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NoTav: Iniziato il processo alla valle che resiste

Dopo che la Cassazione ha annullato la ridicola imputazione di terrorismo, Mattia, Chiara, Claudio e Niccolò, i quattro ragazzi del movimento No Tav detenuti per aver danneggiato un compressore, affrontano un processo che non è un atto giudiziario finalizzato alla ricerca della verità ma una nuova tappa di una crociata contro gli abitanti di una valle che non ha alcuna intenzione di sospendere la sua resistenza. L’offensiva dei centri del potere è costante, solo quello giudiziario ha indagato oltre mille persone in quattro anni, ma il movimento No Tav non cederà neanche di fronte a questo nuovo arbitrio. Le questure e le procure provano a passare ancora laddove la politica e l’economia sono state respinte. I giorni scorsi, tuttavia, quelli della vigilia del processo ai quattro ragazzi che si aperto il 22 maggio, hanno visto significativi successi del movimento. Lo racconta un editoriale di Infoaut

 

In una settimana il movimento notav ha messo a segno 4 successi che fanno bene al morale e al cammino della resistenza. Sabato 10 maggio) oltre 20.000 “colpevoli di resistere” hanno manifestato a Torino in sostegno di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e di tutti gli oltre mille notav denunciati in questi anni. In una Torino blindata all’inverosimile il movimento notav ha fatto quello che di consueto fa, ovvero mantiene le promesse e porta avanti le proprie iniziative in completa autonomia.

Da un lato un fiume di gente orgogliosa della propria lotta e dei “propri ragazzi“, per nulla spaventata e determinata a proseguire con vigore la propria lotta ultra ventennale; dall’altro una prova di forza utile solo a garantire la sopravvivenza ad un potere sempre più zoppicante, con lo sfoggio di mezzi e uomini (e reti) funzionare ad isolare il corteo dalla città. Così non è stato e proprio la partecipazione della citta di Torino ha segnato un passo importante in una nuova stagione notav.

Mercoledì 14 una conferenza stampa del movimento ha fatto ancora una volta luce su come avviene la comunicazione del sistema tav. Un documento dell’Unione Europea ha dimezzato dal 2013 il contributo per la Torino Lione ma nulla è trapelato in Italia. Questo per continuare l’opera distruttrice, di territorio e denaro pubblico, da parte di Ltf e della lobby del Tav. Sono molti gli aspetti emersi dal lavoro congiunto tra notav italiani e francesi,  tra cui il ritmo a rilento dello scavo, la consapevolezza del non rispetto dei tempi e le difficoltà burocratiche e amministrative dichiarate (!) nel proseguire il ruolino di marcia, cosa che la procura di Torino ha accollato ai 4 notav per rendere l’accusa di terrorismo nei ancora più concreta.

Il 15 maggio, poi, la giornata si era aperta con la notizia data a malincuore da parte dei fedeli scrivani del tav, che l’aggressione all’autista di uno dei due pm con l’elmetto Rinaudo, era falsa e inventata di sana pianta. Di fronte all’evidenza persino procura e giornali han dovuto ammettere la bufala, cosa che i notav avevano fatto due giorni dopo il fatto.

In questo modo, e in seguito alla pubblicazione del dossier sulle strane amicizie del pm Rinaudo, la credibilità dei pm elmettati scricchiola e diventa palese il gioco in campo tutto centrato nell’indebolire il movimento notav. Chissà quali altre bufale ( e i notav le hanno indicate da tempo) dovranno venire a galla!

In nottata poi la sentenza della Cassazione, che non convalida l’accusa di terrorismo nei confronti dei 4 notav, minando seriamente il teorema dei pm torinesi, che proprio su quello hanno imbastito arresti e processo.

Un macigno sulla testa e sulla credibilità delle due toghe che peserà non poco nella prima udienza del processo il prossimo 22 maggio

E’ la caparbietà del movimento notav ad avere la meglio, la sua abnegazione nell’accettare qualsiasi campo di battaglia; nel sapere superare le piccole sconfitte e lavorare su altrettante vittorie, con un progetto preciso però, quello di vincere questa battaglia.

Quattro a zero insomma e palla al centro

 

Fonte: infoaut.org

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