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Chi è "Stato" ad uccidere Giuseppe Uva?

Sono accorsi  in tanti a Varese accanto a Lucia Uva per l’inizio del processo d’appello. Sotto giudizio ancora due medici. Ma la famiglia denuncia: “Non sono loro i colpevoli”.
“Mio fratello non è morto a causa dei farmaci, il pubblico ministero deve andare a vedere cosa è successo dentro quella caserma”. Lo dice da anni la sorella di Giuseppe Uva, morto il 14 giugno del 2008 dopo uno strano fermo da parte dei carabinieri. Giuseppe è morto in ospedale, ma i segni sul suo corpo mostrano con poche ombre di dubbio che in quelle ore passate in caserma non è stato trattato con i guanti bianchi.
Eppure il pm che si occupa del caso, Agostino Abate, va dritto per la sua strada, nonostante le perizie abbiano dimostrato chiaramente che l’uomo non è morto a causa dei farmaci che gli furono somministrati. E’ una contrapposizione dolorosa, oltre che assurda, quella che da anni ormai divide la famiglia di Giuseppe dal pm che dovrebbe rappresentare i cittadini e dunque cercare la verità. Nonostante tutto Lucia Uva, la sorella di Giuseppe che da quattro anni si batte senza sosta per avere giustizia, non ha perso le speranze. E va avanti con la sua battaglia. Crede molto nel processo di appello.
E oggi in piazza accanto a lei c’erano Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, e Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, loro malgrado diventate il simbolo delle violenze delle forze dell’ordine sui cittadini che vengono “presi in custodia” o fermati per strada da agenti in divisa. Le tre donne hanno messo in piedi l’associazione “Federico Aldrovandi” proprio con l’obiettivo di continuare a diffondere la cultura della non violenza e denunciare casi come quello di Giuseppe Uva. (continua a leggere su popoff)
 
Checchino Antonini

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