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Abusi nei Cie e protezione negata ai profughi

Pubblichiamo la lettera aperta inviata dal Gruppo EveryOne all’Unhcr per denunciare la situazione dei migranti detenuti nei Centri di identificazione e di espulsione.
All’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Al Comitato per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Degradanti
Alle organizzazioni per i Diritti Umani
1) Riceviamo da attivisti della rete antirazzista, assolutamente degni di fede, la seguente testimonianza:«I crocerossini erano insensibili quando, la settimana passata, un recluso di via Corelli ha tentato il suicidio prima impiccandosi e poi tagliandosi alla gola. La sua storia la sapete già, ve la abbiamo già raccontata. Quello che non sapete ancora è che è stato trasportato all’ospedale ammanettato e scortato, con il fiato della polizia addosso anche mentre, al Pronto Soccorso, il dottore gli ricuciva la ferita. Ora è di nuovo al Centro, e si sposta solo trasportato di peso dai suoi compagni, che provvedono pure a trovargli qualche cosa di liquido da ingurgitare ogni giorno, perché non può ancora masticare.Noi diciamo Cie. I reclusi oramai dicono Guantanamo, dicono Abu Ghraib, si sentono come gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale:‘mancano solo i forni, mancano solo le camere a gas’».
2) Ci auguriamo che siate al corrente di questa e di decine di altre vicende di abuso grave nei Cie. Le grida di aiuto giungono a fatica nel «mondo libero», perché gli internati sono sotto controllo e minacciati di ritorsione: è impossibile, spesso, con l’attuale sistema dei Cie, fornire nomi e cognomi delle vittime. Vi è una cortina che nasconde gli eventi subiti dai prigionieri. E’ sufficiente, però, incontrare i detenuti senza che vi sia la presenza di agenti o personale penitenziario. La paura di punizioni è alta. Ma attraverso incontri individuali e protetti, sarebbe facile conoscere leviolazioni, per le organizzazioni che hanno libero accesso nei Centri. Inoltre, moltissimi internati avrebbero tutti i requisiti per ottenereprotezione umanitaria e asilo politico, provenendo da paesi in condizioni umanitarie tragiche. In attesa di affrontare questo argomento a livello internazionale con uno studio approfondito e precise istanze, chiediamo a chi di dovere di prestare maggiore attenzione ai requisiti atti alta concessione di protezione umanitaria e asilo in Italia. Deportare esseri umani a rischio persecuzione o tragedia umanitaria è un errore imperdonabile, in ogni singolo caso.Non è nata per essere aggirata, la Convenzione di Ginevra, ma per proteggere i profughi. Noi di EveryOne siamo disponibili a ricevere i dossier degli internati attualmente nei Cie, in attesa di deportazione, raggruppati per nazionalità, e fornire spiegazioni sull’esistenza di tali requisiti nei diversi Paesi: insieme, potremmo salvare molte vite umane ed evitare gravi ingiustizie. Ci vuole solo onestà e coraggio
Gruppo EveryOne

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