Licenziato perché non voleva prendere l’aereo, il ricercatore italiano Gianluca Grimalda ora viene risarcito: «Donerò 75 mila euro per il clima»
di Ultima Generazione
La comunità di Ultima Generazione accoglie con soddisfazione la vittoria di Gianluca Grimalda nella causa civile contro il suo licenziamento ingiustificato per essersi rifiutato di prendere un aereo. Il Tribunale del Lavoro di Kiel, in Germania, ha riconosciuto le sue ragioni, stabilendo un importante risarcimento economico. Grimalda, ricercatore esperto di impatti sociali della crisi climatica, era stato licenziato dall’istituto tedesco in cui lavorava dopo aver rifiutato di prendere un volo aereo per tornare da una missione scientifica a Papua Nuova Guinea, scegliendo invece un viaggio via terra e mare per ridurre la propria impronta di carbonio. Questo gesto, coerente con le sue convinzioni e con l’urgenza della crisi climatica, gli è costato il posto di lavoro ma ha portato a una battaglia legale che oggi segna un importante precedente. Grimalda ha scelto di devolvere 75.000 euro alla protezione dell’ambiente e all’attivismo politico, destinandoli a Scientist Rebellion, Ultima Generazione, XR Global, Fridays for Future Italia, Just Stop Oil, Letzte Generation e Give Directly. Il suo impegno in questa battaglia è stato determinante: portare avanti il caso, senza cedere alle pressioni, ha permesso di ottenere un risultato che va oltre la sua vicenda personale.
Un passo avanti per l’obiezione di coscienza climatica
Jörn Broschat, avvocato di Grimalda, ha definito questa causa una “pietra miliare” per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza climatica, sancendo l’assenza di motivo per il licenziamento legato al rifiuto di volare. Tuttavia, solo il suo inserimento nella legislazione o nei contratti collettivi garantirà una vittoria piena per attivisti e cittadini consapevoli della crisi climatica.
Autrice dell’Ipcc invita alla disobbedienza civile
Julia Steinberger, Prof. in Ecologia economica all’Università di Lausanne e autrice IPCC: “Nel caso di Gianluca Grimalda, il sistema giudiziario ha dimostrato più principio e comprensione della nostra realtà di crisi climatica rispetto a un istituto universitario. L’Istituto di Kiel si stava chiaramente vendicando del dottor Grimalda proprio perché prendeva sul serio la scienza del clima e quindi si impegnava in azioni di disobbedienza civile con Scientist Rebellion. Questo dovrebbe essere un grande avvertimento per qualsiasi organizzazione che voglia punire una persona per aver agito secondo coscienza sulla crisi climatica. E dovrebbe essere un grande incoraggiamento per tutti coloro che ancora esitano ad agire sul clima e a impegnarsi nella resistenza civile per il clima.”
La giustizia italiana vittima dei governi che ne hanno ridotto autonomia e indipendenza
Nel ringraziare Gianluca Grimalda per questa donazione, riconosciamo il ruolo fondamentale del Tribunale del Lavoro tedesco, che si è schierato dalla parte della giustizia con una decisione chiara e tempestiva. Un contrasto evidente con il sistema giudiziario italiano, spesso rallentato da lungaggini burocratiche e influenze politiche. Riforme mal gestite, come il processo telematico, invece di semplificare e velocizzare, hanno reso ancora più complesso il lavoro di magistrati e giudici, ostacolando il diritto dei cittadini a una giustizia efficace.
Gli accademici devono agire
Wolfgang Craemer, professore di ecologia globale e direttore di ricerca presso il CNRS, Francia: “Sono dispiaciuto che sia stato necessario un processo per confermare che la decisione dell’Istituto di Kiel è stata presa sulla base di “convinzioni ideologiche” della sua dirigenza, cosa che era evidente fin dall’inizio per gli osservatori imparziali – ma è positivo che questo sia ora ufficialmente confermato e che sia stato effettuato un risarcimento per i danni personali”. Gli accademici hanno molteplici canali per allertare sulla crisi del clima e della biodiversità, e modificare il loro personale contributo alle emissioni di gas serra è un modo importante per dimostrare credibilità”.
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