Arresti ai precari BROS, le parole di un imputato: ‘Ma quale associazione a delinquere?
- febbraio 24, 2014
- in lotte sociali, misure repressive
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Riportiamo da Zero81 le dichiarazioni rese da “Chicco” (uno dei membri dei Precari Bros di Napoli implicati nell’operazione giudiziaria dello scorso 13 febbraio) durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi lo scorso venerdì. (Le seguenti dichiarazioni sono state consegnate nei giorni scorsi dal suo legale di fiducia).
Intendo in ogni caso dichiarare spontaneamente quanto segue:
Respingo recisamente ogni addebito mosso nei miei confronti nell’ordinanza.
Ho fatto parte limpidamente delle organizzazioni di disoccupati e assieme ai miei compagni ho intrapreso un percorso di lotta per la rivendicazione del nostro diritto al lavoro e ad un’esistenza dignitosa per noi e le nostre famiglie.
Ci siamo confrontati con le amministrazioni pubbliche e con le forze politiche alla luce del sole, portando all’attenzione dell’opinione pubblica il dramma della disoccupazione e della marginalità, alla quale una fetta consistente della popolazione della nostra città è di fatto condannata.
Abbiamo cercato risposte per le migliaia di cittadini senza lavoro e per le loro famiglie, agendo non per un interesse personale, che non fosse quello della rivendicazione di un diritto elementare come quello al lavoro ed alla sopravvivenza.
La marginalità e la disoccupazione nella nostra città condannano alla scelta obbligata del crimine e della devianza. A tutto questo la nostra lotta per un lavoro ha cercato di fornire un’alternativa concreta.
E lo abbiamo fatto individuando settori d’intervento e proposte operative: dalle bonifiche alla raccolta differenziata, dai servizi sociali e di assistenza alle persone al supporto al settore turistico. Per questo ci siamo formati e abbiamo cercato di maturare competenze che rendessero il nostro lavoro utile alla collettività, fuori dalle logiche di puro assistenzialismo di cui si parla nell’ordinanza.
Non possono essere addebitate a noi le responsabilità della politica, che in 40 anni non è stata in grado di fornire risposte al dramma della disoccupazione e della disperazione sociale.
Così come non può essere ridotta a questione di ordine pubblico la lotta per la realizzazione di un diritto che la Costituzione vorrebbe garantito a tutti.
La rivendicazione del diritto al lavoro e ad un’esistenza libera e dignitosa per tutte e tutti è stata l’unica ragione che ha mosso le mie azioni e respingo come infamante per me e per i miei compagni la definizione di associati per delinquere.
Luigi Volpe “Chicco”
da InfoAut