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La solidarietà non si processa

mettre-fin-delit-solidarite-l-1 Pierre – Alain Mannoni, ricercatore universitario francese  è  finito in tribunale con l’accusa di aver soccorso migranti.  Accade in tutta Europa che chi si oppone a leggi e a trattamenti ingiusti, a chi non accetta la logica dell’egoismo neoliberista che impone  la guerra fra ultimi e penultimi, vengano contestati veri  e propri reati. Il “reato di solidarietà” dicono oramai i francesi e non solo. Il mondo accademico ha risposto in  maniera forte in difesa del semplice gesto da essere umano compiuto da Pierre – Alain Mannoni; sono in tanti ad aver firmato un appello in sua difesa ma nonostante ciò la giustizia va avanti. Chi si è schierato al suo fianco avanza delle proposte che, a nostro avviso vanno raccolte e fatte uscire dai confini nazionali, per questo pubblichiamo il testo redatto non  solo in italiano ma anche in francese ed inglese. In tribunale come nella vita quotidiana, Pierre – Alain e le tante e i tanti come lui, non saranno lasciati da soli.

Buongiorno a tutte e a tutti, 

Varie centinaia di persone erano al Tribunale di Nizza mercoledì scorso, 23 novembre, per esprimere il loro sostegno a Pierre-Alain Mannoni. Molto numerosi anche i giornalisti presenti. La Procura ha chiesto una pena di sei mesi di prigione con la condizionale. La sentenza è stata rinviata al 6 gennaio 2017.

Vorremmo ringraziare calorosamente tutti i firmatari e le firmatarie della lettera aperta che abbiamo mandato al Presidente della Repubblica, al Primo ministro e al Ministro degli interni francesi. La lettera è stata trasmessa anche all’avvocato di Pierre-Alain Mannoni che l’ha fatta registrare come documento supplementare per la difesa. Il nostro messaggio ha ricevuto un sostegno molto ampio nella regione Provenza Alpi Costa Azzurra, in tutta Francia e all’estero. Martedì sera avevamo già 682 firme, e da martedì sera ne riceviamo ancora ininterrottamente.

La nostra lettera è stata pubblicata sulle pagine web di Libération, Médiapart, Marsactu e l’Humanité (vedi link qui sotto), con i link che rimandano alla lista formato .pdf delle firmatarie/dei firmatari (fino a martedì 22, ore 22:30). La lista completa delle 768 firme raccolte fino a oggi è in allegato, con il testo della lettera aperta. Vi invitiamo calorosamente a continuare a diffondere la lettera aperta insieme a questo messaggio.

La mobilitazione della comunità universitaria non si fermerà a questa lettera, e il dibattito sul “delitto di solidarietà” non si fermerà al caso di Pierre-Alain Mannoni. Stiamo anche sostenendo in questo momento la denuncia che l’associazione Roya citoyenne sta preparando riguardo agli obblighi delle autorità nei confronti dei minori non accompagnati. Inoltre, altre persone sono attualmente in attesa di processo con le stesse accuse, soprattutto nella regione PACA.

Svariati messaggi, tra quelli che abbiamo ricevuto da parte dei firmatari della lettera, ci confermano che questo tipo di azioni giudiziarie si registrano in vari paesi d’Europa. Ecco perché proponiamo a tutti i destinatari di questo messaggio :

  1. di documentare collettivamente il fenomeno della repressione delle forme di solidarietà che i cittadini esprimono nei confronti dei migranti, cui ci si riferisce in Francia come “delitto di solidarietà”. Potete segnalarci fin d’ora i casi di cui siete a conoscenza all’indirizzo univpaca@gmail.com.Queste informazioni saranno analizzate dai due gruppi descritti qui di seguito.
  2. di creare un gruppo di lavoro internazionale per analizzare lo sviluppo della criminalizzazione delle forme di solidarietà e di mettere in contatto le persone che lavorano su questa tematica in tutta Europa.
  3. di creare un gruppo di lavoro per riflettere (in collaborazione con giuristi e parlamentari francesi) alla modifica dell’articolo L.622-4 del “Codice dell’ingresso e del soggiorno e dei richiedenti asilo” (corrispettivo francese del Testo unico sull’immigrazione italiano), che prevede le eccezioni al “favoreggiamento del soggiorno irregolare” (“favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”).

Se siete interessate/i a partecipare a una di queste azioni, o se avete altre proposte da formulare, potete scriverci a univpaca@gmail.com. In funzione delle vostre risposte, contatteremo a inizio gennaio 2017 le persone interessate a partecipare a uno dei gruppi di lavoro.

La mobilitazione di questi giorni fa sperare che i cambiamenti che auspichiamo nella lettera aperta possano realizzarsi.

Restiamo mobilitati e solidali!

A presto,

Le promotrici della lettera

(Morgane Dujmovic, Sarah Sajn, Chiara Pettenella, Elen Le Chêne)

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da Associazione Diritti e Frontiere – ADIF

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