari e fascisti in alcuni ambienti delle Forze Armate, caratterizzate da voglie golpiste, che hanno pianificato e progettato dei blitz contro l’India.

Casapound da anni è per la linea in relazione ai marò “andiamoceli a riprendere”; in alcune manifestazioni di Casapound per i due marò si sono visti più volte dei militari in divisa.

Si direbbe che la linea del vertice delle Forze Armate non ami queste pagliacciate, ma in ogni caso le tolleri, in quanto è meglio non sollevare vespai (per esempio con dure iniziative disciplinari verso chi nell’esercito manifesti appoggio a questi pruriti iperbellicisti). Sempre al livello politico il ministro degli esteri Terzi di sant’Agata ebbe posizioni, prima di dimettersi dal Governo Monti nell’ultima parte del suo mandato, molto “dure” sulla vicenda Marò.

Malgrado le critiche a pioggia da molti ambienti al suo atteggiamento sulla crisi con l’India e il suo aver aderito a Fratelli d’Italia, Terzi è stato nominato nel 2015 membro della Commissione d’inchiesta e verifica del Gruppo Militare Internazionale di Alto Livello sugli scontri dell’estate 2014 tra Israele e Hamas. D’altronde lo stesso ex ministro Mauro fa intendere che se è avvenuto “qualcosa” sulla crisi indiana ciò è accaduto durante il governo Monti. Ma Mauro dice anche altro: “Se poi si dice che a prescindere ogni Paese o nazione ha dei piani per situazioni di emergenza, è come parlare dell’aria fritta, perché stiamo parlando di cose che tutti gli stati maggiori avranno nel cassetto». Un «cassetto» che ritorna quindi, ma del cui contenuto nessuno dà conferma ufficiale.”

Le cose non sono così lineari; in uno Stato democratico non ci sono negli Stati Maggiori o meglio in pezzi di Stato Maggiore, piani per situazioni di emergenza anticostituzionali del tipo di un blitz di guerra non autorizzato dal Parlamento o di altre ipotesi paragolpiste. Quando avvengono queste cose si fa un repulisti nei paesi democratici: lo fece Truman con il generale Mac Arthur, lo fece Hollande nel 2013 con alcuni ufficiali superiori dell’Armée, lo ha fatto Obama con chi comandava le truppe USA in Afghanistan.

Dopo le rivelazioni, vere o presunte, sui tre quotidiani di destra, c’è solo un silenzio assordante. Bisogna capire invece fino in fondo cosa c’è dietro questa storia, con serenità ma con rapidità a meno di non volere ripetere un nuovo armadio o cassetto dimenticato per anni e poi alla ribalta tra 20 anni!

 

Mefisto

 

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