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Considerazioni su Casapound, il PD e l’antifascismo di facciata nel pesarese.

UN APPELLO ANTIFASCISTA

Dal 2008 ad oggi la presenza neo fascista a Pesaro e’ stata, in maniera abbastanza continua, un dato di fatto con cui gli antifascisti e le antifasciste hanno dovuto fare i conti.

Manifestazioni pubbliche, aggressioni, ronde, provocazioni più o meno gravi. Siamo stati in prima fila ogni qual volta c’era da arginare l’attività politica di questi loschi personaggi che non sono certo nati oggi, ma ben conosciuti in zona hanno sempre goduto di una tranquilla agibilità da parte delle istituzioni locali.

Dai figli della Pesaro bene ai cani sciolti naziskin, dai forzanovisti ai casapoundini, in nome della democrazia si è’ sempre concesso a questi soggetti di potersi radicare nel tessuto cittadino. Noi non ci siamo stati e abbiamo pagato a vari livelli questa scelta. In tribunale, in strada, a lavoro, qualcuno in un letto d’ospedale.

Non ce ne lamentiamo, ma ci preme dire la verità’. Non abbiamo mai visto il PD spendere una sola parola contro queste formazioni. Non abbiamo mai visto il sindaco Matteo Ricci intervenire come antifascista.

Ci rivolgiamo alla giunta e a Ricci: ricordate Il presidio all’Hotel principe in cui FN voleva cacciare i richiedenti asilo, le ronde a Villa Fastiggi, i banchetti in via Branca, le feste di tesseramento in biblio San Giovanni, tutte iniziative autorizzate dalla questura e dal silenzio/assenso del comune?

Ricorda chi si oppose e chi fece finta di niente o peggio si affrettò a garantire il diritto ad esprimersi e ad agire?

Noi ce lo ricordiamo bene. Tutto ciò resta tra le pagine più vergognose della sua storia politica, Sig. Sindaco davvero vuole farci credere che non si era accorto di nulla? Sono sempre stati il sotto i suoi occhi, precisamente a pochi metri dal palazzo comunale, ed erano gli stessi che sono oggi. Lei oggi vieta una sala a CasaPound, finalmente viene da dire.

In questa scelta vediamo però tanto opportunismo, calcolo politico, un operazione di facciata che poco potrà fare per arginare il dilagare di questi fenomeni. Potrebbe finire piuttosto con il rafforzarli.

Come il lungo silenzio di questi anni anche una risposta tardiva impacciata, accompagnata da una sovraesposizione mediatica distante anni luce dalla realtà, può essere il definitivo trampolino di lancio. L’antifascismo non si delega, ne si disgiunge dalle questioni sociali.

Dovremmo davvero delegare un minuto in più le nostre esistenze ai fautori del decreto Minniti che fa la guerra ai poveri a suon di Daspo?

Ai responsabili della macelleria sociale degli ultimi anni, a danno di giovani e lavoratori alimentando la guerra tra poveri?

E potremmo continuare ancora, ma qui chiudiamo. L’antifascismo è incompatibile sia con Casapound, sia con il PD che negli anni ha fatto da apripista, e nella migliore delle ipotesi ignorato, lo sdoganamento di forze politiche di ultradestra.

Lo abbiamo sempre detto: “Coi fascisti non si discute”. Ci avete additato come pazzi, come cacciatori di fantasmi e retaggi di un tempo sepolto.

Oggi potete ammirare il risultato del vostro concetto di “contatto con la realtà'”. Il mostro porta anche la vostra firma.

Noi non staremo a guardare e facciamo appello alle forze antifasciste e solidali per una mobilitazione diffusa e continua sul territorio provinciale.

Occorre essere vigili e compatti. Intrecciare i diversi percorsi in un unico blocco antifascista.

Ritessere relazioni, tornare nelle scuole, sui muri della città, nella pagina scritta e nell’azione diretta, a livello culturale e militante esserci e respingere indietro ogni rigurgito reazionario, nazionalista, xenofobo e padronale.

Pesaro Antirazzista

 

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