Stefano Cucchi, morì per le lesioni e per denutrizione, responsabili della morte anche il personale medico.
- febbraio 12, 2010
- in carcere, vittime della fini-giovanardi
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Le conclusioni dei periti della Commissione Marino: le lesioni furono inferte. Le fratture sul corpo di Stefano Cucchi sono recenti, compatibili con il periodo della detenzione e, soprattutto, sono da considerarsi l’esito di “lesioni inferte”. Ma a causare la morte del giovane è stata, in ultima analisi, una gravissima denutrizione e disidratazione che i medici avrebbero potuto evitare se solo si fossero preoccupati di analizzare le urine del paziente. Non sono banali le conclusioni a cui sono arrivati Pascali e Perfetti, i consulenti incaricati dalla Commissione sul servizio sanitario nazionale, presieduta dal senatore Pd Ignazio Marino, di indagare sulle cause che causarono la morte del trentatreenne romano. Cucchi fu fermato il 15 ottobre per spaccio di droga e morì il 22 nel reparto penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini.
Con le osservazioni sulle lesioni alla colonna vertebrale del ragazzo, i periti confermano la verosimiglianza di un pestaggio. Ma le indiscrezioni sulle due relazioni depositate mercoledì – e anticipate ieri dal Tg3 della sera – inchiodano alla loro responsabilità anche i sanitari del Pertini: a uccidere Stefano sarebbe stata l’imperizia dei sanitari. La Procura di Roma, per ora, ha indagato per omicidio preterintenzionale tre guardie carcerarie, accusate di aver picchiato Stefano nei sotterranei del Tribunale il giorno della convalida dell’arresto. Per omicidio colposo sono invece indagati sei medici dell’ospedale romano. Sulle responsabilità dell’ospedale le relazioni di Pascali e Perfetti sarebbero pesanti: la morte del ragazzo sarebbe avvenuta alle 3 del mattino (l’ospedale se ne accorge alle 6) e il momento di crisi acuta – quando ancora sarebbe stato possibile intervenire d’urgenza – si sarebbe verificato il pomeriggio precedente. Come è noto, Stefano si rifiutava di mangiare e di bere perché voleva vedere un avvocato. Ora Galiopo e Soliani – i due senatori di maggioranza e opposizione – dovranno concludere la loro relazione, che forse verrà discussa in aula al senato. Intanto Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, continua a denunciare un fatto grave: ai periti della parte civile non è ancora arrivata la Tac realizzata sul corpo del ragazzo, esame non ripetibile e fondamentale per il lavoro dei consulenti. Parole che sembrano cadere nel vuoto.
Cinzia Gubbini da il manifesto
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