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Se Pilato s’interroga sulla legalità

Non sono – per passato e per convinzioni – la persona più adatta o interessata a fare citazioni evangeliche, ma in questi giorni in cui legalità e sicurezza riempiono le bocche di molti politici di centrosinistra, mi torna in mente Pilato che s’interrogava su cosa fosse la verità. A dire il vero il Pilato che ho in mente, più che quello frettolosamente abbozzato nei vangeli, è il personaggio sofferto e tormentato dipinto da Bulgakov ne “Il Maestro e Margherita”. Certo, non un esempio di coraggio, ma neppure il viscido codardo descritto dagli evangelisti. I panni di questo Pilato non m’interessano personalmente: mi basterebbe che per indossarli si prestasse qualche Sindaco (Cofferati? Domenici?) o qualche rappresentante ancora più alto del centrosinistra (Prodi? Amato?). Vorrei vederli dietro la loro scrivania, arrovellarsi un po’ dubbiosi su cosa sono legalità e sicurezza, prima di affermarle come valori assoluti. Non sarebbe molto, l’ammetto, ma sarebbe già preferibile alla durezza da sceriffi, un po’ ottusi e “paesani”, manifestata in questi giorni verso i lavavetri e prospettata per writers, mendicanti, prostitute eccetera. Di certo sarebbe preferibile alla litania di banalità snocciolata in questi giorni, “legalità e sicurezza non sono di destra o di sinistra”, “anche la microcriminalità va punita” e altre amenità.
Credo che, a parte qualche pazzo furioso, tutti i cittadini ritengano la sicurezza un bene da difendere, Cofferati non deve scoprire l’acqua calda. Ma sono troppo vetero se dico che quella che ci viene proposta in queste ore è una “legalità di classe”? Forse, ma mentre penso che il conducente di un Cayenne a Firenze non dovrà più sopportare il fastidio di un lavavetri dalle unghie sporche, m’insegue l’immagine di Gianpiero Fiorani in Costa Smeralda, in camicia bianca sbottonata sul petto a cantare fra pianoforte e champagne, mentre rilascia interviste a Lucignolo. “Che roba Contessa… e pensi che ambiente che può venir fuori, non c’è più morale, Contessa”. Sì, decisamente sono troppo vetero. Ma in fondo non sono cattivo: l’ho detto, mi basterebbe che qualcuno indossasse i panni del Pilato di Bulgakov, domandandosi se possa esistere una legalità totalmente avulsa dall’equità sociale; vedo che vanno più di moda i panni del Pilato tradizionale, quello che si lava le mani del sangue innocente, pur di conservare poltrona e consenso popolare.
“Quei quattro straccioni han gridato più forte, di sangue han sporcato il cortile e le porte, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire… Non c’è più morale, Contessa”.
Francesco “baro” Barilli

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