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Roma 19 maggio 1991 – I fascisti incendiano il Corto Circuito. Muore Auro Bruni

Il 19 maggio del 1991, a Roma, il csoa Corto Circuito subiva un attentato incendiario che lo distrusse completamente: al suo interno trovò la morte Auro Bruni, un ragazzo di 19 anni che era rimasto a dormire. Gli aggressori, dopo averlo colpito alla testa, cosparsero i locali di benzina e gli diedero fuoco: l’incendio che divampò uccise Auro, rendendone irriconoscibile il corpo, e distrusse il centro sociale.

L’attentato aveva una chiara matrice fascista: le forze dell’ordine e la magistratura, però, preferirono perdere tempo a interrogare compagne-i e frequentatrici-tori del centro sociale, per avallare la tesi di una lite interna. Nei giorni successivi invece l’attentato fu rivendicato da una sigla fascista, i sedicenti “Disoccupati italiani nazionalisti”.

Nonostante i Disoccupati Italiani Nazionalisti abbiano immediatamente telefonato al TG3 rivendicando l’incendio e l’omicidio, le forze dell’ordine e la magistratura preferiscono ignorare la pista neofascista e si spingono ad ipotizzare una lite interna agli occupanti del centro sociale che vengono indagati e interrogati per ore. Ancora oggi l’omicidio di Auro non ha colpevoli.

Auro Bruni,  un fiore rimasto sotto le macerie come recita un brano degli Assalti Frontali (Terra di nessuno: https://youtu.be/p7FiNfd5xM8).

 

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