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Bologna: cariche della polizia dentro Scienze politiche

Cariche all’interno della facoltà di Scienze politiche, in strada Maggiore 45, dove stamattina alcuni studenti sono rientrati nell’aula studio intitolata a Giulio Regeni (dopo che lo spazio era stato chiuso dall’Università nel giro di pochi giorni).

L’Assemblea di Scienze politiche racconta su Facebook: “Stamattina come studenti e studentesse dell’Assemblea di Scienze Politiche, abbiamo dedicato l’aula studio della facoltà in nome di Giulio Regeni, giovane ricercatore torturato e ucciso dal regime egiziano. Abbiamo affisso cartelli in suo nome e distribuito materiale informativo. Solo qualche giorno fa, infatti, i vertici di questa università, hanno firmato un appello di Amnesty International dal titolo “Verità e giustizia per Giulio Regeni”, non a caso: due settimane fa infatti la stessa aula già intitolata a Giulio, era sata chiusa ed erano stati strappati cartelli e foto, infangando, di fatto, la memoria del giovane ricercatore. Quella di tentare di lavarsi l’immagine è una pratica che l’Unibo in questi giorni utilizza ampiamente, pensando di riuscire a scrollarsi di dosso le critiche che gli vengono indirizzate. L’abbiamo visto la settimana scorsa con l’invito di Angela Davis dopo la massiccia presa di posizione a difesa del guerrafondaio Panebianco, lo rivediamo in questi giorni con la firma dell’appello di Amnesty.
Anche oggi la risposta dell’Università, comandata dalla vice-presidente di facoltà Pina Lalli, non si è fatta attendere. Prima due guardiani hanno tentato di far uscire gli studenti con spintoni, subito dopo sono entrati una decina di agenti in borghese ordinando di esibire i documenti ed evacuare l’aula, mentre altrettanti digossini aspettavano fuori. Gli studenti si sono immediatamente opposti impedendo a polizia e digos di essere identificati e di lasciare l’aula. Nel frattempo Pina Lalli rivendicava la presenza della polizia perchè “gli studenti non hanno diritto di dedicare un’aula a Giulio Regeni”.
Evidentemente irritati dalla risposta compatta e determinata degli studenti, Questura e presidenza, di comune accordo, hanno schierato un gran numero di celerini che ha fatto irruzione nell’aula, come documentato dai fimati che stanno circolando in rete in queste ore. Hanno violentemente manganellato studenti (sia anormali che normali), rompendo teste e fratturando un braccio ad una ragazza.
Quanto è accaduto stamattina è inaccettabile e vergognoso. Sappiamo benissimo che domani non vedremo il gregge di docenti firmare e schierarsi a favore degli studenti, ma poco ci importa: si schierino con chi invoca la guerra di civiltà, si schierino con chi fa brutalmente picchiare gli studenti. Noi non abbiamo dubbi sulle responsabilità di quanto successo: risondono ai nomi di Pina Lalli, il neo-eletto rettore Francesco Ubertini, tutta la casta baronale complice e la Questura guidata da Coccia.
Convochiamo per oggi alle 17 un’assemblea pubblica e aperta in facoltà per condannare quanto successo e rilanciare in avanti dopo le aggressioni subite oggi.
Se gli studenti che si auto-organizzano fanno paura ai vertici Unibo, troveranno sempre più corpi liberi disposti a mettersi in gioco.
Dimissioni per questa amministrazione! Che se ne vadano tutti!
”.

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