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Condanne definitive per gli scontri del 15 ottobre 2011. Davide Rosci torna in carcere

Sono state confermate dai giudici della Corte di Cassazione le condanne in Appello contro Davide Rosci, Cristian Quatraccioni e Mauro Gentile, mentre per Marco Moscardelli la Corte di Cassazione ha annullato la condanna, 5 anni, per devastazione che si ridiscuterà in Appello.
Se per Cristian, Mauro e Marco la sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, riconosceva le attenuanti generiche, portando ad una lieve diminuzione delle condanne (durante il primo grado del processo con rito abbreviato, veniva formulata la richiesta di 6 anni di reclusione per tutti gli imputati) per Davide la condanna iniziale non ottiene riduzione di pena perché le attenuanti generiche non sono state prese in considerazione dai giudici della Corte Suprema.

Diventano dunque definitive le condanne a 6 anni per Davide, a 5 anni per Mauro e a 4 anni e 8 mesi per Cristian, accusati per il reato di “devastazione e saccheggio” nella giornata di scontri del 15 ottobre del 2011, quando il blindato dei carabinieri fu dato alle fiamme in piazza San Giovanni.

Nella giornata di ieri, sabato 6 giugno, Davide Rosci, dopo aver ottenuto la libertà solo qualche settimana fa, è stato portato nuovamente in carcere a Castrogno (Teramo).

Come successo per i compagni e le compagne arrestati/e per gli scontri durante il g8 di Genova 2001, la Cassazione anche in questo caso accoglie una sentenza in cui l’impianto accusatorio dei pm riconosce l’accusa di “devastazione e saccheggio”, reato fascista del codice Rocco.

Ora spetta al tribunale di Sorveglianza decidere se Davide dovrà scontare il resto della pena, 2 anni e 3 mesi, in carcere o poter scontare la condanna tramite affidamento ai servizi sociali o ancora ai domiciliari.

Poco prima del suo arresto Davide Rosci ha scritto sul suo profilo di Facebook:

Il girone dantesco dove sono fnito pare essere per il momento senza uscita. la corte di Cassazione ha confermato per me, Mauro e Mirko le pene stabilite dalla corte d’appello mentre per Marco è stata annullata la sentenza e rimandata in secondo grado. Di questo festeggiamo. C’è poco da dire e purtroppo nulla da fare quindi per il momento l’unica cosa su cui soffermarsi è riflettere su ciò che è stato e organizzarsi su ciò che sarà. A breve la condanna passerà definitiva e le prospettive sono o tornare dentro oppure trovare un lavoro stabile, per uno che come me è uscito dal carcere, non sono di certo spalancate quindi approfitto di questo post nella speranza di trovare qualche anima pia, che si imbatte nel leggere queste righe, di tenermi presente qualora venisse a conoscenza di un qualsiasi impiego. Penso di aver dato tutto alla causa e spero di poter dare ancora tanto ma per il momento devo restare lucido ed evitare di diventare carne da macello. Passerà anche questo…

Il 15 ottobre c’eravamo tutt*! Liber* tutt*!

Sulla vicenda processuale e le condanne vedi anche “Sentenza 15 ottobre: una riflessione tra il tecnico e il politico” e “15 ottobre: a ridere eravamo in tanti“).

Leggi l’appello per la sentenza di primo grado per l’altro processo per la giornata del 15 ottobre 2011 che vede imputati 18 compagni/e “Rivendicare la libertà delle persone processate per il 15 ottobre 2011 per rilanciare le lotte e l’autorganizzazione“.

da Infoaut.org

 

DAVIDE LIBERO! TUTTE E TUTTI LIBERI!

Per scrivere a Davide, indirizzare la corrispondenza a:

Davide Rosci – Casa Circondariale di Teramo, Strada Comunale Rotabile Castrogno, 64100 Teramo

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L’arresto di ieri del compagno Davide Rosci rappresenta l’ennesima violenta ingiustizia nei suoi confronti. E’ il frutto di una sentenza che punisce un innocente e condanna la “lesa maestà” con sei lunghi anni di carcerazione.

Davide è stato punito per aver deciso di manifestare ed essere rimasto coinvolto in scontri di piazza senza danneggiare o distruggere alcunché o ferire nessuno, ma semplicemente perché quel giorno alcuni appartenenti alle forze dell’ordine hanno avuto la peggio e, allora, bisognava trovare dei colpevoli e fargliela pagare, a prescindere dalla realtà degli eventi.

Sei anni sono molti di più di quelli che forse si prenderanno i responsabili del fallimento della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, semmai verranno ritenuti responsabili, pur avendo creato dei danni al territorio teramano inestimabili, sia nei confronti del tessuto economico, sia nei confronti di tanti risparmiatori truffati.

Tutto ciò però non conta, l’importante è sbattere in galera per sei anni chi viene accusato di resistenza a pubblico ufficiale e devastazione, senza aver devastato nulla.

Rifondazione Comunista condanna la violenza soprattutto quella di chi, come il governo Renzi, con la forza di leggi e provvedimenti iniqui e affamatori, nega il diritto ad una vita dignitosa, figuriamoci un futuro.

Davide è un nostro compagno. Non lo lasceremo mai solo.

 

“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono”, Bertold Brecht.

In questo caso, come in tanti altri, criminale è lo Stato.

Partito della Rifondazione Comunista – Teramo

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