Al mio esame di maturità non è uscito Tacito (ovvero il lessico della Polizei)
- luglio 25, 2017
- in Rete Dissenso
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Cosa ci mostra il linguaggio della polizia durante il G20 di Amburgo rispetto all’Europa dell’austerità (di oggi e forse domani) a trazione tedesca.
Io amo la lingua tedesca. Un amore cerebrale, come con il greco classico, il latino e i fumetti di Alan Moore. Non amo però né parlarla né ascoltarla. Ma adoro leggerla. Forse perché per conversare in una nuova lingua penso una persona debba cambiare un po’ il suo modo di pensare e vedere il mondo, adattandolo a come lo pensa e vede chi comunica nella lingua scelta. E per me, laureato in ingegneria, un di più teutonico in logica razionale e determinismo mi farebbe scivolare inesorabilmente verso il diventare un robot, un freddo soldato, una fredda unità di produzione. Perché effettivamente il tedesco è razionale e determinista. Una lingua che “educa” la realtà, “dà ordini” in modo passive/aggressive, “descrive” l’indescrivibile, “evoca concetti filosofici” pure al supermercato sotto casa, compone e unisce parole per farti immaginare relazioni, azioni, pensieri intraducibili anche se comuni, una lingua che rende la filologia alla portata di tutte e tutti.
Qualche giorno fa mi è capitata per caso sotto mano la denuncia, poi caduta, di una compagna arrestata con me al G20 di Hamburg. Non vi allego tutte le 4 pagine. Voglio solo tradurre e scrivere due cose sull’incipit della denuncia, appena dieci righe, perché secondo me offre degli spunti interessanti e dice qualcosa di quello che è successo e del perché, facendo anche immaginare qualcosa dell’orizzonte dell’austera Europa a trazione tedesca.
“Die Bundesrepublik Deutschland richtet den diesjährigen G20-Gipfel vom 07-08.07.2017 Hamburg aus. Seit der Bekanntmachung des Veranstaltungsortes ist insbesondere im Bereich der Hamburg linksextremistischen/autonomen Klientel eine starke Mobilisierung zu Gegenprotesten wahrnehmbar sowie eine hohe Bereitschaft zur Durchführung militanter Aktionen festzustellen. Diese Klientel ist bundes- und europaweit gut vernetzt. Unterstützung werden sie dabei aus dem gesamten Bundesgebiet, speziell aus Regionen mit starken, gut vernetzen linksextremistischen Strukturen wie Berlin, Frankfurt, Leipzig und aus Teilen Niedersachsens. Speziell wird die deutsche linksautonome Szene durch Anreisen aus dem Ausland verstärkt. Konkret aus Spanien, Frankreich, Italien sowie Skandinavien. Die bereits festgestellten Anreisen bestätigen diese Einschätzung“.
La traduzione suonerebbe su per giù così:
“La Repubblica Federale Tedesca organizza l’annuale summit del G20 in Amburgo. Sin dal momento in cui è stata resa nota la località dell’incontro si è percepita una grande mobilitazione per organizzare un “contro G20 con una grande disponibilità per azioni militanti negli ambienti della sinistra radicale/autonoma. Questi aderenti sono ben connessi con altri a livello federale ed europeo. Il supporto quindi verrà da tutte le altre regioni, in particolare da quelle con una presenza ben organizzata di strutture della sinistra estremista come Berlino, Francoforte, Lipsia e da parti della Bassa Sassonia. In modo speciale alla scena estremista della sinistra tedesca sono arrivati rinforzi attraverso viaggi dall’estero. Concretamente dalla Spagna, dalla Francia, dall’Italia e dalla Scandinavia. Le identificazioni operate lungo questi spostamenti confermano questa valutazione”.
Ecco le osservazioni che ho tratto dalle poche righe che ho riportato su:
I termini Klientel e Kunden e Patienten (ovvero la forza, il debito/credito e la cura come definizione di relazione)
Nella denuncia, per identificare quella soggettività che in Italia i media e le questure chiamano di solito “giovani vicini agli ambienti dei centri sociali”, viene usato il termine KLIENTEL. A me questa parola ha ricordato “clientela”. Ma può essere che si riferiscano agli avventori del bar del Rote Flora? Oppure può essere che c’era un’iscrizione ad un “club degli antagonisti” a cui pagare la tessera? Poco convinto quindi di questo collegamento, provo a risalire all’etimologia latina, cioè a “Cliens”:
“cliens (pl. clientes), in età romana, era quel cittadino che, per la sua posizione nella società si trovava ad adempiere ad una serie di obblighi nei confronti di un “patronus“, a sua volta obbligato nei confronti del cliente. La relazione si chiamava “relazione di patronato”. Tale posizione era talvolta al limite della sudditanza (applicatio) fisica o psicologica.”
Chiaro no? Per l’Hamburger Polizei, e per lo Stato tedesco, i manifestanti sono tanti piccoli cittadini che hanno un “bisogno” a cui non possono rispondere se non affidandosi nelle mani di un “patronus”. In tedesco infatti i termini Klient e Klientel si riferiscono indistintamente agli aderenti ad un partito, ad un gruppo d’opinione, come ai clienti di un avvocato o di un professionista. Durante la Repubblica, nell’antica Roma, il patronus con più “clientes” aveva maggior prestigio; e infatti, se ricordo bene, di prestigio in prestigio, nel corso dei secoli, i patroni diventarono prima dei generali alla testa di schiere di bisognosi, quindi di veri e propri eserciti, poi tra questi emersero i triumviri, quindi i duumviri, fino alla caduta della Repubblica e alla nascita dell’Impero. l’Imperatore, sbarazzatosi dell’altro duumviro/patrunus concorrente era il “patronus” tutti i “clientes” possibili, tutti i suoi sudditi; una figura assoluta a cui affidarsi, cà va sans dir, in modo assoluto. Il patrunus con più prestigio, ottenuto con la violenza e la forza; un monopolio del prestigio che nascondeva il molto più materiale monopolio della forza e della violenza.
Quindi i “giovani vicini agli ambienti dei centri sociali” sono dei cittadini che, per rispondere a uno stato di bisogno, affidano sé stessi nelle mani di un’entità (in questo caso intuisco, sorridendo, l’entità sarebbe letteralmente “l’area degli autonomi e della sinistra estrema”).
L’uso di quel termine è evidentemente un dispositivo che dice alla persona denunciata “tu sei il debole e noi siamo il forte perché noi, lo Stato, siamo anche quelli che diciamo che tu sei il Klient bisognoso”. Classismo, autoritarismo, paternalismo tutto in un’unica parola. Il fatto che la denunciata in questione sia donna aiuta anche a stagliare sullo sfondo della mia immaginazione quel tratto di maschilismo che basta a rendere il quadro da inquietante a terrificante.
Certo se io iniziassi a chiamare chi usa quella definizione, per esempio l’Hamburger Polizei, con simmetrica precisione e per paradosso, “StaatKlientel der Bundesrepublik Deutschland” (“bisognosa clientela di Stato della Repubblica Federale Tedesca”) potrei ovviamente essere accusato di delegittimare un ordine costituito e quindi di essere un pericoloso terrorista oppure, nella migliore delle ipotesi, un velleitario provocatore o un simpatico mattacchione; nell’asimmetria tra me e chi “dice cosa sono” si nasconde proprio l’anima del tiranno.
Ovviamente esiste anche un po’ di ottimismo possibile tra le maglie della filologia germanica. Insomma non è che qualunque relazione tra chi ha un bisogno e chi lo soddisfa può essere un rapporto di sudditanza fisica e psicologica! Tutto sommato qualcosa è accaduto da Cesare Augusto ad oggi. Ed infatti il capitalismo protestante teutonico ha prodotto la scissione del concetto di “cliens” in tre diversi concetti: come dicevamo Klient ma anche Kunden e Patienten.
Il Kunden è colui che in italiano istintivamente tradurrei come “cliente” (o ancora meglio “cliente pagante” o “cliente consumatore”); cioè una persona che risponde ad un bisogno rivolgendosi a qualcun altro ma attraverso “un sano, rassicurante e democratico” rapporto mutuato dal denaro, dalla proprietà, da un contratto, ma anche da una relazione di debito/credito. Insomma tutto sommato qualcosa di meno barbaro e dispotico del termine usato dalla Polizei no? Come dire “libero mercato in libero stato”. Se non fosse per la sottovalutazione proprio del considerare libero e democratico rapporto “commerciale” tra debitore e creditore. Pensate per esempio al democratico contratto imposto dalla Germania alla Grecia dopo il Referendum sull’austerity di qualche anno fa. Oppure pensiamo al workfare tedesco prima e dopo le riforme socialdemocratiche Hartz. Prima, i “bisognosi” erano “Klientel” dello Stato Tedesco cioè chiedevano a “mamma Germania” di sfamarli semplicemente in quanto suoi “figli”. Dopo la riforma, nata sotto la nefasta influenza blairiana arrivata oltre Manica, i “clientes” sono diventati improvvisamente molto più “smart”, molto più moderni e dinamici. Sono diventati “Kunden” dei “Jobcenters”. Cioè, ben inteso, sono sempre poveri, ma più disperati perché il reddito viene erogato solo se rispettano un contratto sottoscritto che può costringerli e obbligarli a indebitarsi con lo Stato o ad accettare lavori rischiosi, pagati malissimo e per cui non sarebbero idonei.
Insomma, fondamentalmente la stessa persona, per i medesimi motivi, in Germania può essere Klientel e Kunden a seconda se lo Stato si presenti in divisa antisommossa o dietro la scrivania di un centro per l’impiego. La stessa persona, lo stesso stato, lo stesso stato di “bisogno”.
Se neanche questa seconda nozione vi ha reso ottimisti ci sarebbe la terza e apparentemente più paternalista di tutte: “Patienten”. In italiano si tradurrebbe correttamente come “pazienti” e l’etimologia è la medesima di patire, soffrire e sopportare. In tedesco l’accezione si usa con riferimento alle professioni mediche ed infermieristiche. Insomma o con la forza o con un contratto e un debito/credito oppure sopportando e soffrendo, la lingua tedesca pare non prevedere alcuna risposta ai bisogni basata su una relazione volontaria, empatica, umana direi. La relazione è un rapporto di forza, e in un rapporto di forza c’è chi ha è più debole e chi è più forte. E’ solo onesta trasparenza protestante chiamare le cose con il loro nome. Non una prospettiva così entusiasmante se non si vuole morire cinici, malgrado tutto.
Poi però ho avuto un’epifania attraverso una scoperta. Ho scoperto che in Germania non esiste un “diritto dei consumatori” mentre esiste un corposo “diritto dei pazienti”. Siccome la lingua e il diritto fotografano, nella patria di Marx al meglio, lo stato di avanzamento del conflitto tra classi questa assenza/presenza non poteva essere un caso. E infatti, verificando con un’amica bilingue, proprio nella distinzione tra Klientel/Kunden/Patienten ho scoperto che Patienten è stata una parola quasi “strappata” alla cultura protestante. Semplificando la vicenda direi che medici, infermieri, assistenti, badanti hanno difeso strenuamente dagli assalti lessico/contrattuali del capitalismo e dello stato Leviatano la loro specificità di mansioni di “cura” rispetto a rapporti di potere e contratti commerciali. Individuando la cura come relazione non monetizzabile si è prodotto uno scarto legale e la sempre onesta lingua tedesca ne conserva le tracce. I medici e gli infermieri hanno difeso la specificità “etica” della loro professione identificando sé stessi con l’essere al “servizio” della “vulnerabilità dei loro clientes senza alcun interesse se non quello di curarli. Questo nei decenni ha prodotto un’organizzazione collettiva, quasi una lega dei “clientes/patienten” molto solida, addirittura dei codici legali che li difendono dalle compagnie assicurative sanitarie e dalle multinazionali del farmaco molto di più di quanto faccia il diritto penale con la Klientel in mano alla Polizei o i Kunden truffati dal commerciante di turno o dai Job Centers. Ovviamente per completezza è bene ribadire come nessun diritto è statico e valevole sic et nunc, anzi è proprio terreno del conflitto e ogni cessione dei “Patienten” al mercato li trasformerebbe subito in “Kunden/Klientel” esponendoli a disugualianza di mercato (quotidianamente questo conflitto si dà tra gli ospedali e i corridoi delle compagnie assicurative).
Effettivamente, pensandoci, se la “clientes” di cui ho letto la denuncia, arrestata ingiustamente e rilasciata dopo ore fosse stata indicata come “Patienten” dell’Hamburger Polizei l’arbitrarietà e la crudeltà della repressione subita sarebbe apparsa talmente imbarazzante e iniqua da produrre la rottura di ogni possibile fiducia nello “stato di diritto” da parte anche del più onesto, laborioso e austero cittadino tedesco.
Il lessico militare usato dalla Polizei
Siccome la “clientela” in questione non è stata accolta ad Hamburg come poteva immaginare da personale con i guanti bianchi ma da un esercito armato e compatto, con la sua linea di comando, le proprie gerarchie ed il proprio addestramento, un’altra cosa che mi ha colpito nella lettura della denuncia è l’utilizzo di categorie e parole “militari” e quantitative, per descrivere i manifestanti. Non mi riferisco qui all’ovvia considerazione che un esercito usi il lessico che più è a lui congeniale, cioè quello asciutto ed efficientista da spiccio codice marziale. Intendo proprio la resa dei manifestanti, del loro essere lì, del chi sono e perché: non cittadine e cittadini ma soldati di un altro esercito. Di conseguenza le teste di cuoio effettivamente c’erano la sera del 7 luglio, come a Mogadiscio e alle Olimpiadi di Monaco del 1972, e la Polizei si muoveva esattamente come un esercito invasore, però non per questo avrebbe dovuto interpretare i manifestanti contro il G20 come un esercito e Saint Pauli come una nazione da invade e conquistare, no?
Pensandoci meglio, forse proprio in quanto esercito operante in una sospensione dello stato di diritto, l’Hamburger Polizei, non può che parlare dei suoi nemici come un esercito speculare a sé. Questo “errore” percettivo è una di quelle cose che ha garantito, a volte, alla guerriglia di vincere su eserciti regolari invasori. Ovviamente ad Hamburg non c’era (per mia fortuna) il napalm americano o il fosforo bianco israeliano sullo Sternschanze da normalizzare e gentrificare, ma gli arresti di massa indiscriminati dell’8 luglio per trovare il “Charlie” Black Bloc avevano la medesima funzione e la stessa arbitraria generalità del bruciare un’intera foresta del sud est asiatico.
Provando a leggere in modo filologicamente corretto senza concedere nulla all’intuito, all’allegoria e al “senso lato”, provo a rendere l’idea traducendo in modo questa volta letterale.
Ecco quindi che una moltitudine di soggetti, idee, istanze vanno rinchiuse in un “settore” (Bereich), un’area delimitata, una nazione ostile nemica. Dove si “rileva” (festellen) un, letteralmente, “alto livello” (hohe) di “prontezza tatticamente operativa” (Bereitschaft) per “portare con successo a compimento” (Durchfuerung) “atti militanti” (militanter Aktionen). Questa sconvolgente “rilevazione” non è fatta tra le remote montagne cercando Taliban, di notte, nelle grotte di Tora Bora in Afghanistan; parlano di assemblee aperte, discussioni pubbliche sui social network e, nel caso della specifica denuncia, parlano di una ragazza arrestata al termine di una manifestazione regolarmente registrata da mesi. Un’ ulteriore informazione da far notare è come le proteste “rese tatticamente operative” non siano nel lessico poliziesco né larghi cortei, né partecipate discussioni, né rappresentative manifestazioni ma “Gegenprotesten”, cioè “proteste oppositive”, accompagnate da una “forte mobilitazione” (ma a me resta la suggestione che chi scriveva stesse pensando in realtà più a una “mobilitazione di forze” con quello “starke Mobilisierung”, anche se in tedesco avrebbe dovuto scrivere “Mobilisierung von Einsatzkräften”). Nelle righe successive si dice inoltre che questa “clientela” è a livello federale ed europeo “ben interconnessa” (l’aggettivo “vernetzen” in tedesco si usa quasi esclusivamente per l’intelligence e le reti terroristiche internazionali; il Partito Popolare Europeo della Merkel e di Berlusconi, per esempio non è “gut vernetz” ma al massimo più democraticamente e civilmente “Verbuendete”). Ai manifestanti provenienti da fuori città da Amburgo si riserva un sobrio “Unterstuetzung” che letteralmente si traduce “spalleggiatori” o “fiancheggiatori”. A questi infine, ed è il caso della denunciata, si aggiungono i “rinforzi” (così si traduce verstaerkt come per esempio quelli chiesti dalla Polizei stessa in difficoltà). Rinforzi e fiancheggiatori che sono esclusivamente “Strukturen”, proprio perché altrimenti un esercito, cioè appunto una struttura organizzata in modo rigido, non potrebbe non solo giustificare la propria sconfitta militare ma soprattutto giustificare la propria esistenza in quanto tale. Ma curiosamente tutte e tutti gli arrestate e arrestati sono persone fermate da sole o al più piccoli gruppetti di amici, non “Strukturen” di rinforzi e fiancheggiatori. Ironicamente, come quando c’è in Italia aria di manifestazione e i media annunciano: “arrivano i black bloc tedeschi”, per la Polizei i foreigners fighters vengono dall’Italia anzi meglio: “aus Spanien, Frankreich, Italien” e dall’ apparentemente originale “sowie Skandinavien” (oltre alla polizei tedesca ad Hamburg c’erano anche corpi di poliziotti dai paesi scandinavi, dovevano pur in qualche modo giustificare la trasferta no?). Curiosa la mancanza dei Greci che in Italia generalmente sono sempre evocati proprio insieme ai tedeschi, forse dopo le vicende della Troika e del golpe finanziario, con la loro “presenza” qualcuno avrebbe per sbaglio giustificato e provato simpatia per questa “clientela”, per questo “nemico” militare. Malgrado gli arresti anche di diversi inglesi non meritavano qui menzione, suppongo a causa della Brexit.
Questo lessico militare non solo non rende in alcun modo quello che ho vissuto personalmente ad Hamburg, ma anche mi chiarisce un motivo tra i tanti dell’incapacità strutturale della Polizei di determinare l’esito del G20, di governare l’ordine pubblico e di gestire il conflitto e la narrazione dello stesso: non hanno gli strumenti interpretativi corretti per leggerci, non sanno nominare chi e cosa siamo e perché siamo andati li.
La scelta lessicale invera poi, quello che Guenther Jakobs chiamava “diritto penale del nemico” e che stravolgeva la predominanza della tutela giuridica dell’individuo in quanto tale, qualora la vita dello Stato fosse stata messa in pericolo da soggetti non considerati come cittadini, ma regrediti alla condizione di “nemici”. Il “diritto penale del nemico” è stato presentato dal noto penalista tedesco l’anno della mia nascita, il 1985, come “livello astratto” del discorso penale. Nel 2001 l’anno di Genova e dell’11 settembre è diventato molto meno astrattamente la base di ogni tipo di legislazione antiterrorismo. Nel 2017 ad Amburgo si può infine leggere la sua diffusione a qualunque conflitto politico su qualunque livello e qualunque luogo: la sospensione dello “stato di diritto”.
Stato di (scuola di) polizia
Siccome come in ogni Stato di polizia che si rispetti l’indizio diventa prova e finanche reato, senza soluzione di continuità, l’incipit della denuncia termina con un capolavoro. Dopo tutte le supposizioni, l’aver descritto l’arrivo dell’armata Rossa (nella sua versione ispano-scandinava), delle legioni romane e anche di qualche battaglione dell’esercito di Napoleone, sostenuto da cellule segrete federali e locali, la Polizei compie un ricercato esercizio di lessico giuridico. Si legge infatti: „“Die bereits festgestellten Anreisen bestaetigen diese Einschaetzung.“ Cioè letteralmente: “I viaggi finora controllati confermano questa osservazione“. Praticamente l’intero impianto della denuncia si basa sul fatto che sui treni che vanno per esempio dalla Francia alla Germania, la Polizei abbia incredibilmente e sorprendentemente identificato, indovinate un po’? Dei cittadini francesi, o ad una manifestazione europea, dei cittadini europei. Che abili investigatori che hanno alla polizei di Amburgo, non deve essere facile trovare sul treno Parigi Amburgo dei cittadini francesi che vanno proprio ad Amburgo. Abbiamo un indizio (prendendo pure per “buono” che l’essere italiano sia per esempio l’indizio di essere un “cittadino/nemico” come l’essere “musulmano” di essere un militante dell’Isis) e lo facciamo diventare allo stesso tempo prova e capo d’accusa per giustificare l’arresto. Un pacchetto completo probabilmente attualmente in vigore solo in Arabia Saudita e a Raqqa. Se sei italiana e vai ad amburgo e hai nello zaino occhiali da sole e un kiwey (ad Amburgo pioveva) di colore nero sei spacciato. Se un giorno i media convinceranno l’opinione pubblica di una evidente correlazione tra i Capricorno e il temuto blocco nero, dovrò andare ad una manifestazione politica mettendo in conto di essere incarcerato in quanto del Capricorno. Mi sembra tutto sommato democratico no?
Siccome chi scrive la denuncia sa che poi, finito il G20, e sospesa almeno l’evidenza dello “stato d’eccezione” ed del “diritto penale del nemico” ciò che scrive rimane e potrebbe essere usato contro di lui per possibili richieste di risarcimento danni, c’è attenzione però a usare i termini. Potrebbe infatti succedere (e già sta succedendo) che le vittime inizino a chiedere un rimborso presso il rinnovato “stato di diritto” post G20; un rimborso contro l’arbitrarietà del proprio arresto, del resto come si dice “c’è un giudice a Berlino”. Per tutelare questo capolavoro di “indizio che è prova e infine accusa stessa” non si usano i termini giuridici e vincolanti (Zeichen è indizio e Beweis, prova) ma un termine preso in prestito dal mondo accademico/giornalistico (traducibile con “osservazione”, “valutazione” o “tesi”).
Purtroppo per la Polizei, in quella che noi abbiamo chiamato la “logistica della detenzione” dalle denunce e dai fogli mandati a centinaia di manifestanti ne viene fuori un grottesco puzzle di copia incolla. L’ultima affermazione sul “rispetto dello stato di diritto” conseguentemente perde un po’ di autorevolezza. Nelle denunce c’è di tutto: contraddizioni, cose non vere, riferimenti al maschile quando l’arrestato è donna e viceversa, nazionalità errate, versioni differenti dell’arresto anche se gli arrestati sono stati arrestati insieme. La produttività tedesca per la Polizei di Hamburg ha preferito la quantità mediatica a discapito della qualità delle denunce, che appaiono inverosimili collage di copia incolla, buone solo ad arricchire qualunque avvocato farà ricorso per ogni persona fermata (del resto l’obiettivo era dichiarare di aver arrestato in poche ore centinaia di “turisti del riot” per giustificare il proprio fallimento; stranieri quasi tutti rilasciati, ma a telecamere spente).
Ma al di là di questo purtroppo ancora oggi per 44 persone evidentemente il puzzle è risultato essere meno incoerente e scritto male dei nostri. Questo è il solo motivo, l’unica sfortuna, il caso, per cui rischiano di essere il capro espiatorio della frustrazione della macchina repressiva di Hamburg. Non vanno lasciati soli nelle mani di uno stato che come l’analisi “filologica” che ho fatto delle prime righe di una denuncia a caso su Amburgo, invera e riproduce affascinato frammenti di autoritarismo assoluto.
Nicola Carella
da DinamoPress