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Cassazione, no a misure cautelari per i militanti dei centri sociali Ex Karcere e Anomalia di Palermo

Si conclude a favore dei centri sociali di Palermo il caso giudiziario che riguarda i 17 attivisti di Anomalia ed Ex Karcere, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro l’ordine pubblico, ai quali il gip, su istanza della Procura, aveva imposto l’obbligo di firma.

La Cassazione ha rigettato e dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai pm palermitani Geri Ferrara ed Emanuele Ravaglioli, contro la decisione del tribunale della Libertà di Palermo di revocare la misura cautelare.

Il caso giudiziario nasce da una serie di manifestazioni non autorizzate, organizzate, tra il 2010 e il 2012, dai due centri sociali, diventate teatro di scontri con le forze dell’ordine. Alcuni agenti rimasero feriti.

La richiesta iniziale dei pm per alcuni degli indagati era ancora più drastica di quella poi concessa dal gip. Erano stati richiesti gli arresti domiciliari ma il giudice aveva disposto la misura dell’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria.

“L’esito favorevole della sentenza che oggi si è data, relativo al ricorso in Corte di Cassazione richiesto dal pm Calogero Ferrara, – si legge in una nota dei due centri sociali- delegittima ulteriormente le strategie repressive messe in campo contro il diritto ad organizzarsi, manifestare, esprimere il proprio dissenso. Nello specifico la Corte ha accolto la tesi della difesa dell’avvocato Giorgio Bisagna dichiarando l’inammissibilità per tutti i 17 imputati del ricorso in Cassazione del pm Calogero Ferrara. Il ricorso è stato non solo rigettato ma definito dunque inammissibile e ciò segna un ulteriore e definitivo ridimensionamento del lavoro d’inchiesta svolto dalla procura locale .

Già lo scorso 30 marzo i giudici del tribunale delle libertà avevano avevano affermato che non vi era alcuna prova dell’esistenza di quel “sodalizio criminale” che costituirebbe l’associazione a delinquere “con finalità di turbamento dell’ordine pubblico” ipotizzata dall’accusa e il pronunciamento di oggi della Corte di Cassazione segna un’ulteriore passo in avanti nel percorso di smantellamento del castello giudiziario creato strategicamente dal pm per colpire i centri sociali”.

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