Appello per la #libertàdistudiare. Luca, Mattia, Valeria liberi!
- gennaio 25, 2016
- in misure repressive
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Riportiamo l’appello diffuso da un gruppo di studenti e studentesse dell’Università di Torino per chiedere che a Luca, Mattia e Valeria, tre studenti attualmente sottoposti a misure cautelari, venga garantita la possibilità di frequentare la vita universitaria che ormai da alcuni mesi gli viene negata. Luca e Mattia si trovano infatti agli arresti domiciliari, mentre Valeria – studentessa fuorisede – è sottoposta all’obbligo di dimora nel suo comune di provenienza. Tutti e tre subiscono da mesi restrizioni della propria libertà per aver partecipato a manifestazioni e momenti di autorganizzazione legati all’università che frequentano, all’antirazzismo e alla lotta contro l’alta velocità in Val di Susa e per questo a tutti e tre Procura e Tribunale negano il diritto di poter frequentare l’Università alla quale sono iscritti. Di seguito il testo dell’appello e l’elenco dei primi firmatari con invito alla diffusione e alla sottoscrizione:
Siamo studenti e studentesse dell’università di Torino e con questo appello chiediamo che l’Ateneo, in tutte le sue componenti, prenda una posizione chiara a favore del pensiero critico, della libertà d’espressione, del diritto inalienabile a formarsi, studiare ed esercitare dissenso.
Da mesi ormai ad alcuni studenti di questo Ateneo viene negata la possibilità di partecipare alle normali attività della vita universitaria in tutti i suoi aspetti perché sottoposti a misure cautelari di vario genere: obblighi di dimora nei comuni di provenienza per gli iscritti non residenti, obblighi di firma o rientro a casa in fasce orarie prestabilite, arresti domiciliari. Ad essere sotto accusa è la loro partecipazione a manifestazioni di dissenso politico e a momenti di mobilitazione e auto-organizzazione, in alcuni casi anche all’interno della stessa Università.
Migliaia di persone in questi anni hanno protestato contro politiche inique e miopi, contro strategie di uscita dalla crisi dai costi insostenibili tanto in termini economici quanto ambientali e sociali. Valeria, Luca e Mattia – tre studenti iscritti all’Università di Torino – rientrano tra queste persone, e in particolare tra quei giovani che non hanno nessuna garanzia per il proprio domani, che pagano una crisi feroce, di cui non hanno responsabilità e che ogni giorno continua a restringere la loro possibilità di avere un futuro dignitoso. Per questo hanno scelto di fare di ogni aspetto della propria vita ambito di riflessione critica e di presa di responsabilità in prima persona: dalla richiesta di spazi per gli studenti dentro l’Università che frequentano, alle lotte ambientali per l’aria che respirano e il territorio che abitano, fino al rifiuto di retoriche razziste e xenofobe che seminano odio.
La gestione e la messa a tacere del dissenso con risposte all’insegna della militarizzazione stanno diventando una pratica pericolosamente ordinaria fuori e dentro l’Università. Un’escalation securitaria cui negli ultimi mesi abbiamo assistito anche all’interno del Campus Luigi Einaudi, con il ripetuto ingresso e intervento delle forze dell’ordine dentro il complesso universitario a difesa di gruppi e organizzazioni di stampo dichiaratamente fascista e xenofobo.
Le misure cautelari cui Valeria, Luca e Mattia sono sottoposti, inoltre, dovrebbero essere “adottate dall’autorità giudiziaria durante le indagini preliminari o nella fase processuale, al fine d’impedire che nel tempo necessario allo svolgersi del processo venga in alcun modo ostacolata l’attività giudiziaria”. Ci chiediamo come il poter frequentare delle lezioni all’Università (anche non obbligatorie), sostenere esami o avere la possibilità di vedersi e confrontarsi con professori e colleghi possano essere ritenuti ostacoli a un’attività giudiziaria che si vorrebbe “rieducativa” e che viene invece impiegata in un’ottica tutta punitiva, arrivando a negare il diritto a formarsi, esprimersi ed esercitare liberamente il dissenso.
Per questo chiediamo una presa di parola forte e inequivocabile da parte del mondo accademico. Crediamo che il ruolo dell’Università non debba essere quello di reprime le voci contrarie, ma invece di considerarle un elemento importante nel confronto tra visioni differenti nel preservare la libertà di un sapere critico.
Affinchè a tutti sia garantita la possibilità di studiare chiediamo di sottoscrivere e far circolare questo appello.
Per aderire scrivere una mail liberta.studiare@gmail.com
Primi firmatari:
– Alessandro Ferretti (Ricercatore)
– Mariateresa Crosta (Ricercatrice)
– Mariangiola Dezani-Ciancaglini (Docente presso Dipartimento di Informatica)
– Gabriele Proglio (Professore all’Università El Manar di Tunisi e ricercatore all’EUI)
– Ilaria Bertazzi (Dottoranda Economia)
– Silvia Gattino (Ricercatrice Dipartimento di Psicologia)
– Cristina Gena (Professore Associato presso Dipartimento di Informatica)
– Andrea Guazzotto (Bibliocoop)
– Antonella Meo (Professore Associato presso Dipartimento di CPS)
– Alessandro Salza (Esternalizzato Biblioteche)
– Luca Bellone (Dipartimento di Lingue)
– Enrico Gargiulo (Università del Piemonte Orientale)
– Tommaso Bobbio (Docente a contratto presso Dipartimento di CPS)
– Irene Fattacciu (Dottoranda in Mutamento Sociale e Politico)
– Lia Viola (docente a contratto)
– Ugo Mattei (Docente presso Dipartimento di Giurisprudenza)
– Simone Bettega (dottorando Dipartimento di Lingue)
– Sofia Venturoli (Ricercatrice presso Dipartimento di CPS)
– Paola Sacchi (Ricercatrice presso Dipartimento di CPS)
– Franca Balsamo (Professore emerito Dipartimento PCS Unito)
– Salvatore Cominu (ricercatore, AASTER)
da InfoAut
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