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Cie Modena, punita anche la solidarietà

Dopo essersi presentato davanti al Cie di Modena per portare vestiti e soldi a un conoscente, che poi è risultato non essere più detenuto all’ interno della struttura, un tunisino si è visto rinchiudere all’interno della stessa dopo che gli accertamenti della polizia hanno fatto risultare che il migrante era già destinatario di numerosi ordini d’espulsione.
Dunque al cie di Modena succede anche questo, a fronte di connazionali che si portano sostegno e solidarietà per poter sostenere una detenzione ingiusta ed oscena. Al di dell’errore del singolo, questo dimostra la brutalità delle leggi italiane in merito d’immigrazione, più volte punite anche dalla tanto decantata dalla comunità europea. Il Cie di Modena negli ultimi anni è stato soggetto a numerose rivolte che hanno visto decine di migranti evadere, tentare di evadere, tentati suicidi e suicidi, mentre le rivolte e gli incendi non si contano più.
Ma la cosa peculiare è la gestione di questa struttura, una gestione targata Giovanardi (il fratello gemello del parlamentare di Forza Italia) e la sua associazione Misericordia, una gestione da sempre messa in discussione da numerose associazioni per la condotta interna alla struttura, ma sempre sostenuta dalla politica modenese, soprattutto da chi governa la città da decenni, il partito democratico, che quando gli fa comodo fa dell’antirazzismo un suo cavallo di battaglia ma che poi si è messo in prima linea per avere una struttura del genere nella città geminiana.
fonte: InfoAut

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