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Carcere per la "permanenza illegale"

L’emendamento del governo al ddl sicurezza mette a rischio badanti, studenti e turisti che si trattengono oltre i tre mesi
Un passo avanti, due indietro. L’Europa tira le orecchie all’Italia sull’immigrazione, il governo Berlusconi prende nota. Tutto qui. Infatti basta entrare nella giungla degli emendamenti al disegno di legge sulla sicurezza per rendersi conto che nulla è cambiato. Come pretendere di raddrizzare le gambe a un giocatore di calcio. Impossibile. L’ultima “perla” dice in sostanza così: se stai entrando clandestinamente in Italia paghi solo dei soldi, perché l’Europa ci ha appena spiegato che non si può mettere in prigione chi arriva su un barcone e quindi senza permesso di soggiorno. Ma se dopo qualche tempo vieni scoperto a giro per la penisola, dietro le sbarre ci finisci ugualmente. Quasi inutile dire cosa possa significare una legge del genere per chi nell’ex belpaese ci lavora da anni al nero e quindi senza possibilità di regolarizzarsi.Mentre il governo al Senato si accinge con un emendamento a cancellare il reato di ingresso illegale nel territorio italiano, eliminando il carcere e introducendo una sanzione pecuniaria, ne presenta un altro che introduce il reato di permanenza clandestina con carcere fino a quattro anni in caso di mancato rispetto di un ordine di espulsione o allontanamento. Ma c’è di più, a rischiare saranno non solo gli extracomunitari senza lavoro o che hanno commesso un reato, ma anche le badanti con permesso di soggiorno scaduto o gli studenti stranieri e i turisti che si trattengono oltre i tre mesi previsti dalla legge. Un passo avanti e due indietro, come in un minuetto settecentesco. La norma prevede che quando non sia stato possibile trattenere lo straniero presso un centro di identificazione, diventi effettiva l’espulsione entro cinque giorni. Di più: «Lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato in violazione dell’ordine impartito dal questore è punito con la reclusione da uno a quattro anni se l’espulsione o il respingimento sono stati disposti per ingresso illegale nel territorio nazionale, ovvero per non aver richiesto il permesso di soggiorno o non aver dichiarato la propria presenza nel territorio dello Stato nel termine prescritto in assenza di cause di forza maggiore, ovvero per essere stato il permesso revocato o annullato». Le badanti sono avvertite. Potrebbe bastare, ancora non basta. «Si applica la pena della reclusione da sei mesi ad un anno se l’espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di sessanta giorni e non ne è stato richiesto il rinnovo, ovvero se la richiesta del titolo di soggiorno è stata rifiutata». Ma anche, «se lo straniero si è trattenuto nel territorio dello Stato in violazione dell’articolo 1, comma 3, della legge 28 maggio 2007» e cioè quella che disciplina i soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio. In ogni caso, prosegue l’emendamento, «salvo che lo straniero si trova in stato di detenzione in carcere, si procede all’adozione di un nuovo provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica per violazione all’ordine di allontanamento adottato dal questore». Il carcere per chi permane illegalmente in Italia sale fino a cinque anni se lo straniero continua a permanere nello stato di clandestinità. L’emendamento del governo infine prevede che in questi casi si proceda con rito direttissimo e che l’arresto dell’autore del fatto sia obbligatorio.Pugno di ferro in guanto di velluto? Peggio, perchè nel gioco dei rimandi legislativi resta inalterata la strategia d’azione del governo Berlusconi: stranieri, qui per voi non c’è posto. A meno che non vi adattiate ai lavori più umili, a quello che noi italiani non vogliamo più fare, senza sgarrare nemmeno di un millimetro. Se vi comportate così, qualche aggiustamento in corso d’opera lo possiamo trovare. Altrimenti per voi c’è la galera. Parafrasando Orwell, tutti gli uomini sono uguali ma gli indigeni sono più uguali degli altri.
fonte: Frida Nacinovich da Liberazione

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