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La Francia prepara la sua Guantanamo

Il disegno di legge al vaglio del Consiglio di Stato. 20mila persone a rischio detenzione. Senza processo

Il governo francese ha chiesto al Consiglio di Stato un parere sulla possibilità di aprire un centro di detenzione per soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. Il progetto di legge, se approvato, darebbe vita a una Guantanamo francese, in cui chiunque venga considerato una minaccia potrebbe essere rinchiuso preventivamente, senza passare da alcun processo.

Qualcuno aveva messo in guardia, e del resto il dilemma sicurezza/libertà è quello consueto. Peccato che i dubbi, già pochi giorni dopo i fatti di Parigi del 13 novembre, li avevano fugati il governo francese e gli apparati di sicurezza, con l’arresto di centinaia di ambientalisti e attivsti, colpevoli di aver violato il divieto di manifestare contro il meeting sui cambiamenti climatici, il Cop 21.

L’indiscrezione, adesso, arriva da Le Monde. Un disegno di legge per l’apertura di un centro di detenzione, una ‘Guantanamo francese’, è allo studio del governo di Parigi. L’esclusivo centro di detenzione è riservato ai “cosiddetti detentori della ‘Fiche S’ – spiega ai nostri microfoni Maso Notarianni, peacereporter di Emergency – Cioè quelli sospettati in qualche modo di attività pericolose”.

Ad oggi, secondo i dati, sarebbero circa 20mila i soggetti schedati o sotto osservazione in Francia. “Tra questi – rivela Notarianni – Ci sono anche quelli considerati estremisti di sinistra, tifosi di calcio“. Insomma, i sospetti jihadisti sarebbero “meno della metà dei 20mila schedati”, mentre sotto la lente della sicurezza francese ci sono anche “attivisti del Pkk, che sono quelli che in questo momento stanno combattendo contro lo Stato Islamico”.

Le differenze con Guantanamo, però, restano. Se nel centro di detenzione Usa i detenuti erano stranieri ed il giudizio era affidato a tribunali militari, nel caso francese sono coinvolti anche cittadini di nazionalità francese e a essere coinvolti, secondo il testo disponibile al momento, comuni tribunali.

“Sarebbe un drammatico passo indietro – sostiene ancora Notarianni – Uno dei pilastri della civiltà europea dovrebbe essere, e già oggi non lo è più tanto, quello di una legisazione che garantisce i diritti di chi è indagato”.

Quella che molti hanno considerato la solita manfrina dei soliti (e pochi) noti, si delinea dunque come la più drammatica delle realtà. Nelle parole di Notarianni, “È esattamente il risultato che si voleva ottenere con la guerra, cioè la restrizione delle libertà individuali, l’imbarbarimento della società, il rendere lo stato di guerra permanente una cosa normale. Tant’è che diventa normale che 700 bambini muioano in un anno [secondo i dati diffusi ieri da Fondazione Migrantes, ndr] cercando di attraversare il Mediterraneo”.

Alessandro Albana da Radio Città Fujiko

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