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Casapound ammette la collaborazione con il killer di Firenze

Dopo lo smascheramento da parte dei media della collaborazione tra il killer antisemita Gianluca Casseri, che ha ucciso a colpi di arma da fuoco due senegalesi a Firenze per poi suicidarsi e Casapound, i vertici hanno deciso di adottare diverse strategie nel tentativo di scagionare il movimento e salvarne la faccia. Dopo l’eliminazione degli articoli che Casseri scriveva sull’”Ideodromo”, Casapound ammette la collaborazione attraverso un articolo pubblicato sul medesimo sito, dove lamenta una “morbosa attenzione” verso il loro sito e giustifica la collaborazione affermando che si trattava solamente di “tutti articoli che, presi isolatamente e a prescindere dall’identità dell’autore, potrebbero apparire in qualsiasi testata culturale non schierata a sinistra.” se non fosse che Gianluca Casseri era già stato autore di un saggio antisemita pubblicato da Olodogma, noto sito negazionista italiano, e Casapound, considerandolo evidentemente un intellettuale, gli permette di pubblicare diversi articoli sul suo sito, per poi dirsi contro la xenofobia e l’antisemitismo.
Degna di è anche nota la notizia che ha riportato Saverio Ferrari di Osservatorio Democratico in un recente articolo “Ieri notte da Roma è stata indirizzata a tutti i responsabili locali di Casa Pound la seguente email: «Comunicazione interna urgente e riservata. Fare quadrato ora significa: negare la sua appartenenza al movimento, cancellare ogni traccia, stare zitti e far parlare solo i dirigenti autorizzati».”, anche questa falsa, secondo i responsabili di CPI, ma i militanti della Rete Antifascista di Pistoia Casseri se lo ricordano bene, affermano “lo conoscevamo e sapevamo che partecipava agli eventi di Casapound”, come hanno riportato i giornalisti de il Fatto Quotidiano.
Anche Andrea Antonini, vice presidente di Casapound e consigliere comunale del Pdl, ha ammesso il collegamento del movimento con Casseri affermando “il killer di Firenze era tesserato in qualità di simpatizzante di Casapound“, intervistato da un giornalista durante il passaggio di un corteo antifascista di circa un centinaio di militanti nelle vicinanze.
Sulla rete inizia a circolare un’immagine raffigurante due militanti del movimento che tengono per mano alcuni bambini di colore, con la scritta “questa è CasaPound – 0% razzismo 100% identità”, che spiazza gli stessi simpatizzanti, come Marco Pasqua ha fatto notare attraverso un post sul suo blog.
E mentre Simone Di Stefano, uno dei responsabili di Casapound Roma, insiste sul fatto che Casapound “non è un movimento di estrema destra”, sotto i riflettori del programma Pomeriggio Cinque su Canale5 al quale è stato invitato, cercando di negare sino all’ultimo che CPI sia un movimento che attrae un certo tipo di persone, CasaPound chiede alla comunità senegalese un “incontro” scrivendo una lettera a Renzi, il sindaco di Firenze, dove si afferma: “Non c’è nulla, ma proprio nulla, nell’operato e nell’ideologia di casapound, che possa ispirare xenofobia e odio per il diverso. Non c’è legame diretto tra la nostra prassi e il delirio di casseri, ma neanche alcun riferimento indiretto, implicito, ammiccante”, per poco dopo rilasciare un comunicato dove annunciano che il presidente della comunità senegalese di Bari ha accettato il loro invito: “Mentre il console e il presidente della comunità senegalese di Bari accoglievano CasaPound Italia riconoscendo il comune dolore per la tragedia di Firenze e consegnando agli esponenti dell’associazione la bandiera del loro paese per il ricordo delle vittime della strage in programma domani alle 11 in piazza San Ferdinando, il sindaco del capoluogo pugliese, Michele Emiliano, continuava la sua campagna d’odio nei confronti del nostro movimento” e dichiarano di voler fare addirittura un presidio per scagionarsi dai fatti di Firenze.
Ma è una farsa. Infatti il portavoce della comunità senegalese italiana Pape Diaw aveva chiesto al sindaco Matteo Renzi la chiusura di Casa Pound giorni prima: “A tutte le forze politiche chiediamo di abbassare la tensione sociale e anche un segnale concreto, la chiusura di Casa Pound in tutta Italia, a cominciare dalla Toscana”, e l’invito viene subito smentito dal presidente della comunità senegalese di Bari pochi minuti dopo, attraverso un comunicato: “In seguito al comunicato di CasaPound, il sottoscritto Sow Sidy, presidente della Comunità Senegalese di Bari e Provincia, dichiara che, all’incontro presso il consolato di Bari, si è presentato il signor Giuseppe Alberga come rappresentante di una associazione onlus, senza specificare il nome della stessa. Pertanto, non posso accettare alcuna dichiarazione fatta a nome di CasaPound. E sopratutto non accetto l’invito a partecipare all’iniziativa organizzata da CasaPound”, rilasciato sotto dettatura ai Giovani Comunisti di Bari.
E ora Iannone parla di “vergognosa disinformazione” da parte dei giornali, di “opera di disinformazione e mistificazione” atta a screditare il loro movimento, come ha affermato anche durante una recente conferenza indetta dal movimento sui fatti di Firenze, e denuncia ipotetici individui “appartenenti all’estrema sinistra, vicini alle nuove brigate rosse” che avrebbero imbrattato i quartieri più belli di Padova, come si legge sul comunicato del 16 Dicembre. Così la vicenda dell’arresto del responsabile di Casapound Alberto Palladino, accusato di aver partecipato a un’aggressione ai danni di alcuni militanti del Pd, passa in secondo piano, assieme alle scritte minacciose che il movimento ha fatto in tutta Roma contro Paolo Marchionne (consigliere IV Municipio del Pd).
La solidarietà a Casapound riguardo ai fatti di Firenze arriva anche se in ritardo, da parte di movimenti dichiaratamente neonazisti, che non hanno problemi ad utilizzare svastiche nel proprio logo, come gli “Europaeische Aktion”, al suon “abbasso lo straniero” di Il Piave Mormorò.
Fonte: La Meteora

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