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Checchino Antonini spiato e pedinato. Chi è "Stato"?

Checchino Antonini, giornalista e tra i fondatori dell’Osservatorio sulla Repressione è stato pedinato e  spiato per circa un mese. Più o meno da metà gennaio e metà febbraio. Chi? Perché? Su ordine di chi? Domande al momento senza risposta sulle quali, prossimamente, dovrebbero essere presentate interrogazioni parlamentari.
Checchino Antonini è un giornalista di inchiesta che si è occupato in questi anni di vicende scomode o dai contorni inquietanti. Lui, ad esempio, è stato uno dei principali animatori della battaglia di verità che ha fatto emergere i retroscena della morte di Federico Aldrovandi e tutti i tentativi di insabbiare l’omicidio.
E’ capitato, così, che per un mese intero qualcuno, forse una squadra, gli sia stato alle calcagna, seguendolo nei suoi spostamenti. Troppa insistenza per non essere notati. Ed è emerso che i misteriosi spioni seguivano Checchino Antonini utilizzando una Golf nera in cui primi numeri erano EN57. Il giornalista usciva di casa e la macchina era parcheggiata nei dintorni. Andava da qualche parte ed ecco comparire, nei dintorni, la misteriosa Golf nera. Uno degli occupanti si chiamava François: almeno così un testimone ha sentito qualcuno chiamarlo con quel nome francese.
Questi, più o meno i fatti. Magari qualcosa di più sarà raccontato nei prossimi giorni.

Restano le domande iniziali. Chi, perché, su ordine di chi.

Prima ipotesi: Checchino Antonini è finito sotto inchiesta della magistratura per qualche ignoto motivo e i pedinamenti sarebbero una corretta attività della polizia giudiziaria. Ma si può escludere questa ipotesi non solo perché Antonini non è un terrorista o persona dedita a commettere reati o a far parte di associazioni a delinquere, ma per il fatto che la Golf nera, a quanto pare, risulta di proprietà di un autonoleggio. La polizia giudiziaria, però, non si avvale si autonoleggi. Questa è roba che fanno i servizi segreti o gli investigatori privati. Al limite qualche gruppo eversivo/criminale, ma non userebbero l’autonolo. E quindi pensare che il giornalista sia stato illegittimamente seguito è molto più che un’ipotesi ragionevole. Come è ragionevole pensare che all’origine di questa attività di spionaggio interno ci sia qualcosa di scomodo che Checchino Antonini ha scritto negli ultimi mesi. Che ha dato fastidio. Molto fastidio. Visto che avere alle costole una squadretta per un tempo così lungo costa. Costa molto. Roba da fondi riservati o da committenti danarosi.
Chi ha pedinato Checchino Antonini? La parola al Parlamento. O al Copasir.
 
da Globalist
 
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Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Apprendiamo che il giornalista Checchino Antonini, già cronista di Liberazione, sarebbe stato pedinato per un mese. Mi chiedo se quest’episodio inquietante sia opera di personaggi fuori da ogni controllo. Se davvero il pedinamento non rientra nelle normali attività giudiziarie allora si può parlare di spionaggio o di intimidazione, nel caso in cui i pedinatori abbiano voluto farsi scoprire. Antonini è uno dei giornalisti più attivi nelle denunce di “mala polizia” e della repressione, ha scoperchiato su Liberazione casi come quelli degli omicidi di Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Giuseppe Uva e Stefano Cucchi e ultimamente si è occupato di uno strano suicidio, quello dell’agente dell’Aise Barba o anche di alcuni episodi di spese indebite da parte di alcuni uffici dei servizi».
A Checchino la nostra più sincera e viva solidarietà

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