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Roma, la moda dei bistrot francesi (e fascisti)

Esponenti dell’estrema destra d’Oltralpe, legati in vario modo a Marine Le Pen, in trasferta nella Capitale italiana. Dove aprono e gestiscono attività per la vendita di prodotti alimentari. Ma qual è la vera ragione per cui sono venuti?

A Roma, nel quartiere Prati, 
è stato aperto di recente “Le Carré Français”, un lussuoso concept-store che si estende su 600 metri quadrati dove si vendono prodotti alimentari francesi con annesso ristorante. Uno spazio attraente. E che suscita curiosità visti i nomi dei proprietari: Jildaz Mahé 
e sua moglie Florence Lagarde. Lui è un vecchio militante del gruppo di estrema destra “Groupe Union Défense” (Gud), noto per le pratiche violente, mentre lei 
è considerata molto vicina a Marine Le Pen. Sulla pagina Facebook del ristorante molti ex membri del “Gud” esaltano le qualità culinarie del locale. 
E la stessa cosa fanno dei militanti di “CasaPound”.

Proprio vicino alla sede di “CasaPound” qualche mese fa è stato invece aperto il “Carré Monti”. I proprietari? Di nuovo due francesi di estrema destra, Pierre Simoneau 
e Sébastien de Boëldieu. 
Il primo gestisce con Gianluca Iannone, leader di CasaPound, l’osteria “Angelino”, il secondo promuove l’organizzazione italiana in Francia. Qui gli avventori mostrano orgogliosi 
i loro tatuaggi con la scritta mussoliniana “Me ne frego”, sui muri un ritratto di Giovanna d’Arco e una pubblicità razzista del cioccolato “Banania”. 
«Il Carré Monti vende prodotti del Carré français», conferma Chiara, compagna di de Boëldieu. I due locali sono regolarmente frequentati da un altro francese di estrema destra trasferitosi a Roma, Frédéric Chatillon.

La società di quest’ultimo, 
la “Riwal” nel 2012 si è occupata della campagna presidenziale di Marine Le Pen, di cui era compagno d’università. Qualche mese fa, grazie alle sue entrature negli ambienti neofascisti romani, Chatillon aveva anche organizzato un incontro tra Assunta Almirante e Marine 
Le Pen. Marine, come tutti 
i politici in Francia, ha un suo “micro-parti”, termine che definisce strutture politiche incaricate di raccogliere 
fondi per finanziare i partiti aggirando la legge sul loro finanziamento. Quello di Marine si chiama “Jeanne”, 
è presieduto da Florence Lagarde (pure compagna di università) e ha stretti rapporti con la società di Chatillon.

Connessioni che sollevano molte domande. Perché questi militanti di estrema destra si sono trasferiti a Roma? Che scopi hanno? Quali legami hanno con la Le Pen? Marine, nel tentativo di dare una patina di rispettabilità al Front National ha deciso di citare 
in giudizio chiunque definisca 
il partito di “estrema destra”. Quando le era stato chiesto, nel 2012, dei suoi rapporti con Chatillon lo aveva definito un “prestatore di servizi”. Quali servizi rende oggi a colei che vuole diventare nel 2017 presidente della Francia?

Chiara Emiliani da L’Espresso

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